Leishmaniosi

La leishmaniosi è una malattia parassitaria causata dalla Leishmania, un protozoo che può infettare sia l'uomo che gli animali.

 

 

Sono molte le specie di Leishmania, in Italia la più diffusa è la Leishmania infantum.

Modalità di contagio

La leishmaniosi viene trasmessa attraverso la puntura di un flebotomo infetto (o pappatacio) soprattutto ai cani, ma ciò non esclude la trasmissione all'uomo.

I flebotomi, o pappataci, sono insetti molto piccoli (2-5 mm), solitamente zanzare o simili, che si nutrono del sangue per sopravvivere. Per essere più precisi, solo le femmine si nutrono del sangue (sono cioè ematofaghe) e quindi solo loro sono in grado di trasmettere la Leishmania.

La modalità di trasmissione è molto semplice: il pappatacio infettato dalla Leishmania punge un cane sano che così si ammala. Un altro flebotomo può pungere questo cane malato (che ha quindi il parassita nel proprio sangue) e trasmettere la Leishmania ad altri cani o all'uomo. La leishmaniosi quindi non si trasmette per contatto diretto cane-cane o uomo-uomo, e nemmeno cane malato-uomo, serve comunque sempre il vettore, ovvero il flebotomo.

In Italia il rischio di trasmissione si concentra nel periodo tra maggio e ottobre ed è proprio in questo periodo che bisogna cercare di prevenire il più possibile le punture di questi insetti.

È consigliabile infatti utilizzare zanzariere a maglie molto strette (se possibile sotto i 2 mm), utilizzare piastrine o insetticidi liquidi se si tengono le finestre aperte ed usare eventualmente repellenti per zanzare se si sta all'aperto soprattutto nelle ore serali.

 

 

Per i cani, si possono utilizzare collari antiparassitari o repellenti da spalmare sul corpo dell'animale.

Se possibile è sempre meglio far dormire il cane in un luogo chiuso, per evitare appunto la puntura di questi insetti.

Detto ciò, è importante sottolineare come non esista un vaccino per prevenire l'infezione e la malattia, ma esiste quello per i cani. Si tratta di un vaccino anti-Leishmania che non offre protezione assoluta ma sembra in grado ridurre lo sviluppo della malattia.

Per questo risulta essere comunque importante prevenire la puntura dei flebotomi.

Forme di leishmaniosi

Come già accennato in precedenza, la leishmaniosi viene distinta in quella canina e quella umana.

La leishmaniosi umana si distingue in due forme principali: quella cutanea, meno grave che guarisce praticamente sempre, e quella viscerale, più grave, che può portare al decesso dell'individuo se non adeguatamente curata.

Leishmaniosi cutanea

Leishmaniosi

Si distinguono solitamente una forma secca, causata dalla L. infantum il cui serbatoio è il cane diffusa in Europa e nel medio oriente (leishmaniosi del Vecchio Mondo), ed una umida, causata da altre specie di Leishmania diffusa soprattutto in Asia centrale e nord Africa (leishmaniosi del Nuovo Mondo) il cui serbatoio sono i roditori.

La forma secca viene definita anche ''bottone d'Oriente'' e si tratta di una lesione papulo-nodulare unica, color rosso vivo che compare in sede di puntura. Questa lesione si estende in superficie e in profondità (2-3 mm)  ed assume la forma circolare (da qui il nome ''bottone''). Successivamente si forma al centro una crosta spessa molto ben adesa ai piani sottostanti che evolve, nell'arco di qualche settimana, in un'ulcera a margini duri, non dolente. Può guarire anche spontaneamente nell'arco di 6-12 mesi lasciando una cicatrice infossata.

 

 

La forma umida ha un'evoluzione più rapida di quella secca, le lesioni sono più grandi (2-8 cm) e l'ulcera può essere ricoperta da un secreto purulento. Sono facili le infezioni batteriche sopra questa lesione e solitamente guarisce anch'essa spontaneamente in circa 6 mesi, lasciando però una cicatrice deturpante ed estesa.

Va ricordato che questa forma di Leishmaniosi può avere un periodo di incubazione che varia da 2 settimane circa a diversi mesi dal momento della puntura.

