La dieta genetica

Con il termine "dieta genetica" si intende un regime alimentare, finalizzato al dimagrimento, personalizzato in base al proprio assetto metabolico, che viene determinato tramite un test genetico (analisi del DNA).

 

 

La dieta genetica si è diffusa negli USA nella seconda metà della prima decade del nuovo millennio, ed è diventata "dieta del momento" in Italia nel 2013. Viene promossa, tra l'altro, anche da Gianluca Mech nell'ambito della sua dieta tisanoreica, oltre che dai centri LaClinique dove un pacchetto di sei mesi costa circa 800 euro e circa 1400 euro quello annuale.

Inutile dire che, per promuovere la dieta, si è fatto uso di promoter famosi, e anche questo, insieme alle argomentazioni scientifiche che seguono, mettono di diritto la dieta genetica nella black list delle "fad diets".

Come funziona la dieta genetica

La dieta genetica si basa su di un test genetico, che può essere svolto senza recarsi in laboratorio, ma semplicemente inviando, tramite posta, un campione della propria saliva. Si acquista un pacchetto e viene inviato a casa del cliente un kit per il prelievo del campione, che deve essere rispedito al laboratorio, il cliente riceve quindi il risultato delle analisi e un regime alimentare personalizzato in base al risultato.

Vengono analizzati alcuni geni che influenzano il metabolismo dei grassi e degli zuccheri, e altri geni che dovrebbero definire quale tipo di attività fisica è meglio per noi, e in base a questo si propone una dieta personalizzata; in realtà i modelli diversi di dieta sono pochi, l'approccio non è realmente personalizzato, almeno non per i programmi online che non prevedono una consulenza one-to-one.

Quasi tutte le proposte prevedono una consulenza a distanza per monitorare l'andamento della dieta e aiutare il paziente a gestire il proprio programma alimentare.

Inutile soffermarsi sulle promesse, che sono quelle di sempre: secondo i promotori di questo approccio finalmente la dieta genetica, grazie ad un approccio personalizzato e basato sul nostro metabolismo, ci libererà dai kg di troppo con un metodo nuovo e rivoluzionario. Ma sarà vero?

 

 

Cosa dice la scienza?

La dieta genetica può essere considerata una delle declinazioni della nutrigenomica, di cui abbiamo già parlato in un articolo specifico, criticando il fatto che, se la teoria è estremamente affascinante, quando si arriva alla pratica si scopre che nessuno è ancora riuscito, in pratica, a "pilotare" il metabolismo al fine di ottenere risultati migliori di quelli che si otterrebbero semplicemente seguendo le normali linee guida sull'alimentazione, redatte da decenni dalle autorità sanitarie nazionali ed internazionali. E rendendo di fatto inutile scomodare DNA e genetica, almeno allo stato attuale.

Innanzitutto, c'è un errore di fondo alla base della dieta genetica: moltissime patologie hanno un'origine genetica, ma solo alcune di esse sono causate al 100% da mutazioni geniche. Prendiamo il morbo celiaco: la positività per gli antigeni di istocompatibilità (HLA) DQ2 e/o DQ8 non ha mai di per sé valore diagnostico per la celiachia perché  viene ritrovata in una percentuale variabile dal 30% al 40% della popolazione (mentre i celiaci sono molti meno, si parla del 2% circa anche se le statistiche non sono attendibili). Tuttavia, questo test genetico viene incluso nei pacchetti delle diete genetiche, insieme al test specifico per la dieta... Se tanto mi dà tanto, dato che questo test non dimostra nulla, non dimostreranno nulla nemmeno gli altri test effettuati! Mi spiego meglio: lo stesso potrebbe tranquillamente valere per i geni che influenzano il metabolismo. Non è assolutamente detto che se io ho una mutazione in un gene che controlla il metabolismo degli zuccheri, io possa trarre qualche beneficio apportando modifiche specifiche alla mia dieta (per esempio riducendo l'indice glicemico).

