La dieta flexitarian deriva dalla combinazione delle parole flexibile (flessibile) e vegetarian (vegetariano). Secondo il suo autore, il dottor Dawn Jackson Blatner, questa dieta offre i vantaggi, in termini di salute, di una dieta vegetariana, senza dover rinunciare del tutto la carne. In pratica la dieta flexitarian condanna l'abuso di carne, ma non ne fa una questione etica, bensì salutistica, e oggettivamente conclude che la carne si può consumare, ma nelle quantità giuste e anche con un controllo accurato della sua qualità. Due concetti ai quali si ispira anche la nostra filosofia... Ma per una dieta di mantenimento, non di certo per una dieta dimagrante.
Per promuovere la dieta flexitarian Blatner afferma che ci sono evidenze scientifiche a sostegno della salubrità di una dieta composta principalmente da alimenti vegetali. Alcuni studi dimostrano che i vegetariani vivono 3,6 anni più a lungo e, in media, pesano 15% in meno rispetto ai non-vegetariani.
Blatner stima che mediamente un soggetto possa perdere fino a 15 kg di peso, seguendo la dieta flexitarian per 6-12 mesi. Secondo Blatner il vegetarianesimo è uno dei modi più sani e più intelligenti di mangiare, tuttavia per godere appieno dei benefici sulla salute della dieta vegetariana non è indispensabile eliminare totalmente la carne dalla tavola, basta ridurla significativamente. Inoltre, mangiare meno carne è utile all'ambiente e anche al portafogli, visto che la carne è uno dei prodotti di largo consumo più cari.
La dieta flexitarian prevede un introito calorico di 1500 kcal (300 a colazione, 400 a pranzo, 150 per ogni spuntino e 500 a cena), che possono essere ridotte a 1200 eliminando gli spuntini o a 1800 raddoppiando la colazione, adattandosi così alla maggior parte delle persone che vogliono dimagrire.
Nel suo libro, Blatner propone molte ricette e consigli su come gestire la dieta al ristorante e nelle diverse situazioni in cui ci si può trovare durante la giornata.
Blatner consiglia tre livelli di riduzione di carne: principiante, avanzato o esperto. I principianti dovrebbero astenersi dal mangiare carne due giorni a settimana e avere un limite massimo di 700 g di carne a settimana; gli avanzati tre o quattro giorni senza carne 500 grammi a settimana; gli esperti cinque giorni senza carne e 250 g a settimana.
Nessuna limitazione è consigliata per il pesce, il cui consumo, al contrario, è promosso.
La dieta flexitarian pone l'accento su uno dei problemi dell'alimentazione degli occidentali (italiani compresi), e cioè l'eccesso di consumo di carne, e soprattutto di quella allevata con metodi poco sostenibili e a rischio salutistico, argomento già trattato nel nostro articolo sulla sicurezza della carne. Tuttavia, legare il consumo di carne alla perdita di peso non c'azzecca molto, anzi potrebbe essere controproducente perché per perdere peso le proteine sono molto importanti e la carne è una delle fonti proteiche più importanti. Per dimagrire, dunque, la carne può essere un aiuto più che un limite.
È sicuramente da lodare il fatto che la dieta flexitarian promuova un consumo ridotto di carne e non una sua eliminazione, che non è necessaria per ottenere tutti i benefici della dieta vegetariana, come vorrebbero farci credere i fautori della dieta vegetariana per motivi etici (vedi articolo sulla dieta vegetariana). Tuttavia, la riduzione del consumo di carne non è necessaria per dimagrire (come abbiamo visto, potrebbe addirittura essere un'ostacolo), il rischio è quello di concentrare energie su un aspetto che ci distoglie dal nostro obiettivo primario, quello di perdere peso. I vegetariani sono più magri degli onnivori non perché non mangiano carne, ma perché sono mediamente più attenti alla salute! Confrontando gli onnivori attenti alla salute con i vegetariani, si scoprirebbe che i due gruppi non differiscono come percentuale di sovrappeso.
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