Sci: la tecnica del carving

L'avvento degli sci carving (o meglio "sciancrati") ha reso più facile la vita di molti sciatori e ha cambiato la vita ad altri...

 

 

Quando sono nati gli sci carving?

Gli sci sciancrati, "shaped ski" in inglese, o semplicemente "sci carving", nascono molto tempo prima della loro commercializzazione su vasta scala. I primi brevetti risalgono al 1960 ad opera dello sloveno Zvone Debeljak, seguito dieci anni dopo in Austria da Hans Zeilinger e altri. A quanto pare Stenmark provò uno sci carving nella stagione 1988-89, ma la FIS ne vietò immediatamente l'utilizzo. La svolta avvenne infine ad opera dell'austriaco Reinhard Fischer, che si battè negli anni '80 per convincere le case costruttrici a realizzare uno sci con un profilo curvilineo di curvatura accentuata, la cosiddetta sciancratura, che consentisse appunto di sciare con la tecnica del carving. Nei primi anni '90 finalmente alcune case, Fischer ed Elan in testa, intuirono la potenzialità di questi sci e iniziarono a produrli. Nella seconda metà degli anni '90 si assistì alla diffusione di massa di questi nuovi attrezzi e nei 5-10 anni seguenti avvenne la cosiddetta rivoluzione del carving, con la totale scomparsa dei vecchi sci dritti e la progressiva messa a punto delle tipologie di sci che ancora oggi utilizziamo.

 

 

Ricordo come se fosse ieri la prima volta che provai un paio di sci carving. Li noleggiai nella mia ultima giornata di sci della stagione 1997/98, a Pampeago. Non avevo la più pallida idea di come avrei dovuto sciare con questi sci: visto quanto erano corti, pensavo di dover fare delle curve strette, ma dopo due piste non avevo ancora percepito nulla di interessante. Poi vidi uno sciatore tirare dei curvoni larghi, in perfetta conduzione, e pensai che forse era quello lo scopo degli sci carving. Tempo 10 minuti e mi ritrovai sul muro ghiacciato della pista dell'Agnello a tirare curve in conduzione a inclinazioni tali che sentivo i pantaloni della tuta della gamba interna strisciare sulla neve in corrispondenza del polpaccio, una sensazione mai provata prima.

Quelle sensazioni dovevano essere veramente belle, se mi hanno fatto intraprendere un lungo percorso, che mi ha portato nel 2014 a diventare maestro di sci. E ancora oggi continuo ad emozionarmi tirando curve a inclinazioni notevoli, come nella foto qui a fianco, scattata nel 2017 a Marilleva.

Tecnica carving

Non c'è nulla di più bello nello sci da discesa di riuscire a pennellare le curve, con inclinazioni sempre maggiori e di conseguenza vincendo una forza centrifuga sempre crescente. Gli sci carving mi consentivano di disegnare curve perfette, con inclinazioni che non avrei mai pensato di raggiungere, a velocità impensabili e su qualunque pendio.

Quel giorno di fine Marzo del 1998 tornai a casa galvanizzato e l'anno successivo comprai i miei primi sci carving... Sbagliando l'acquisto. Ma di questo parleremo alla fine dell'articolo.

In cosa consiste la tecnica del carving?

Per capirlo, basta guardare una gara di coppa del mondo di slalom gigante o speciale del 1990 e una gara attuale. Nel 1990 i campioni si mettevano spesso e volentieri "di traverso" in ingresso di curva, oggi disegnano curve rotonde, perfette, che si raccordano perfettamente tra loro senza accenno di derapate, se non sul ripido o nei tracciati molto stretti (soprattutto dal 2012, a causa degli sci con raggio 35 metri che hanno limitato la possibilità di carvare in ogni condizione, tornati a 30 metri dal 2017, ma tanto i "mostri" di coppa del mondo avevano imparato a carvare anche con questi sci).

Prima dell'avvento degli sci carving sciare significava derapare e le curve in perfetta conduzione erano prerogativa dei campioni: con i moderni sci chiunque sia dotato di una tecnica discreta può provare l'emozione di una curva in pefetta conduzione.

Oggi sulle piste si notano molte impronte nette degli sci, come se gli sci fossero letteralmente piantati nella neve durante la curva. Fino agli inizi del terzo millennio queste tracce non esistevano o erano solo rettilinee! Queste impronte sono causate dai moderni sci che "tagliano" (to carve significa tagliare in inglese) letteralmente la neve durante la curva.

Carving puro o curve condotte?

La tecnica italiana non è chiarissima nel differenziare questi due modi di sciare.