Inoltre, la variabilità genetica, se si escludono gravi e rare condizioni patologiche, è subordinata al comportamento soggettivo. Dunque, i soggetti che seguono uno stile di vita sano vivranno in un corpo sano a prescindere dalla variabilità genetica, ed è vero anche viceversa, cioè persone che adottano uno stile di vita sbagliato ne pagheranno le conseguenze anche se possiedono un DNA favorevole. In altre parole, non è vero, come vogliono farci credere, che i nostri fallimenti sono causati dal fatto che gli approcci "universali" sono sbagliati per noi, ma sono semplicemente perché commettiamo gli errori banali che tutte le persone in sovrappeso commettono (e quindi non necessitiamo di un approccio personalizzato, o quantomeno non quello sbandierato dai fautori della dieta genetica). Per esempio, è dimostrato che una mutazione nel gene FTO causa, mediamente, una variazione di peso di 3 kg rispetto ai soggetti che non presentano questa mutazione. Questo significa che chi è in sovrappeso di 10 kg non lo è a causa dei suoi geni (al massimo lo è, ma solo in parte), ma del suo comportamento alimentare! E soprattutto, esistono persone che presentano la mutazione del gene, ma sono in perfetta forma, grazie ad uno stile di vita corretto.

 

 

A questo punto qualcuno potrebbe sollevare la seguente obiezione: se io ho un problema, per esempio, nel metabolismo dei carboidrati, allora con una dieta che tiene conto di questo posso raggiungere migliori risultati. Teoricamente questo potrebbe anche essere vero (anche se non è dimostrato scientificamente, è importante ribadirlo), ma purtroppo quando andiamo ad analizzare le diete genetiche, si scopre che spesso le personalizzazioni proposte sono risibili, rendendole di fatto inutili. In sostanza le diete proposte sono quasi  identiche dal punto di vista nutrizionale perché le differenze dei piani alimentari, basati sui risultati del test genetico, sono insignificanti dal punto di vista pratico.

Per esempio, ci si rifà spesso ad uno studio del 2007, utilizzato spesso dai promotori di questa dieta, dal titolo "Improved weight management using genetic information to personalize a calorie controlled diet", dove si è riscontrata una miglior gestione del peso raggiunto dopo la dieta, con un mantenimento dei kg persi più efficace nel gruppo che aveva seguito la dieta basata sul test genetico, rispetto ad un gruppo che aveva seguito una dieta tradizionale. In realtà l'affidabilità dello studio, per come è stato realizzato, è molto scarsa, ma la cosa più importante, quella sulla quale voglio porre l'accento, è un'altra: gli effettivi consigli che vengono dati a seguito del test genetico, che trovate a questa pagina.

Come si vede, alcuni geni riguardano il metabolismo, ma non il sovrappeso, e quindi non si capisce come possano influire sul successo o l'insuccesso di una dieta (si parla di salute delle ossa, probabilità di sviluppare il tumore ai polmoni, di livelli di colesterolo, ecc). Inoltre, i consigli si basano sostanzialmente su integrazioni vitaminiche a medio/alto dosaggio e consigli nutrizionali piuttosto banali, fino ad arrivare all'assurdità di consigliare di praticare più attività fisica quando c'è una modificazione dei geni ACE e PPARG! Ma scusate, se io faccio una dieta e fatico a perdere peso, oppure se tendo ad ingrassare con facilità, non è forse naturale credere che aumentando l'attività fisica io possa gestire meglio questa situazione? Non occorre di certo un test genetico per capirlo!

Così come non occorre un test genetico per capire che con una integrazione vitaminica combatto l'ossidazione delle cellule e l'invecchiamento: migliaia di persone (tra cui il sottoscritto) integrano giornalmente alcune vitamine (C ed E in primis) a dosi anche maggiori rispetto a quelle consigliate, così come mangiano molta verdura e praticano molta attività fisica, e senza il bisogno di un test genetico che viene a dirgli che in questo modo rimarranno più a lungo magri e in forma! E poco importa sapere che a me potrebbe (sottolineo potrebbe) giovare più che a un altro... Moltissimi di questi comportamenti sono utili per tutti!

