Chi pratica lo sci per 25-30 giorni all'anno (o più) può già ritenersi un grande appassionato che scia un numero di giorni molto superiore alla media. Visto che si scia per così pochi giorni ogni anno, è fondamentale farlo con un'attrezzatura ben preparata.
Tutti conoscono la normale manutenzione dello sci che prevede di mettere la sciolina e affilare le lamine, ma le cose non sono così semplici, come vedremo. Per capire di cosa sto parlando, cerchiamo di capire in che modo si usura uno sci durante il normale utilizzo.
Le lamine incidono la neve garantendo la tenuta dello sci, questo tuttavia comporta una progressiva usura. Di fatto le lamine si comportano come un coltello da cucina: utilizzandolo si "perde il filo" che va ravvivato spesso con un "acciarino" o una pietra a grana fine, e ogni tanto va completamente rifatto con una pietra più abrasiva.
Per le lamine vale lo stesso principio: l'affilatura perfetta si perde molto rapidamente, bastano poche ore di sci (o anche una sola ora o addirittura una sola pista, se il fondo è particolarmente duro), quello che resta è un'affilatura comunque sufficiente (ma non ottimale) che va progressivamente perdendosi nell'arco di alcune giornate di sci, anche qui l'effettiva durata dipende dalle condizioni della neve. Per ravvivare una lamina poco usurata è sufficiente un diamantino (diaface) mentre per ripristinare una lamina più usurata bisogna usare una lima. L'affilatura delle lamine si esegue anche a macchina, ma quella a mano è più accurata, e richiede 10-15 minuti circa, se eseguita da un esperto.
La prima forma di usura alla quale va incontro la soletta è la perdita della sciolina. Appena sciolinata, la soletta si presenta lucida e "unta", una volta perduta la sciolina diventa opaca e progressivamente si formano delle zone chiare, soprattutto nelle zone di maggior attrito (vicino alla lamina, in corrispondenza dell'attacco), successivamente le zone chiare si estendono a tutta la soletta, che inizia ad apparire tutta secca e biancastra, come se avesse una fine peluria chiara. A questo punto lo sci diventa molto lento e la soletta va incontro ad usura più rapidamente. La sciolina, dunque, oltre ad avere la funzione di rendere la soletta più scorrevole sulla neve, svolge anche (direi soprattutto) una funzione protettiva. Uno sci più scorrevole, infatti, fa anche meno attrito e questo comporta ovviamente una minor usura. Per questo motivo non bisogna pensare che uno sci vada mantenuto sciolinato solo se si fanno le gare.
La soletta, in ogni caso, si usura nel tempo, e lo fa in modo non uniforme. I punti di maggior attrito, quelli a ridosso delle lamine, si usurano di più, e nel tempo la soletta perde la sua planarità diventando "bombata". Questo comporta un cambiamento nelle caratteristiche dello sci, che diventa più facile da mettere sugli spigoli, ma meno preciso nel vincolo, proprio a causa di questa bombatura della soletta che di fatto va ad aumentare l'angolo di tuning della lamina. La presenza di bombatura la si misura con una barretta metallica di riscontro, che si posiziona sulla soletta e consente di valutare a occhio se e quanta "luce" passa tra il riscontro e la soletta.
Per sistemare questo tipo di usura bisogna mettere lo sci in un'apposita macchina a controllo numerico che rettifica la soletta, ripristinandone la planarità, e rifà l'impronta (quella "trama" che si vede in controluce sulla soletta) ex novo. Questa operazione, ovviamente, non si può fare in casa perché necessita di speciali macchinari. Fortunatamente si può fare ogni 20-30 uscite, quindi per la maggior parte degli sciatori è sufficiente farla una volta all'anno o ogni due anni, comunque va fatta solo se l'usura della soletta lo richiede.
Per ripristinare l'angolo di tuning si utilizzano macchinari, oppure lime con squadrette apposite, che tuttavia necessitano di particolare manualità. Quindi, a mio parere, anche il tuning è meglio farlo fare quando si rettifica la soletta, e poi ce ne si può anche dimenticare fino alla successiva rettifica.
Da ultimo trattiamo i danni alla soletta causati da pietre e quant'altro di abrasivo possiamo trovare sulle piste da sci. I segni e i buchi che si provocano alla soletta sciando si possono sistemare con appositi candelotti di polietilene che ripristinano la soletta andando a "riempire" il buco con un materiale simile a quello della soletta stessa. Questa viene poi rettificata per livellare il materiale inserito, la rettifica elimina anche tutti i segni superficiali perché asporta uno strato uniforme di materiale su tutta la superficie della soletta. Insomma, anche questi danni si sistemano durante la manutenzione annuale, da parte dello skiman professionista. Se durante la stagione provochiamo un danno notevole alla soletta, che ci impedisce di utilizzare lo sci, allora semplicemente anticiperemo la rettifica.
Riassumendo quando detto fin'ora, la manutenzione fai da te si dovrebbe limitare alla sciolinatura e al rifacimento del fianco della lamina. Tuning, rettifica, impronta e ripristino della soletta danneggiata da sassi o altro è meglio lasciarla ai professionisti.
