Avversione al latte... E alla colazione nel bambino

Indice delle risposte pubblicate

La mia nipotina dell'età di tre anni e mezzo, non beve il latte da oltre un anno asserendo che gli mette nausea. Praticamente non vuole fare colazione al mattino perchè dice lei non ha fame. A mezzogiorno e alla sera mangia normalmente preferendo pasta al pomodoro e carne, non si riesce a farle mangiare latticini. E' alta cm. 103 e pesa kg. 16. Vi saremmo grati se vorrete trasmetterci Vostri suggerimenti ed indicazioni per il superamento di questa problematica. Restiamo in attesa di Vostre cortesi notizie in merito e porgiamo cordiali saluti.

 

 

Gentile signora,

un certo "disgusto" per il latte e derivati è, direi, quasi fisiologico nella maggior parte dei bambini dell'età della sua nipotina. Tuttavia il "disgusto", così come, sul versante opposto, la "ricerca spasmodica" di un determinato alimento deve anche far pensare alla possibilità di un'allergia verso l'alimento stesso.

Difficile che un'allergia alimentare si manifesti solo con questa attrazione/repulsione verso l'alimento, senza altra sintomatologia più importante ed evidente, ma l'allergologia ci sta abituando a vedere più eccezioni che regole, dunque non è di per sé impossibile.

Vi sarebbe - nel caso della nipotina - anche la asserita "nausea": non la scarterei a priori come impossibile o falsa, ma può essere una buona spiegazione che la bambina ha appreso ad utilizzare.

Vi prospetto l'ipotesi dell'allergia non perché creda che questa sia la

causa più probabile, ma semplicemente come parte delle possibilità; la causa più probabile resta, a mio avviso, la fisiologica "neofobia" del bambino di quest'età, che così come rifiuta di provare cose nuove spesso rifiuta anche di mangiare alimenti a lui/lei consueti ...e lo farà ancora per un certo tempo!

 

 

Diverso è il discorso per la colazione di per sé; ma qui sorge una domanda:

in casa, si fa normalmente e regolarmente la colazione? oppure ognuno per

sé, un caffè al volo e via? perché a 3-4 anni si fa quello che si vede fare

agli altri, e se i genitori/fratelli/nonni o chiunque altro stia con la

bambina, non fa colazione, difficile convincerla che lei - e solo lei! -

invece debba farla.

Dunque se c'è qualche comportamento difforme negli altri membri della

 

 

famiglia, è fondamentale correggere per prima cosa questa cattiva abitudine;

solo contestualmente a tale correzione si potrà insistere con la piccola

perché faccia la 1^ colazione: "vedi? la facciamo tutti!"

Finisco con un consiglio strettamente nutrizionale, e non più alimentare: fintantoché la bambina non assumerà latte e derivati, l'unico vero rischio cui si può andare incontro è la carenza di calcio. per ovviare a ciò si possono utilizzare vari metodi: acque ricche in calcio (la migliore da questo punto di vista è - tra le commerciali - la Sangemini), alimenti per l'infanzia compatibili con l'età della bambina (ad es. alcuni tipi di yogurt, alcuni biscotti, alcune merendine: tutti dovrebbero riportare la dizione "addizionati/fortificati in calcio"), se possibile cereali integrali (il "germe" dei cereali è ricco di calcio).

In assenza di queste integrazioni attraverso l'alimentazione, sarà necessario somministrare un integratore di calcio, anche a basso dosaggio, meglio se coniugato con vit. D, di cui comunque il bambino necessita durantela stagione invernale; tra quelli che mi vengono in mente perché più gradevoli per i bambini vi sono sicuramente le caramelle mou Caltrate Junior, 2 al giorno, oppure 1/2 compressa effervescente di Calcium D3 Sandoz.

Sperando di aver fugato i suoi dubbi, la saluto cordialmente.

Andrea Vania

 

 

 

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