La broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) è un insieme di disturbi respiratori caratterizzati da una progressiva ostruzione bronchiale, con importante riduzione del flusso aereo da e verso i polmoni, raramente reversibile. Spesso è presente anche un certo grado di iperreattività bronchiale, cioè una qualche forma di infiammazione a livello della mucosa dei bronchi.
La BPCO spesso coesiste con fenomeni asmatici e quando sono presenti riacutizzazioni di malattia spesso è difficile differenziare i due disturbi.
Include l'enfisema e la bronchite cronica, due patologie distinte ma presenti in associazione nella maggior parte dei casi; la loro identificazione esclude altre patologie causa di ostruzione cronica delle vie aeree come la fibrosi cistica e le bronchiectasie.
La BPCO è un disturbo clinico molto comune ed interessa circa il 5% della popolazione, rappresentando la quarta causa di morte in Europa e negli USA. Gli uomini sono più colpiti rispetto alle donne e la razza caucasica è più affetta rispetto a quella afroamericana.
La prevalenza di questa malattia è inoltre associata a una bassa condizione socioeconomica e a un basso peso alla nascita.
È l'unica, tra le prime 10 cause di morte, le cui percentuali di mortalità sono tuttora in aumento. Il picco di incidenza si manifesta tra i 70 e gli 80 anni di età, seguito da una diminuzione legata principalmente alla mortalità.
La BPCO ha origine da un processo infiammatorio che coinvolge le vie aeree e gli spazi aerei distali.
Lo sviluppo dell'infiammazione si basa su una condizione chiamata stress ossidativo, cioè l'aumento dell'attività di sostanze ossidanti e la riduzione dell'attività di quelle non ossidanti.
Il maggior fattore di rischio è sicuramente il fumo di sigaretta: il rischio di sviluppare la BPCO è proporzionale al numero di anni in cui si è fumato e al numero di sigarette fumate.
Si calcola infatti che il 90% dei casi di BPCO si verifichi nei pazienti forti fumatori, mentre solo il 10% è causato dall'inquinamento atmosferico, dall'esposizione lavorativa a polveri o sostanze chimiche (vapori, irritanti, fumi) e alla predisposizione genetica, come la mancanza di alcuni meccanismi di difesa polmonari (l'alfa-1 antitripsina) oppure l'ipereattività delle vie aeree.
I sintomi principali sono la tosse (soprattutto mattutina) che si accompagna spesso, ma non sempre, ad espettorazione di muco. Con il passare del tempo si verifica la dispnea, ovvero la difficoltà nel respirare (affanno o "fame d'aria").
Inizialmente la dispnea si manifesta sotto sforzo, dopo aver fatto le scale, dopo aver camminato, per poi comparire anche a riposo.
Purtroppo nella BPCO, l'ostruzione delle vie aeree non è reversibile e per questo non va confusa con l'asma, altra malattia che causa broncocostrizione ma è reversibile.
L'asma solitamente si manifesta in età più giovanile (a differenza della BPCO che compare dopo i 40 anni) e i suoi sintomi sono facilmente reversibili con la somministrazione di broncodilatatori o cortisonici. Inoltre, nei periodi liberi dagli attacchi di asma, i pazienti stanno bene, non presentando difficoltà respiratorie.
La diagnosi di BPCO dovrebbe essere presa in considerazione nei soggetti adulti, fumatori o esposti ad alcuni dei fattori di rischio (inquinamento, fumi, polveri, gas irritanti...) e che presentino alcuni dei sintomi caratteristici della malattia ovvero:
In alcuni casi, la tosse cronica e l'espettorazione precedono anche di molti anni la dispnea e la riduzione del flusso aereo espiratorio, ma c'è anche da sottolineare come non tutti i pazienti con tosse e espettorazione sviluppino poi nel futuro la BPCO.
La diagnosi quindi, oltre che sull'anamnesi del paziente, deve essere confermata da alcuni esami strumentali come la spirometria.
La spirometria è un esame di semplice esecuzione, non invasivo per il paziente, che valuta la funzionalità dei polmoni.
Si tratta di un esame capace di misurare i volumi respiratori e i flussi di aria che escono dall'apparato respiratorio del soggetto. Viene eseguito da uno strumento che si chiama spirometro e che è collegato ad un computer, che riceve un segnale e lo trasforma in valori numerici e immagini grafiche. Inoltre, affiancati alla spirometria, si raccolgono anche dati come l'altezza e il peso del paziente per il calcolo dei cosiddetti "valori teorici" cioè normale per quell'eta, peso, altezza e sesso.
Solitamente nell'esame si distinguono due fasi: quella lenta e quella forzata.
Al soggetto, seduto comodamente, viene tappato il naso con un tappanaso e gli viene chiesto di respirare normalmente per alcuni secondi. Quindi deve inspirare profondamente per riempire completamente i polmoni per poi espirare e quindi soffiare in un tubo attraverso un boccaglio in modo da svuotare i polmoni dall'aria. Questa viene definita fase lenta e viene ripetuta per 3 volte in modo da ottente dei valori attendibili.
Quindi si passa alla fase forzata, che prevede un'inspirazione profonda e un'espirazione forzata. Anche questa fase viene ripetuta 3 volte.
Il parametro funzionale di riferimento per stabilire la gravità della BPCO è la FEV1, ovvero il volume d'aria espirato forzatamente nel primo secondo di espirazione. Il valore normale della FEV1 nei soggetti sani si aggira intorno all'80-100%, mentre nei pazienti affetti da BPCO è ridotto.
Un altro test utile per differenziare l'asma dalla BPCO è il test di reversibilità. Anch'esso è di facilissima esecuzione: al paziente si somministrano 2 puff di un farmaco broncodilatatore (salbutamolo) e si ripete la spirometria dopo 20 minuti. Se la FEV1 aumenta di almeno il 12% rispetto alla spirometria precedente si pone la diagnosi di asma bronchiale, se invece questo aumento non raggiunge il 12% si pone diagnosi di BPCO.
La migliore terapia per la BPCO è la prevenzione. Purtroppo non esitono terapie per questa patologia se non la somministrazione di broncodilatatori per alleviare i sintomi e, in caso di necessità, l'ossigeno può risultare utile.
La prevenzione si effettua innanzitutto smettendo di fumare e cercando di evitare l'esposizione ad altri fattori di rischio come l'inquinamento, le polveri o i gas irritanti.
Risulta d'aiuto anche mantenersi in forma facendo ogni giorno una passeggiata e mantenendo il proprio peso forma. Il sovrappeso infatti non aiuta di certo la funzione respiratoria, già compromessa in questa patologia.
L'esame delle feci è una procedura diagnostica che consiste nella raccolta e nell'analisi di un campione di feci, al fine di individuare alcune eventuali condizioni patologiche.
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