Leishmaniosi viscerale

Questa forma di Leishmaniosi (detta anche Kala-azar) è sistemica, quindi diffusa in tutto l'organismo. Il parassita si riproduce e diffonde soprattutto in organi come i linfonodi, la milza, il fegato e il midollo osseo.

Ha un'incubazione media di 3-8 mesi (a volte esordisce invece dopo anni dalla puntura del pappatacio) e un esordio subdolo e insidioso. Compare spesso una vescicola che non viene però riconosciuta e dopo compaiono i sintomi di carattere sistemico: febbre ad andamento bizzarro, remittente-intermittente, con picchi 2 volte al giorno, tosse, diarrea, fenomeni emorragici (il più comune è l'epistassi, ovvero il sanguinamento dal naso), splenomegalia ingravescente (ingrandimento della milza), epatomegalia, linfadenopatie (linfonodi ingranditi), cute secca, sottile e di colorito grigiastro, perdita di peso e stanchezza.

Questo quadro sistemico è correlato con un aumento della VES agli esami di laboratorio con la comparsa di anemia normocromica e normocitica, neutropenia e piastrinopenia (in sostanza diminuiscono i globuli rossi, bianchi e le piastrine).

Questa forma è mortale se non curata in tempo e in maniera adeguata a causa soprattutto del grande rischio di infezioni (sepsi, polmoniti), di emorragie, anemia o cachessia.

Inoltre, in alcuni casi, il parassita rimane nell'organismo in forma latente, con il rischio di ricadute di malattia soprattutto con il calo delle difese immunitarie.

Leishmaniosi nel cane

Vista la presentazione della malattia nell'essere umano, è importante anche saper eventualmente riconoscere la leishmaniosi nel proprio cane.

Questa malattia è molto spesso fatale per il cane, e anche curata non guarisce completamente.

I primi sintomi possono essere rappresentati dal dimagrimento, dalla perdita di peli attorno agli occhi e al tartufo (punta del naso). Successivamente possono comparire lesioni cutanee (ulcere o dermatiti), epistassi, crescita eccessiva delle unghie, linfoadenopatie, insufficienza renale e ad altri organi interni.

Visto che la leishmaniosi può essere silente per diverso tempo (anche anni), è buona norma recarsi dal veterinario all'inizio della primavera o dopo una permanenza in aree geografiche endemiche per questa malattia nei cani.

Valgono ovviamente le regole già prima esposte, come usare un collare antiparassitario e far dormire di notte il cane in un luogo chiuso e protetto dagli insetti.

Diagnosi

La diagnosi si basa principalmente sull'anamnesi e sull'esame obiettivo. Ovviamente è più facile far diagnosi in caso di malattia cutanea in quanto le lesioni sono solitamente ben visibili.

Per quanto riguarda invece la forma viscerale, si ricorre ad esami del sangue, si ricercano gli antigeni del parassita nelle urine e si ricorre al puntato midollare e splenico. In pratica si aspira del materiale in questi organi e si ricercano le Leishmanie. Questi parassiti possono poi essere coltivati su particolari terreni di coltura (solitamente il terreno NNN).

La leishmaniosi viscerale va distinta da altre patologie come la leucemia, il linfoma, la brucellosi e il tifo, che possono tutte dare un quadro sintomatico simile alla leishmaniosi.

Terapia

Per la cura di questa malattia si ricorre solitamente all'uso di amfotericina B liposomiale alla dose di 3-4mg pro kg al giorno somministrati endovena per circa 2 settimane.

Altri farmaci utili sono gli antimoniali pentavalenti, somministrati alla dose di circa 20mg/kg/die per 3 settimane nella forma cutanea e 4-5 settimane in quella viscerale.

Questi ultimi farmaci hanno però diversi effetti collaterali: anoressia, malessere generale, nausea, vomito, dolori addominali, mialgie, rialzo enzimi epatici e pancreatici, allungamento dell'intervallo QT o inversione dell'onda T all’ECG, aritmie a volte fatali, per questo bisogna fare molta attenzione nella loro somministrazione.  

 

 

 

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