La dieta GIFT, o dietaGIFT, è un modello alimentare ideato dai due fratelli Attilio e Luca Speciani. L'acronimo, che sembrerebbe un po' forzato, per conciliare il significato inglese della parola gift (regalo, dono), sta per Gradualità, Individualità, Flessibilità, Tono. Gli autori operano a Milano nel proprio centro, hanno collaboratori in tutta Italia in grado di seguire le persone che desiderano provare la dieta GIFT, e hanno scritto svariati libri (una quindicina!) per descrivere il loro metodo.
Secondo gli autori, la dieta GIFT non si basa sul controllo delle calorie, ma cerca di spingere il metabolismo verso il consumo piuttosto che verso l'accumulo, tramite una strategia alimentare che si riassume nei seguenti tre cardini.
Il primo è il controllo dell'insulina, che avviene tramite l'abolizione degli zuccheri raffinati e dei cereali raffinati, a favore del miele e dei cereali integrali, e in generale attraverso una riduzione dei cibi ad alto indice glicemico. La dieta GIFT consiglia a tal fine il "monopiatto" composto da carboidrati, proteine e grassi dosati in modo "visivo", senza l'uso della bilancia da cucina.
Il secondo è l'attivazione del metabolismo secondo i principi delle cronodiete: colazione e pranzo abbondanti, cena leggera.
Il terzo è l'abolizione dei cibi "spazzatura", dannosi per la salute, come quelli contenenti additivi nocivi, grassi idrogenati o raffinati.
La dieta GIFT propone dieci regole per raggiungere questi obiettivi, tra di esse troviamo anche il consumo libero di frutta e verdura, il controllo delle intolleranze alimentari con il test DRIA (utilizzato nei loro centri dagli Speciani), la lunga masticazione necessaria per meglio digerire e assaporare i cibi, l'attività fisica da praticare almeno 3 ore a settimana, l'equilibrio psicofisico come elemento fondamentale per dimagrire e mantenere il peso forma.
La dieta GIFT propone un modello alimentare equilibrato e alcuni dei suoi punti chiave sono condivisibili, come la messa al bando dei grassi idrogenati, la riduzione dei cibi contenenti additivi pericolosi, l'associazione di carboidrati e proteine (non con lo scopo degli autori, però, che come vedremo ha uno scarso spessore scientifico).
Anche se viene proposta come una dieta che presenta aspetti rivoluzionari, bisogna sottolineare come la dieta GIFT non dica nulla di nuovo, in sostanze si limita a mettere insieme alcuni principi di altre diete (soprattutto dieta a zona per la "calma insulinica" e cronodiete per la ripartizione del cibo nei tre pasti). Nulla di male, sia chiaro, io faccio qualcosa di simile (dichiarandolo apertamente, però!), nella mia dieta ideale. Alcuni presupposti non sono per nulla scientifici, come il prendere ad esempio la dieta degli uomini delle caverne per promuovere alcuni punti chiave della dieta, come il consumo di fibre: anche in questo caso, idea non nuova presa a modello da diverse diete preesistenti, provenienti da oltreoceano.
Ma andiamo nel dettaglio, cercando di capire quello che, a nostro parere, proprio non va nella dieta GIFT. Se è vero che la dieta nel suo complesso è equilibrata, non è ottimizzata per raggiungere il dimagrimento. In parole povere, la dieta GIFT può essere utile per mantenere il peso forma, molto meno per raggiungerlo ovvero per dimagrire.
Il fatto di non prevedere un controllo accurato della quantità di cibo rende la diminuzione delle calorie potenzialmente insufficiente per perdere peso: gli Speciani ignorano il fatto che l'organismo, di fronte a una piccola riduzione calorica, spesso reagisce adattando il metabolismo e mantenendo stabile il peso. Per dimagrire occorre una strategia più aggressiva e mirata della semplice riduzione spannometrica della quantità di cibo. In sostanza alla domanda "quanto si dimagrisce con la dieta GIFT" purtroppo non si può rispondere in modo preciso, alcuni potrebbero addirittura non dimagrire per niente, non essendo previsto un controllo sufficientemente accurato della quantità di cibo da assumere giornalmente.
Consentire un consumo libero di frutta e verdura aggrava la situazione perché, come spiego nella mia dieta ideale, un eccesso di verdura, di frutta e anche di acqua, può influire negativamente sul dimagrimento.
Il capitolo sull'indice glicemico è davvero approssimativo. Si dà troppa importanza a tale indice ignorando il fatto che le tabelle più moderne e complete indicano una variabilità molto alta addirittura per singolo alimento, rendendo più che discutibile, di fatto, la proposta di qualunque teoria alimentare basata su tale indice. Il fatto che la calma insulinica si possa ottenere aggiungendo proteine al pasto è una bufala ripresa dalla zona, confutabile leggendo un qualunque testo universitario di nutrizione umana.
La parte sul miele mi tocca da vicino, essendo io docente dell'albo nazionale degli assaggiatori di miele: si consiglia di utilizzare il miele come dolcificante, proponendo quello "vergine naturale" perché avrebbe un basso indice glicemico. Innanzitutto, il miele vergine naturale non esiste (tutto il miele è naturale e non si capisce cosa significhi l'aggettivo "vergine"), è addirittura vietato per legge indicare tale dicitura in etichetta! Forse gli Speciani si riferiscono al miele non pastorizzato contro quello pastorizzato, quest'ultimo praticamente inesistente in Italia (è peraltro obbligatorio indicarlo in etichetta). L'indice glicemico del miele non dipende dai microelementi o dalla "naturalità", dipende solamente dalla qualità degli zuccheri in esso contenuti, e in particolare dalla quantità di fruttosio: solo il miele di acacia, insiema a pochi altri, ha un indice glicemico molto basso, vicino a quello del fruttosio.
Parliamo infine delle intolleranze alimentari: il test DRIA non è scientificamente attendibile, come altri test non convenzionali per le intolleranze alimentari, cosa facilmente verificabile su decine di siti internet che riportano tali studi. Proporre tali metodi fa molto comodo ai professionisti perché per seguire la dieta bisogna necessariamente farsi aiutare da un esperto (e pagarlo), ma dal punto di vista scientifico è davvero discutibile proporli. La digestione è importante nella dieta, e anche le intolleranze alimentari lo sono, ma pensare di risolvere il problema con un test come il DRIA (oggi non viene più usato dagli Speciani, ne propongono altri altrettanto inutili: i test recaller e biomarkers) è davvero ottimistico.
Concludendo, la dieta GIFT è nel complesso una dieta equilibrata ma che non rappresenta un metodo efficace per dimagrire, e presenta diversi punti scientificamente molto discutibili, che penalizzano molto la qualità e l'attendibilità delle soluzioni proposte.
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