Con il termine "conduzione" infatti si intendono le curve sugli spigoli, ma non carvate (lo sci non corre piantato sullo spigolo, ma c'è sempre un certo grado di sbandata, vedi video degli istruttori nazionali, livello 6, curve condotte). Il livello successivo sono le curve sportive, che sono effettivamente perfettamente binariate, ma nel video e nel testo ufficiale dello sci italiano non si parla mai di curve binariate o di carving. Esistono diversi termini che si possono utilizzare in italiano, probabilmente i due più utilizzati sono "curve binariate" o "superconduzione" per indicare il carving "puro".

 

 

In inglese c'è chi parla di "edge locked" (spigolo "piantato"), e di "brushed carving" (carving spazzolato) per le curve condotte.

Per tagliare la testa al toro, io propongo di parlare di curve carvate quando si lasciano i binari sulla neve. Questo è possibile anche facendo curve condotte, ma dove la sbandata deve essere veramente minima. Le curve condotte meritano un articolo a parte che scriverò a breve.

Come funziona uno sci moderno?

Sci carving

Gli sci moderni hanno tutti una certa sciancratura, cioè hanno la spatola (la parte anteriore dello sci) e la coda più larghe della parte centrale. Se incliniamo lateralmente lo sci, come avviene durante la curva, esso tocca il terreno solo in punta e in coda. Se schiacciamo lo sci applicando un peso al centro, esso si incurva e la lamina tocca il terreno per tutta la sua lunghezza, disegnando una curva il cui raggio dipende dalla lunghezza dello sci e da quanto è pronunciata la sciancratura cioè dalla differenza di larghezza tra punta, centro e coda dello sci.

Immaginiamo lo sci in questa posizione, con la lamina piantata nella neve per qualche millimetro. Spostiamo lo sci in avanti: esso si sposterà lungo la traiettoria curvilinea poc'anzi descritta.

Durante la curva, il peso del corpo fa incurvare gli sci proprio in questo modo... Se la posizione del corpo è giusta, lo sci "curva da solo", disegnando una traiettoria curvilinea perfetta.

In questa situazione l'attrito è minimo, molto inferiore rispetto a quando le curve si facevano "derapando", cioè con lo sci che striscia di traverso sulla neve. Attrito ridotto significa maggiore velocità in curva. Una volta curvare significava frenare, oggi in curva si ha la netta sensazione di accelerare!

Moltissimi sciatori sono in grado di percepire una certa conduzione di curva utilizzando gli sci carving, ma solo quelli dotati di una ottima tecnica riescono a sfruttare al meglio questi sci facendo un salto di qualità impressionante in un tempo brevissimo.

La tecnica del carving

La tecnica del carving è quella che consente di fare le curve carvate, o binariate, disegnando delle tracce nette, perfette, sulla neve. Questo tipo di curva rappresenta la perfezione nello sci da discesa, quello a cui tutti dovrebbero o vorrebbero aspirare: è il modo di sciare più divertente, emozionante, spettacolare (bello da vedere).

Con questo voglio dire che non esiste una tecnica non carving e una tecnica carving: oggi sciare bene significa saper fare le curva carvate (con la tecnica del carving).

La dimostrazione di questa mia opinione è il fatto che gli sci fun carving (sci corti e molto sciancrati, con una piastra molto alta, che consentono inclinazioni estreme a scapito della tenuta sul ghiaccio, della velocità e della stabilità) non si sono diffusi e sono letteralmente scomparsi dalla circolazione. Il perché è semplice: chi è in grado di utilizzarli si diverte di più con sci race carve o comunque con sci dalle sciancrature non estreme. Questo dimostra che lo sci moderno è il carving, non esistono altri modi di sciare... Chi scia bene, scia con questa tecnica, gli altri sono ancora sciatori intermedi, non dotati di una buona tecnica e non in grado di sfruttare al meglio i nuovi materiali.

Ulteriore dimostrazione di questa mia opinione, è il fatto che i campioni di coppa del mondo sciano con la tecnica del carving, come dimostrato nel video proposto in precedenza. Il perché è semplice: la perfetta conduzione consente di sviluppare la maggiore accelerazione durante la curva. In una gara, gli atleti che vincono sono spesso quelli che riescono a tirare curve pulite, perfettamente condotte, nella maggior parte del tracciato.

La chiave per pennellare le curve è possedere i fondamentali dello sci, cioè padroneggiare quei movimenti che Harad Harb chiama "primary movements", senza i quali è impossibile tirare le curve sugli spigoli:

  • il tipping, cioè essere in grado, con un movimento che parte dai piedi, di inclinare lateralmente il piede e la gamba per mettere lo sci sullo spigolo (vedi articolo "usare i piedi nello sci");
  • essere in grado di ruotare i piedi con un movimento che parte dalle anche (teste dei femori), la cosiddetta "separazione", che associata al tipping consente di aumentare l'inclinazione e "dissociare" la parte alta e quella bassa del corpo, questo consente di deformare lo sci e uscire dalla curva in modo dinamico, sfruttando la risposta elastica dello sci;
  • essere in grado di ripartire in modo corretto il carico tra lo sci esterno e lo sci interno (qui cosa significa e come farlo);
  • essere centrali cioè avere un buon "fore-aft balance", non arretrati né col peso del corpo sbilanciato in avanti (qui cosa significa e come farlo);
  • controbilanciare tale movimento con la parte superiore del corpo, per mantenere l'angolazione ottimale dell'anca e delle spalle rispetto alla parte inferiore del corpo, e cioè non andare "in rotazione" verso l'interno della curva, né in controrotazione (controspalla).

