L'ipotiroidismo consiste in un malfunzionamento della ghiandola tiroidea che causa una diminuzione nell'organismo degli ormoni tiroidei (T4 e T3) con elevati valori di TSH (ormone stimolante la tiroide), prodotto dall'ipofisi.
La tiroide è una ghiandola endocrina situata nel collo che produce l'ormone tiroideo, sotto diretto controllo della ghiandola ipofisi, partendo dallo iodio assorbito con la dieta.
Diversi anni fa, in alcune regioni italiane lontane dal mare, gli abitanti presentavano un ingrandimento della tiroide dovuto alla carenza di iodio nella dieta.
L'ipofisi, sentendo la carenza di ormone tiroideo, stimola la tiroide a produrlo. Questo continuo stimolo legato alla mancanza di iodio, e quindi di ormone, causavano l'ingrandimento evidente della tiroide e si formava quindi il gozzo.
Si parla di ipotiroidismo quando si presenta una disfunzione della ghiandola tiroidea che ne causa una ridotta funzione. Solitamente è una patologia primaria, che colpisce cioè direttamente la tiroide, mentre risulta secondaria soltanto per il 5% dei casi con malfunzionamento dell'ipofisi,.
Possono inoltre presentarsi forme conclamate, in cui sia l'ormone regolatore della tiroide (TSH) che gli ormoni tiroidei (T4 e T3) risultano fuori dai limiti con presenza di sintomi, o forme sub-cliniche in cui i sintomi sono solitamente assenti e unicamente il TSH risulta al di fuori dei parametri.
Il paziente ipotiroideo solitamente presenta: stanchezza, sonnolenza, intolleranza al freddo, cute secca, eloquio rallentato (lentezza nel pronunciare frasi), edema palpebrale, fragilità dei capelli e delle unghie, disturbi della memoria, stitichezza e voce rauca.
È giusto sottolineare che molti dei sintomi sopra elencati possono essere normali in alcuni momenti della vita (periodo molto stressante, in cui si riposa male e si è stanchi) o possono essere segni di patologie che non sono legate alla tiroide, è giusto quindi far analizzare dal proprio medico la situazione ed eventualmente proseguire l'iter diagnostico con esami specifici.
Essenziale è il controllo del TSH in gravidanza per evitare alterazioni di sviluppo al feto.
Confermato il sospetto clinico di ipotiroidismo in base ai sintomi sopra elencati, si procederà con l'esecuzione di esami del sangue alla ricerca dei valori di TSH, T4, T3 e anticorpi rivolti contro la tiroide.
Oggigiorno in caso di prima diagnosi viene richiesto un unico esame: il TSH reflex. Questo valuta prima i valori di TSH che, se normali, escludono la patologia, mentre nel caso in cui risulti alterato automaticamente verranno ricercati i valori degli ormoni T3 e T4 e infine gli anticorpi contro la ghiandola (anti-tireoglobulina o Anti-TGB e anti-recettore del TSH o TRAb).
In presenza di ipotiroidismo primario (il problema è quindi alla tiroide) il TSH sarà elevato con T3 e T4 bassi, mentre se la ghiandola malata è l'ipofisi sia il TSH che il T3 e il T4 saranno bassi.
La presenza di anticorpi contro la tiroide ha unicamente un significato diagnostico, permette di sapere se si soffre di un ipotiroidismo autoimmune, ma questo non modifica la terapia.
Per completezza diagnostica può essere utile l'esecuzione di una ecografia-tiroidea, valutando così in modo più specifico la morfologia e poter arrivare ad una diagnosi più completa.
Arrivati alla diagnosi definitiva di ipotiroidismo si dovrà iniziare una terapia farmacologica sostitutiva tramite la somministrazione ad-vitam (cioè per sempre) di L-Tiroxina (Eurtirox® o Tirosint®). In caso di patologia sub-clinica, l'utilizzo della terapia medica non è necessario, ma è legato alla presenza di altre patologie che potrebbero peggiorare con l'ipotiroidismo come malattie cardiache, gozzo nodulare in crescita o in caso di gravidanza o ricerca di essa.
Per adeguare la terapia sarà necessario un primo controllo degli esami ematici a 2-3 mesi, che verranno poi controllati ogni anno, in caso di posologia adeguata.
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