Rimanendo in tema di esercizio fisico, secondo i promotori della dieta genetica il test ci dice anche se siamo più adatti all'attività aerobica o a quella anaerobica. Anche in questo caso non esistono studi che dimostrano questo: per essere in forma bisogna praticare di certo l'attività aerobica, ed eventualmente anche quella anaerobica, ma soprattutto bisogna praticarla in modo corretto (vedi fit test). Gli studi (per esempio questo), anzi, affermano che i geni "sfavorevoli" si manifestano solo se lo stile di vita è sbagliato! Ancora una volta, quindi, abbiamo dimostrato il contrario di quello che vogliono farci credere: se voi vi comportate nel modo giusto otterrete il risultato a prescindere dai vostri geni!

Dieta genetica

Analisi critica della dieta genetica

Gli studi attualmente a disposizione dimostrano che una variazione nei geni aumenta semplicemente la probabilità di incorrere in determinati problemi, cioè se ho una mutazione genetica che mi predispone all'obesità, ma mangio in modo sano e faccio attività fisica non diventerò mai obeso!

I fautori della dieta genetica puntano molto sul fatto che sia un determinato fattore della nostra alimentazione a impedirci il dimagrimento, in questo modo possono far passare il messaggio che le diete fino ad oggi non hanno funzionato perché erano sbagliate, perché non erano tarate sul nostro metabolismo.

Se vogliamo, si tratta della stessa strategia utilizzata dai promotori delle diete basate sulle intolleranze alimentari: ti convinco che sei intollerante a questo e a quello, ed è per questo che fino ad oggi non sei mai dimagrito con successo.

Leggendo molti commenti sui forum, si scopre tuttavia che alla fine le diete che vengono fornite sono sempre le solite diete ipocaloriche, senza grandi rivoluzioni. Ma questo è ovvio: i pilastri di una dieta ipocalorica sono e devono essere sempre rispettati, e davvero pochi sono i margini di manovra, se si esclude la possibilità di prescrivere diete estreme, come quelle iperproteiche. Pensare che mangiando tanti broccoli, o prendendo un mix di vitamine, o riducendo i grassi saturi, o spostando di qualche punto percentuale la proporzione tra i macronutrienti si riescano ad ottenere risultati molto diversi, è una vera e propria illusione.

La verità è che dopo una dieta si torna ad ingrassare proprio perché si interrompe la dieta e si torna a mangiare come prima: i geni non c'entrano nulla. E anche se fosse, ci dicono semplicemente che siamo un po' più sfortuinati rispetto alla media, e che faremo un po' più di fatica a dimagrire e a mantenere il peso: ma davvero avevamo bisogno di un test genetico per saperlo?

I promotori della dieta genetica contestano la teoria del "ONE-SIZE-FITS-ALL" (una taglia veste tutte le persone, cioè un regime alimentare è adatto a tutti), ed è verissimo, ma non hanno capito (o meglio, ne travisano il significato a loro uso e consumo) cosa significa davvero questa frase! Il vero segreto di chi dimagrisce e poi non ricomincia ad ingrassare è che ha fatto sua la dieta e l'ha fatta diventare il suo regime alimentare per sempre. Per questo la strategia che ritengo più efficace è quella di costruire la dieta mantenendo per quanto possibile inalterate le abitudini alimentari, e per fare questo bisogna offrire una consulenza diretta che richiede tempo... Ma è l'unica strategia che poi consentirà al cliente, con relativa facilità, di mantenere il peso una volta cessata la dieta ipocalorica.

La dieta genetica funziona nella misura in cui convince il cliente che deve seguire quel modello alimentare per sempre, ma se questo non succede allora con ogni probabilità la percentuale di fallimento sarà identica a quella di tutte le altre diete.

 

 

 

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