Se ragioniamo con i nuovi livelli in vigore dal 2018, possiamo dire che per iniziare a tirare curve sugli spigoli bisogna almeno aver raggiunto il livello 5.

I metodi di insegnamento si sono evoluti con l'avvento dei nuovi sci, tuttavia non tutti i maestri hanno evoluto i propri metodi di insegnamento e quindi non insegnano questi fondamentali, se non indirettamente. Questo vale soprattutto per i principianti, ma anche per gli sciatori intermedi che non hanno ancora la tecnica per tirare curve sugli spigoli. Esistono anche prodotti multimediali, come i libri e i DVD di Harald Harb, ideatore del metodo "Primary Movement Teaching System", che ho trovato veramente utili per integrare gli insegnamenti (comunque indispensabili!) di un buon maestro, di un allenatore o di un istruttore. In Italia, come non citare Mauro Anghilante, che già a metà degli anni 80 aveva elaborato un metodo di insegnamento per sciare sugli spigoli... Già, perché gli sci sono sempre stati sciancrati, prima dell'avvento del carving lo erano semplicemente di meno!

Soddisfatti questi fondamentali, gli sci moderni fanno il resto... Ma bisogna scegliere gli sci giusti in base alla propria tecnica attuale di sciata.

Gli sci per il carving

I miei primi sci carving (1998) furono dei Volkl P30 Race Carve di 200 cm. Velocissimi, pesantissimi... E difficilissimi da far girare. Per imparare a fare le curve in conduzione con quelli sci ci vollero tante giornate e un inverno passato in palestra per potenziare i quadricipiti. Fu un errore che pagai caro, in termini di divertimento. E lo stesso accade ai tanti sciatori che si vedono sulle piste, che sfoggiano i loro race carve da 900 euro... Che non sanno usare.

Per capire di cosa sto parlando, prendiamo in considerazione le caratteristiche di uno sci carving:

  • la sciancratura;
  • la rigidezza;
  • la lunghezza.

La sciancratura, la lunghezza e la durezza (o rigidezza, o flessibilità) influiscono sulla facilità di sciare con la tecnica carving. Uno sci più sciancrato, più corto (senza esagerare) e più flessibile gira più facilmente, ma è meno stabile alle alte velocità e ha una minor tenuta sulla neve dura.

Uno sciatore intermedio, che vuole far propria la tecnica del carving, ha bisogno di uno sci che lo aiuti nell'esecuzione delle curve in conduzione, dunque di uno sci di media lunghezza, flessibile e con sciancrature accentuate (ma non troppo). Se punta al top di gamma si troverà sotto i piedi uno sci rigido, che non si flette in curva e quando lo fa reagisce in modo violento, e che non taglia la neve se non sono soddisfatte queste due condizioni: grande forza applicata e tecnica perfetta.

La forza è proporzionale alla velocità (al quadrato) e al raggio di curva (più stretto è, maggiore è la forza centrifuga).

Dunque, tecnica perfetta mantenuta a velocità medie o elevate... Cosa che lo sciatore intermedio deve ancora imparare a fare. E che non imparerà mai con uno sci che non gli consente di "sentire" la curva in conduzione.

Alcuni sciatori intermedi, che non sanno tirare le curve in conduzione, si trovano meglio con sci pesanti e rigidi, top di gamma o addirittura con struttura da gara, semplicemente perché questi sci tengono meglio sul duro e danno una sensazione di maggior stabilità. Questi sciatori possono tranquillamente continuare ad utilizzare questi sci, ma rendendosi conto che non sono gli sci adatti per evolvere verso il carving. Per imparare a fare le curve carvate è necessario utilizzare degli sci più facili, anche se meno "stabili".

Il mio consiglio, per aspira ad ottenere il massimo dallo sci con la tecnica del carving, è quello di comprare degli sci facili da far curvare in conduzione, con un raggio tra i 14 e i 16 metri, lunghezza intorno ai 170 cm, e almeno un gradino sotto agli sci top di gamma.

Piuttosto che puntare su sci ultraperformanti, sarebbe bene scegliere scarponi adatti, soprattutto della giusta lunghezza, perché uno scarpone troppo grande (ai piedi della stragrande maggioranza degli sciatori) non agevola di certo l'operazione di messa sugli spigoli dello sci!

Andrea Tibaldi - Maestro di sci - SEGUIMI SU YOUTUBE!

 

 

 

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