Il termine dieta mediterranea è stato coniato dagli americani agli inizi degli anni '60.
Tutto comincia alla fine della seconda guerra mondiale, quando il medico americano Ancel Keys si accorse che le popolazioni povere di alcune zone dell'Italia meridionale presentano un tasso di mortalità dovuto a malattie cardiovascolari molto inferiore rispetto alla popolazione americana.
Gli scienziati ipotizzarono che questo fenomeno fosse correlato alle abitudini alimentari dell'area mediterranea: venne effettuato uno studio epidemiologico su vasta scala che confermò questa ipotesi ed elesse la dieta mediterranea come il più adatto a prevenire le malattie cardiovascolari.
C'è da dire che la mortalità era inferiore in Italia non grazie alla dieta mediterranea ma solo perché la vita media era più bassa a causa della povertà diffusa (e infatti oggigiorno la vita media è paragonabile).
Il bello dell'alimentazione italiana è l'immenso patrimonio di prodotti gastronomici che ci consentono di godere di una varietà di alimenti di qualità unica al mondo. Questo influenza nostra qualità della vita a tavola, ma non di certo la nostra salute, al contrario di quello che molti vorrebbero farci credere.
Detto questo, vediamo perché la dieta mediterranea non funziona, e anzi ci ha portato ad essere uno dei popoli più obesi di Europa.
La dieta mediterranea è facilmente proponibile alle masse poiché non richiede molti sforzi: basta mangiare pane e pasta tutti i giorni, olio di oliva, poco burro e grassi animali e un po' di frutta e verdura e si può affermare di mangiare mediterraneo.
Una corretta alimentazione deve consentire innanzitutto il mantenimento del peso corporeo e indicazioni vaghe, che non comprendano una analisi quantitativa sufficientemente accurata non possono funzionare, e infatti non funzionano. È ormai evidente che non basta spingere alcuni alimenti considerati "buoni" ed eliminarne altri "cattivi" per non ingrassare.
È facilmente dimostrabile come sia possibile alimentarsi senza olio di oliva, pane e pasta pur seguendo una alimentazione corretta. E allora perché spingere questi alimenti se non sono nemmeno necessari?
Un altro errore clamoroso che compiono puntualmente gli esperti di turno è quello di considerare sazianti alimenti come pane e pasta, che sono agli ultimi posti nella classifica della sazietà. Durante i nostri studi sulla cucina Sì la maggior difficoltà che abbiamo riscontrato è stata quella di rendere sazianti i piatti di pasta.
In una società dove il problema numero 1 è il sovrappeso e l'obesità la caratteristica più importante non è il potere nutritivo degli alimenti ma il loro indice di sazietà, caratteristica troppo spesso ignorata e poco nota anche dagli addetti ai lavori.
Secondo i canoni della dieta mediterranea un uomo consumerebbe mediamente 2500 calorie e una donna 2000.
Attualmente, come dimostrano i dati raccolti in 4 anni di esperienza grazie prima al Contacalorie e ora a Dieta Manager, possiamo affermare che questi valori sono sovrastimati di almeno 400 kcal, il che significa, per capirci, un piatto di pasta al pomodoro in meno al giorno!
Con un errore così grossolano è facile capire che non è possibile mantenere il peso forma.
I consigli delle linee guida, in linea con quelli degli esperti che fanno capolino nei mass media, sono spesso fuorvianti e ormai superati dalle nuove scoperte scientifiche.
La ripartizione dei macronutrienti della dieta mediterranea (60% carboidrati, 25% grassi e 15% proteine) demonizza ingiustamente una alimentazione più ricca di grassi e di proteine, quando ormai esistono moltissimi esperimenti scientifici che smentiscono questo fatto (senza arrivare agli eccessi delle diete low carb!).
Questo articolo vuole dimostrare una verità che non viene mai fatta notare: gli alimenti tipici della dieta mediterranea sono poco sazianti, e rendono difficile il mantenimento del peso corporeo. Prendiamo una dieta da 2000 kcal, e confrontiamo due modelli alimentari: la classica dieta mediterranea e una dieta che chiameremo "equilibrata". ...
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