Certificazione "prodotto italiano"

Indice delle risposte pubblicate

Buongiorno, mi chiamo Angela, stavo cercando informazioni sulle farine, e mi sono imbattuta nel vostro sito: è molto bello ed interessante, ma soprattutto di facile consultazione e chiaro nelle sue spiegazioni, complimenti! Ho pensato così di scrivervi per richiedervi un informazione in particolare: girando per i banchi frigo del supermercato, ho notato che ci sono prodotti sulla cui confezione è stato inserito un marchio rotondo con i colori della bandiera italiana ed una dicitura che dice pressoché cosi: prodotto italiano o prodotto in Italia. La mia domanda è: un azienda per ottenere questo marchio deve seguire un particolare disciplinare di produzione? Esiste un ente pubblico a cui bisogna fare domanda per ottenere questo marchio? Vi ringrazio per la risposta datami e vi saluto.

 

 

Cara Angela,

la tua mail pone una questione importante sulle certificazioni di qualità. Proprio ieri ho pubblicato un articolo che fornisce una valutazione oggettiva sui salumi DOP e IGP italiani. Si può notare come queste due certificazioni, tra le più note e importanti, in realtà spesso certificano ben poco. Quindi, di fronte a una certificazione di qualità, bisogna comportarsi esattamente come hai fatto tu, ovvero chiedersi:

  1. quale caratteristica del prodotto viene certificata?
  2. è possibile risalire al disciplinare di produzione, ovvero alle regole che l'azienda deve soddisfare per ottenere la certificazione?
  3. tali regole garantiscono una qualità oggettivamente superiore a qualunque altro prodotto sul mercato?

 

 

È evidente che queste risposte devono ottenere una risposta senza impiego eccessivo di tempo e risorse.

Non possiamo di certo pensare di perdere un pomeriggio per cercare di capire quali caratteristiche possiede un prodotto. Per esempio, i formaggi DOC esistono da una vita, ma se prendiamo un italiano a caso e gli chiediamo cos'è un formaggio DOC, 10 a 1 che non sa che pesci pigliare.

Le DOP e le IGP, invece, sono molto più note al grande pubblico e in molti sanno più o meno cosa significano e cosa certificano. Internet è un ottimo strumento per capire se una certificazione è promossa nel modo giusto: se voglio sapere cos'è un prodotto DOP o IGP ci metto 3 secondi, se voglio sapere cos'è un "prodotto italiano", le cose si complicano: io in 15 minuti di ricerca ho trovato ben poco (nessuna immagine del bollino!).

 

 

Idem se la certificazione riguarda un prodotto biologico: tutti sanno più o meno cos'è l'agricoltura biologica e le informazioni si possono reperire velocemente.

Dunque se trovate una certificazione che non fornisca anche le informazioni necessarie a capire che cosa certifica (siti internet, numeri verdi, spiegazioni sull'etichetta stessa) prendetela con le molle: potrebbe essere uno specchietto per le allodole.

Nel caso specifico, magari il prodotto è trasformato in Italia ma le materie prime sono estere... E poi, francamente, io non mi sentirei più sicuro solo sapendo che un prodotto è fatto in Italia, come se questo bastasse a garantirne la maggior qualità.

Le schifezze le facciamo qui come all'estero, io desidero essere garantito sulla qualità oggettiva del prodotto (per esempio presenza o meno di additivi nocivi, ecc.) e non solo sulla sua provenienza.

Per esempio, questa estate sono andato in Francia, ho percorso in auto tutta la zona centrale dal mare alla Borgogna e per 500 km non ho visto altro che mucche al pascolo senza soluzione di continuità. Se quella è la carne francese che arriva in Italia, beh, ben venga la carne francese! In Italia le mucche al pascolo sono una cosa in via di estinzione...

 

 

 

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