La sciolina andrebbe messa sugli sci quando iniziano a diventare chiari in alcuni punti, ovvero dopo 15-20 ore di sci dipendentemente dal grado di abrasione della neve. Per proteggere come si deve lo sci, tuttavia, conviene non superare le 10 ore (3-5 uscite). Non va sottovalutato il tipo di sciolina che si va ad utilizzare. Le scioline si suddividono in base al contenuto di fluoro e alla temperatura della neve. Una sciolina per nevi fredde avrà un punto di fusione più basso e il contrario avviene per una sciolina per nevi calde. Le prime rimarranno sullo sci per più tempo, le seconde se ne andranno molto facilmente. Il mio consiglio, se non dovete fare gare, è quello di sciolinare con una sciolina al fluoro di colore blu, ovvero per nevi fredde, e questo a prescindere dalla temperatura della neve. A fronte di una perdita in scorrevolezza (rispetto ad uno sci sciolinato con la sciolina giusta per la temperatura della neve) di cui non vi accorgerete mai, avrete una sciolinatura che durerà di più e con la quale potrete sciare tranquillamente per 15-20 ore, se la neve non è particolarmente abrasiva.
Per quanto riguarda le lamine, il fianco andrebbe ripristinato con una lima diamantata (o diaface), da 100 o 200, e finita con quella da 600, idealmente prima di ogni uscita. Quando la lima diamantata non è più sufficiente, perché la lamina si è usurata eccessivamente (questo succede dopo 2-10 uscite a seconda della qualità della neve), bisogna usare una lima vera e propria, che asporti abbastanza materiale da "ritrovare" la lamina e garantire l'affilatura. La manutenzione corretta delle lamine giustifica l'acquisto dell'attrezzatura necessaria: uno sciatore da 20 giorni l'anno di sci è in grado di ammortizzarla in due o tre stagioni.
Se non avete intenzione di allestire un banco di lavoro per sciolinare e affilare un fianco della lamina particolarmente usurato, potete limitarvi ad un'attrezzatura minimale, costituita solamente da:
Con questa attrezzatura, dal costo di circa 200 euro, la manualità richiesta è davvero minima e sarete in grado di ripristinare il fianco della lamina dopo ogni uscita. Quando il diaface non sarà più sufficiente, farete sistemare gli sci da un professionista. In questo modo potrete comunque sciare con uno sci sempre a posto, con un impegno relativo in termini economici e di apprendimento delle tecniche di manutenzione.
Per una manutenzione fai da te più accurata (fianco della lamina e sciolina) è necessaria la seguente attrezzatura.
Attenzione, non si tratta di TUTTA l'attrezzatura necessaria per preparare uno sci nel modo migliore in assoluto, ma semplicemente dell'attrezzatura minima indispensabile per avere uno sci ben preparato per sciare in sicurezza e con una performance più che buona.
Il costo di questa attrezzatura è di circa 400 euro, quanto una quindicina di sciolinature e affilatura lamine effettuata da uno skiman. Quindi in 2-3 anni si ammortizza tranquillamente la spesa, anche meno se in famiglia sciano diverse persone o se voi utilizzate diverse paia di sci. Occorre avere anche un minimo di spazio in garage, la cosa migliore è lasciare l'allestimento montato, o quantomeno lasciarlo montato durante tutta la stagione invernale.
La lima per affilare la spatola di plastica per rimuovere la sciolina deve essere fissata al tavolo di lavoro con due viti, insieme ad un angolare (vedi foto). In questo modo la si potrà agevolmente affilare prima di ogni spatolata.
Il toglifenolo è facoltativo perché ci si può far rimuovere il fenolo in eccesso (quello strato di plastica immediatamente sopra la lamina, sul fianco dello sci) dallo skiman durante la manutenzione annuale e di solito si riesce ad andare avanti tutto l'anno. Averlo comunque male non fa.
Le spazzole si utilizzano per rimuovere l'eccesso di sciolina dalla soletta, e renderla perfettamente lucida. In genere se ne usano tre (acciaio, ottone/nylon, nylon, in ordine di abrasività decrescente), ma per un uso turistico potete tranquillamente limitarvi a quella intermedia in ottone/nylon (moltissimi non spazzolano nemmeno, si limitano a spatolare via la sciolina: io preferisco dare una spazzolata veloce).
Il grande vantaggio di eseguire la manutenzione ordinaria autonomamente è quello di poter sciare con uno sci sempre a posto, soprattutto per quanto riguarda le lamine. Per ravvivarle con un diaface da 100 occorrono non più di 5 minuti, una volta acquisita la manualità sufficiente, e questo si può (anzi, si deve) fare prima di ogni uscita, e consente di sciare sempre con lamine perfettamente affilate.
Quando siete in settimana bianca dovete portarvi dietro almeno la squadretta, la pinza, il diaface da 100 e gli elastici per ski stopper. In questo modo potrete ripristinare l'affilatura degli sci ogni giorno. In molti hotel viene messo a disposizione un banco con le morse, e questa è la situazione ideale... Altrimenti dovete portarvi dietro le vostre, e sincerarvi del fatto che esista almeno un banco di lavoro dove poterle montare. Se non esiste, allora dovrete lavorare appoggiando lo sci per terra: non è il massimo, ma se bisogna solamente lavorare con il diaface, è comunque meglio di niente.
Andrea Tibaldi - Maestro di sci - SEGUIMI su YOUTUBE
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