La dieta Shangri-La è nata nel 2006, data di pubblicazione dell'omonimo libro dello psicologo Seth Roberts, professore alla Tsinghua University e professore emerito all'Università della California di Berkeley.
Gli studi di Roberts effettuati sui ratti ed alcune esperienze personali, lo hanno portato ad elaborare questa dieta, basata sull'appetibilità dei cibi come fattore importante per il controllo del peso. Egli racconta, per esempio, che nel 2000 si recò a Parigi e notò una diminuzione dell'appetito grazie al consumo di bibite dal sapore molto diverso rispetto a quelle disponibili negli Stati Uniti.
Il primo beneficiario di queste teorie fu lo stesso Roberts, che grazie a una dieta composta da cibi a basso indice glicemico e sushi, perse venti chili.
Robert spiega nel suo libro la teoria del set point, in base alla quale il nostro peso dipende dall'equilibrio tra fame e sazietà. Tale equilibrio, secondo la dieta Shagri-La, dipende in modo determinante dall'appetibilità dei cibi che ingeriamo e dunque, agendo su di essa, sarebbe possibile abbassare il set point e quindi dimagrire "naturalmente", solo scegliendo i cibi giusti ma continuando a regolarsi semplicemente in base al proprio appetito.
Per fare questo, la dieta Shangri-La propone di assumere dalle 100 alle 400 kcal al giorno di un cibo dal sapore neutro (Robert propone olio di oliva raffinato o acqua zuccherata), un ora prima dei pasti: questa pratica ridurrebbe di molto l'appetito e consentirebbe dunque di mangiare meno calorie, e di dimagrire. Robert consiglia anche di introdurre nella dieta cibi nuovi, possibilmente che abbiano poco sapore, che non invoglino dunque ad un consumo smodato.
La teoria del set point l'ho descritta fin dal 2007, nel mio libro "La Cucina Sì", e nell'articolo sul set point. Anche nel mio nuovo libro "La dieta ideale" si parla indirettamente di set point, o meglio di come, per dimagrire ma soprattutto per mantenere il peso forma dopo la dieta, bisogna sapere come l'appetibilità e la sazietà dei cibi influiscono sul set point e quindi sul nostro sistema di regolazione naturale del peso. Ma questo è solo uno dei fattori importanti per perdere peso per sempre!
Si tratta di una teoria molto importante da comprendere, ma proporla come fa Robert è veramente un insulto all'intelligenza di chiunque. Se pensiamo che il suo libro è stato un best-seller del New York Times e Robert è stato ospite di importanti talk show negli Stati Uniti... Al confronto le puntate sulle diete dei nostri talk show possono essere considerate convegni internazionali di scienza dell'alimentazione!
A parte gli scherzi, ci sono diversi punti della teoria della dieta Shangri-La discutibili e approssimativi. Trovo più che discutibile la teoria secondo la quale bevendo un cucchiaio di olio un ora prima dei pasti, poi si mangi meno (non ci vuole un genio per capirlo). Che poi mangiando cibi poco appetibili si dimagrisca, è un concetto abbastanza banale, anche perché i cibi meno appetibili sono anche quelli meno calorici (vedi articolo sull'appetibilità dei cibi), tutti lo sanno, il problema è che tutti vorrebbero continuare a mangiare decentemente durante e dopo la dieta!
Dunque, la dieta Shangri-La può funzionare solo eliminando i cibi preferiti, quelli di cui si abusa, ma solo sostituendoli con altri che riteniamo meno appetibili... E farlo per sempre! Per capire di cosa sto parlando, racconto questo aneddoto: un mio amico, gran mangiatore nonché in discreto sovrappeso, si reca spesso in Thailandia per qualche mese l'anno. Odiando la cucina tailandese, durante questi soggiorni in genere perde dai 5 ak 10 kg (un anno tornò dimagrito 15 kg e completamente trasformato). Quando torna nella nostra grassa emilia, in un paio di mesi torna di nuovo al peso di partenza.
Bisognerebbe smetterla di continuare a voler cercare la soluzione magica per il sovrappeso... I ciarlatani la smetterebbero di continuare a proporre soluzioni magiche (e inefficaci). Le persone non riescono a dimagrire non perché hanno una fame atavica, ma semplicemente perché non riescono a trovare il giusto equilibrio tra il piacere di mangiare e il piacere di avere un corpo sano e in forma! Ridurre l'appetito, ammesso che ci si riesca, non risolve il problema perché non lo si può fare per sempre: chi sarebbe disposto a privarsi del piacere di mangiare per essere finalmente magro? Forse Robert vuole convincerci del fatto che dobbiamo rinunciare per forza al gusto, ma questo non è assolutamente vero, trovare il giusto equilibrio è possibile, con la giusta strategia e un po' di impegno.
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