Il consumo etico è molto di moda e lo sarà sempre di più nei prossimi anni, la cosa è senz'altro positiva anche se per farlo in modo corretto bisogna capire bene quale sia l'impatto ambientale delle nostre scelte, al fine di ridurlo nei limiti del possibile.
A mio parere il consumo etico di frutta e verdura dovrebbe essere compatibile con uno stile alimentare pratico, sostenibile a lungo termine e salutisticamente corretto.
Per rispettare questi tre requisiti propongo un approccio pragmatico che prevede di rispettare alcune regole che non solo limitano le emissioni di anidride carbonica nell'atmosfera e l'inquinamento in generale, ma nel contempo massimizzano la qualità di vita a tavola e fanno anche risparmiare soldi.
"Bisogna mangiare frutta e verdura di stagione." Consiglio trito e ritrito... Ma abbastanza vago se non stabiliamo cos'è la frutta e la verdura di stagione, cioè se non identifichiamo prima un ambito geografico e un criterio di coltivazione.
A mio parere una scelta etica prevede di non consumare i cibi prodotti in serra riscaldata, di dare priorità ai cibi che abbiano viaggiato poco, cioè prodotti il più vicino possibile al luogo di residenza, e di dare priorità ai cibi freschi.
Per evitare i cibi prodotti in serra riscaldata è sufficiente seguire il calendario della frutta e della verdura di stagione che trovate in home page sul nostro sito o in molti altri siti, che corrispondono a un ambito geografico limitato all'Italia. Questo consente di avere una finestra temporale per ogni singolo prodotto piuttosto ampia: se mi limito a una regione la maggior parte dei prodotti sono reperibili per poche settimane, mentre se consideriamo tutta l'Italia in genere tale finestra si espande fino a 2-3 mesi.
In pratica, mangiare frutta e verdura di stagione significa acquistare i prodotti che costano meno (spesso sono quelli in offerta al supermercato), con un vantaggio economico notevole.
Significa mangiare i prodotti maturati in modo ottimale, migliori dal punto di vista organolettico.
Significa non mangiare MAI (o quasi mai...) pomodori, zucchine, asparagi in inverno e in primavera o cardi in estate, significa non mangiare sempre le stesse cose ma variare durante l'anno seguendo il ciclo delle stagioni.
Per fare questo bisogna:
Molti comprano solo melanzane, zucchine, peperoni e pomodori perché sanno cucinare solo quelli...
Per quanto riguarda la scelta della provenienza dei vari alimenti, a mio parere bisognerebbe dare la priorità ai cibi locali, nel limite delle proprie possibilità. Ormai ogni grande città ha il proprio mercato contadino dove poter acquistare frutta, verdura e altri prodotti locali. Chi abita in campagna troverà facilmente un produttore comodo, dove abito io ce ne sono almeno 4 nel tragitto da casa alla piscina (12 km), basta informarsi e scegliere il produttore più comodo, e abituarsi ad sfruttarlo per gli acquisti di frutta e verdura. Tali prodotti spesso sono di migliore qualità rispetto al supermercato se non altro perché vengono raccolti e venduti nel giro di uno-due giorni. Dunque, la scelta non è solo etica ma anche di qualità: puntate alla qualità e non pensate all'etica, avrete più stimoli per comprare dal produttore. Al supermercato si può continuare ad acquistare una parte della frutta e della verdura, il resto dal produttore o al mercato contadino... Perché no anche durante la gita fuoriporta domenicale.
Ho detto che una scelta etica deve essere compatibile con la massima qualità di vita alimentare. Ed è così... Esistono quindi alcune eccezioni che tuttavia non sono così impattanti sull'ambiente e ci consentono di rendere la nostra scelta naturale e compatibile con una vita moderna.
La prima eccezione riguarda i frutti esotici, cioè quelli che non crescono in Italia. Banane, ananas, mango, papaya, e gli altri frutti tropicali possono essere consumati, ci mancherebbe... E possono solo provenire dai paesi esotici! Se siamo abituati ad apprezzare tutti i cibi, il loro consumo diventa sporadico, almeno per la maggior parte di questi frutti. In primavera e in estate qui ci sono ottime ciliegie, fragole, fichi, pesche, albicocche, prugne... Sinceramente non ho una gran voglia di ananas!
La seconda eccezione riguarda i cibi provenienti da paesi europei, soprattutto dalla Spagna. Le primizie di primavera ed estate (soprattutto le fragole) provengono dalla Spagna, sono economiche e molto spesso di alta qualità. Non vedo una gran differenza tra la Spagna e la Sicilia in termini chilometrici e quindi di impatto ambientale... Dunque, non vedo problemi ad acquistare fragole spagnole per una, due settimane, aspettando l'arrivo delle nostre. Diverso è il caso dei peperoni olandesi acquistati in Dicembre o delle pere Argentine in Aprile!
La terza eccezione riguarda i cibi conservati: i surgelati e i cibi in scatola. Ovvio che l'impatto ambientale sia maggiore per questi cibi, e lo è anche il costo. Questi cibi dovrebbero svolgere il compito che hanno sempre svolto: rappresentare l'eccezione quando il cibo fresco non è disponibile. A mio parere non andrebbero consumati abitualmente solo per una scelta etica, ma anche economica: se mangio 1 kg tra frutta e verdura al giorno e la pago 5 euro al kg (costo del cibo conservato) invece che 2, alla fine del mese ottengo un risparmio notevole. Diverso è il caso del prodotto fresco ma già pulito o già cotto (che costa comunque tanto): in questo caso il problema ambientale riguarda il packaging... Ma quando compriamo frutta verdura fresca ci viene fornita comunque dentro sacchetti di carta e plastica!
Concludendo, si può essere etici senza perdere tempo, mangiando di tutto e mangiando cibi di ottima qualità, senza dover rinunciare al supermercato, ai cibi pronti, ai cibi esotici. Basta un po' di buon senso e si scopre che la scelta più edonistica è spesso anche la scelta eticamente migliore.
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