Uno degli aspetti più importanti di una dieta è la fattibilità, intesa come la tollerabilità a lungo termine della dieta stessa. Un piano alimentare non personalizzato contiene cibi, piatti e combinazioni alimentari poco gradite, che rendono la dieta molto difficile da seguire.
Spesso capita di trovare tra gli alimenti cibi indesiderati, oppure che si gradiscono ma non nelle quantità desiderate. Altrettanto spesso capita che le quantità non siano sufficienti: la dieta, cioè, non riesce a soddisfare il senso di sazietà di chi la segue.
Questi concetti si esprimono secondo i principi della sazietà e dell'appetibilità, e sono importanti quanto le calorie giornaliere in un approccio veramente su misura, in una dieta veramente personalizzata.
Ogni alimento sazia in modo diverso, a parità di calorie: che programma una dieta personalizzata deve scegliere cibi su misura del soggetto, che massimizzano il senso di sazietà in modo tale da non fargli avvertire un eccessivo senso di fame, bestia nera di ogni dieta.
L'appetibilità, invece, riguarda la fattibilità di una dieta personalizzata dal punto di vista psicologico, del gradimento. Questo concetto nasce dal fatto che ognuno di noi ha una fame "psicologica" dovuta alla necessità di soddisfare il bisogno di provare piacere dall'atto del mangiare. Questo piacere è proporzionale alla densità calorica dei cibi, dunque durante una dieta viene naturalmente abbassato. Una dieta personalizzata ben fatta, dovrebbe evitare di far scadere l'appetibilità sotto un limite di guardia, che comporta l'accumulo a livello psicologico (e spesso inconscio) della voglia di gratificarsi, che quando presenta il conto, è spesso devastante.
Una dieta su misura dovrebbe essere avvertita dal soggetto come una alimentazione abbastanza normale, in modo tale che egli non debba mettere in campo una forza di volontà eccessiva per seguirla. Anche la durezza della dieta dovrebbe essere personalizzata in base alle capacità del soggetto di tollerare la restrizione calorica.
Da quanto detto è chiaro che un approccio personalizzato all'alimentazione difficilmente può essere proposto senza un acculturamento del soggetto e senza una collaborazione continuativa e quantitativamente (in termini di tempo) importante con il consulente (dietologo, dietista, food coach, wellness coach, ecc) che propone la dieta. Molti dietologi forniscono diete su misura con una certa possibilità di scelta, ma raramente il soggetto è libero di scegliere tra una gamma molto varia di cibi, e soprattutto, il soggetto non viene acculturato, cioè non viene informato riguardo i criteri di scelta dei vari cibi.
Dunque, chi vuole proporre una dieta personalizzata, che si sposi perfettamente con le esigenze del cliente, e abbia quindi caratteristiche nutrizionali (calorie e ripartizione tra i macronutrienti), di sazietà e di appetibilità ideali, deve necessariamente prevedere una fase di acculturamento del cliente, durante la quale egli deve comprendere i criteri di scelta dei vari cibi, in modo tale da impostare, a step successivi, una dieta personalizzata che possa essere seguita a lungo termine.
Successivamente, il cliente deve continuare l'approccio educativo in modo tale da capire come può modificare questa dieta personalizzata, che inizialmente può essere anche piuttosto rigida, così da ampliare la scelta dei cibi in base ai propri gusti, rendendo la dieta sempre meno difficile da seguire e sempre più disegnata su misura del soggetto. Alla fine del percorso, il cliente dovrebbe essere in grado di impostare da solo una dieta di mantenimento, che lo accompagnerà per tutta la vita, senza avere più vincoli, se non saltuari, con il consulente, che parteciperà sempre meno alla composizione della dieta, ma interverrà solo per chiarire i dubbi e correggere gli errori.
In definitiva, possiamo dire che la migliore dieta personalizzata è quella che costruiamo noi stessi!
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