Tutte le più accreditate teorie sul divezzamento in italia oggi, escludono l'uso delle pappe - o farine - lattee nel divezzamento, soprattutto come pasto di inizio di tale importantissimo periodo, e ciò per varie ragioni.
La prima e più importante è di ordine educativo, in quanto il divezzamento dovrebbe rappresentare il primo e più importante momento per fare educazione alimentare al bambino, e dovrebbe servire ad insegnargli ad esempio che esistono due tipologie di gusto principali, quella dolce (il latte) e quella sapida (le pappe); sostituire un pasto dolce (di latte) con un altro pasto dolce (la pappa lattea) non rientra in quest'ottica.
La seconda ragione è di tipo tecnologico: la maggior parte delle pappe lattee contengono latte vaccino intero, quando non addirittura latte vaccino parzialmente scremato, e ciò va contro quanto ovunque affermato, ovvero che l'uso di latte vaccino (intero semmai, e non certo parz. scr.) andrebbe posposto a dopo i 3 anni di età, almeno nei paesi industrializzati, che si possono permettere di accedere a tecnologie ormai estremamente sicure e certificate di produzione di latti per l'infanzia.
La terza ragione è di ordine pratico: spesso, sia per indicazioni erronee dei pediatri, sia per errori di chi prepara la pappa, queste farine vengono ricostituite diluendole in latte, con un ovvio raddoppio dei nutrienti forniti!
La quarta ed ultima ragione è di ordine igienico: come tutte le formulazioni in polvere contenenti latte, vi è un elevato rischio di contaminazione batterica già dopo pochi giorni dall'apertura della scatola, e la stessa OMS ha ribadito pochi giorni or sono che tale rischio non è solo teorico, ma anzi estremamente reale, e dunque che a tutti i prodotti di questo genere si dovrebbero preferire le corrispondenti (quando esistono, e non è il caso delle pappe lattee) formulazioni liquide.
Le strategie di divezzamento che includono l'uso delle pappe latte non fanno parte della tradizione italiana, bensì svizzera (la scuola di Ettore Rossi, di Berna), e le scuole italiane di nutrizione pediatrica le hanno "dismesse" ormai da 10-15 anni...
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Tra i componenti più importanti rientrano le vitamine del gruppo B: vediamo in quali alimenti si trovano e quando integrarle.
La B12 è una vitamina che insieme a tiamina, riboflavina, niacina, acido pantotenico, piridossina, biotina e acido folico fa parte delle vitamine del gruppo B.
Per contrastare la comparsa dei malanni di stagione, è fondamentale aiutare il sistema immunitario debole attraverso uno stile di vita più sano, l'assunzione di integratori e un'alimentazione equilibrata.
Il pangasio è un pesce che a oggi non è particolarmente conosciuto, tuttavia si sta sempre più ritagliando un ruolo di spicco sulle tavole di molte famiglie italiane.
Con l’arrivo dell’autunno è normale avere voglia di cibi più calorici per contrastare l’abbassamento delle temperature, nonché rinforzare l’organismo per evitare i malanni di stagione.
I fichi non hanno 50 kcal/hg come riportato in molti siti: ne hanno molte di più, e per questo non possono essere consumati in grande quantità.
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