In questo articolo ci occupiamo dell'alimentazione degli uccelli, e più precisamente di alcuni uccelli da cortile. Sono molte, infatti, le persone che stanno prendendo questi come animali da compagnia: noi ci occuperemo dell'alimentazione di due specie di uccelli, tra quelle più comuni: le galline, animali appartenenti alla specie Gallus gallus, sia allevate per uova (a livello domestico), sia per compagnia, e i colombi (animali di un genere a cui appartiene anche la specie del piccione, Columba livia) che hanno un'alimentazione molto simile tra loro.
Non ci occuperemo, invece, di altri uccelli da cortile più rari, anche come animali da compagnia, come il tacchino, le anatre e le oche. Anche i fagiani e le quaglie, che sono considerati uccelli selvatici, non verranno trattati.
Prima di iniziare, un piccolo appunto: chi ha delle galline o dei colombi, anche pochi, dal punto di vista legale ha un allevamento. E i pollai devono per legge essere denunciati al servizio veterinario ASL della zona di residenza. Non farlo significa ricevere una sanzione da 10.000 euro (!), mentre per la registrazione ce ne vogliono da 0 (gratuita) a 25 a seconda delle zone, ed è valida per sempre. Anche se avete una sola gallina, telefonate al servizio veterinario ASL e chiedete se questa debba essere denunciata: in alcune regioni chi ha meno di X galline o colombi ne è esente, ma in altre no, ed è passibile di multa.
L'alimentazione dei pulcini, i piccoli di gallina, e dei pulli, i piccoli di piccione, è diversa rispetto all'alimentazione da adulti che vedremo di seguito, per motivi che cambiano da specie a specie. Per questo, se avete preso un animale piccolo dovete seguire non quanto scritto più avanti, ma le regole seguenti:
Parlando di alimentazione degli adulti, bisogna considerare che le esigenze di questi animali sono inferiori rispetto alle esigenze dei piccoli, perché non hanno da crescere.
Galline e piccioni sono uccelli granivori, e il loro apparato digerente è strutturato in modo da digerire, appunto, i grani. Questo significa che le granaglie, intese come tutti i prodotti derivati da cereali, costituiscono per la gallina e per il colombo il mezzo di sostentamento principale, che deve essere fornito necessariamente per far sopravvivere questi animali. Sono animali che, specialmente quando vivono fuori, se sono da compagnia e fanno qualche uovo ogni tanto (galline), ed hanno la possibilità di cercare nell'ambiente in cui vivono sostanze nutritive non hanno grosse esigenze, granaglie a parte (riescono quindi ad integrare le eventuali carenze). Discorso diverso per gli animali che vivono invece sempre al chiuso.
Il loro apparato digerente si compone di varie parti: la prima è il becco, con il quale questi animali prendono il cibo, a cui segue il gozzo o ingluvie, la prima parte dell'esofago in cui i grani si mescolano ad un'altra parte della dieta che sono i sassolini (che vedremo tra poco) e sostituiscono la mancanza dei denti, che gli uccelli non hanno. Proseguendo, troviamo due stomaci: il primo, simile al nostro, serve a digerire, mentre il secondo, detto ventriglio, ha lo stesso scopo del gozzo, ovvero schiacciare i grani e macinarli con l'aiuto dei sassolini che l'animale ha mangiato. Non fornire i sassolini nella dieta, quindi, equivale a non dare affatto da mangiare ad una gallina o ad un colombo; in natura di solito li assumono in proprio beccando le pareti dei vecchi palazzi.
L'ultima parte del loro apparato digerente è simile alla nostra, a parte la presenza di due intestini ciechi invece di uno, e alla fine della digestione viene espulso il guano o pollina, che è l'urina degli uccelli mescolata alle loro feci, essendo entrambi espulsi dalla stessa cavità detta cloaca.
Sia per il colombo che per la gallina la razione viene fornita in forma di spezzato o di grani interi; per il colombo è preferibile fornire i grani interi, mentre per la gallina è preferibile lo spezzato, che non è la farina, ma semplicemente i grani macinati in parti piuttosto grandi.
Macinare i grani significa per la gallina poterli digerire meglio, aiutando il suo apparato digerente nella "macinatura" dei chicchi, mentre il colombo, che ha un esofago più piccolo, potrebbe riportare ferite dai grani spezzati, per cui è meglio fornire sempre cibo intero (a parte il favino, che va spezzato in ogni caso perché il seme è troppo grande).
Sia le galline che i colombi mangiano ogni giorno, all'incirca, il 10% del loro peso corporeo, il che significa che se una gallina pesa 1,5 chili si forniscono 150 grammi di mangime. Si può fornire un po' di più (15% del peso) se gli animali sono per produzione (di uova o di carne) e se sono sempre al chiuso, mentre se sono all'aperto possiamo tranquillamente fornire qualcosa meno perché il resto lo trovano da soli, scavando nella terra (vermi, animaletti vari).
Se si hanno tante galline, mettiamo il mangime in più mangiatoie diverse, perché sono animali molto gerarchici e la gallina che "comanda" potrebbe impedire alle altre di mangiare, portando così a delle carenze; questo fenomeno nel colombo si osserva molto meno, anche se è consigliabile comunque avere più mangiatoie.
Passando quindi a come fare la razione vera e propria per questi animali, un esempio può essere il seguente, calcolato sul quantitativo che intendiamo fornire in base a quanto abbiamo detto prima:
Questa razione è formulata in modo da coprire quasi tutte le esigenze alimentari della gallina e del colombo; per questo è importante aggiungere, anche se non al mangime quantomeno nella voliera, recinto o comunque nella zona di stabulazione:
Cerchiamo quindi di capire come funziona questa razione, che possiamo tranquillamente fare da soli andando in un consorzio agricolo e comprando i singoli grani, piuttosto che comprare il "misto per galline": pagheremmo almeno 5 volte il necessario, per cui è da preferire assolutamente farsi la miscela da soli; dopo i primi giorni di abitudine il quantitativo da mescolare di ogni grano ci verrà naturale.
I minerali vengono infine forniti dalle pietruzze, che come abbiamo detto all'inizio hanno funzione sia digestiva che nutritiva.
Come abbiamo visto, quindi, il razionamento degli uccelli da cortile è molto più semplice di quanto potrebbe sembrare, ed avendo a che fare con animali, in generale, molto rustici e resistenti, sbagliare è molto difficile. Bisogna solamente osservare bene il consumo del cibo per capire se le cose stanno andando bene o no: se alla fine della giornata non c'è più mangime, forse ne stiamo fornendo poco, mentre se ne rimane troppo l'animale, o gli animali, potrebbero essere malati e quindi bisogna fare una visita. I
nfine, cosa che sembra banale ma non lo è affatto, attenzione all'acqua: questa, il più pulita possibile, deve rimanere sempre a disposizione degli animali. In caso veniste informati della presenza di malattie infettive degli uccelli nella nostra zona, inoltre, l'acqua deve anche essere disinfettata prima di fornirla.
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