La provola è un formaggio a pasta filata tipico della tradizione casearia del Meridione, dove viene prodotta a partire dal latte vaccino in svariate forme e dimensioni. La provola assomiglia ad una mozzarella stagionata e a volte viene anche affumicata, specie in Campania dove, come la sorella mozzarella, viene prodotta anche con latte di bufala. Le origini della provola sono antichissime, probabilmente fu lavorata per la prima volta dai monaci durante il Medioevo, e ne abbiamo testimonianza certa a partire dal Seicento quando divenne uno dei protagonisti dei presepi napoletani. Il termine provola deriva dalla parola "prova", cioè dal campione che ne veniva prelevato per essere assaggiato e per controllare che fosse buona prima di ultimare la lavorazione. A rivendicare la patenità della provola sono molte regioni, prima tra tutte la Campania ma anche il Molise; di certo è difficile determinarne con certezza la zona di origine, anche perchè più che del formaggio bisognerebbe parlare della tecnica di lavorazione attraverso la filatura, molto simile a quella di una mozzarella stagionata ma anche ad altri formaggi tipici del Sud, quali caciotte e caciocavalli. La produzione della provola, inoltre, si è diffusa rapidamente in tutta Italia, dalle regioni del Sud (Campania, Sicilia, Calabria, Basilicata, Sardegna) a quelle del Centro (Lazio, Abruzzo, Molise) fino al Nord, e non c'è da stupirsi se l'unica provola che ha ottenuto la DOP è lombarda (il provolone valpadano)!
Una variante della provola altrettanto famosa è la scamorza, anch'essa prodotta sia bianca che affumicata, e che si differenzia dalla prima per avere dimensioni più ridotte e una testina più grande e per essere prodotta solitamente con latte misto (vaccino e ovino).
La provola viene lavorata a partire da latte vaccino intero crudo addizionato di caglio liquido e fatto coagulare a temperatura di 30°C circa. La fase di filatura della pasta può essere svolta manualmente o meccanicamente modellandola in forme sferoidali e poi legandola in alto con fibre alimentari a formare una piccola testina, quindi le provole vengono sottoposte a salatura per immersione in salamoia. A volte può seguire una fase di affumicatura che avviene sottoponendo le provole al fumo ottenuto dalla combustione di paglia umida per circa 10 minuti. La maturazione è molto veloce, da 24 ore a 10 giorni, ma la provola può essere stagionata anche per periodi più lunghi.
Una volta pronta, la provola si presenta come una sfera più o meno ellittica, più o meno schiacciata, con un cappio a formare una piccola testina (la scamorza invece ha una testa più grande, quasi quanto il resto del corpo). Ha dimensioni importanti: peso tra 500-600 kg e diametro di 12-15 cm, la scamorza è di circa la metà. La superficie è di colore bianco, oppure bruno se affumicata, liscia e lucida, la pasta è di colore bianco avorio, compatta ed elastica, con lieve occhiatura irregolare se stagionata. La consistenza è morbida e burrosa.
La provola può essere consumata come formaggio da tavola oppure usata in cucina ad esempio per insaporire primi piatti, insalate, pizze e crescioni, bruschette o involtini.
Due provole siciliane hanno recentemente ottenuto il presidio slow food: la provola dei Nebrodi e la provola delle Madonie.
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