La popolazione delle isole Ryukyu (di cui Okinawa è la più grande) avevano, fino a qualche decennio fa, un'aspettativa di vita tra le più alte al mondo, che solo negli ultimi anni questa è ritornata nella media. La loro longevità eccezionale è stata attribuita in parte alla dieta locale, in parte alla genetica, lo stile di vita e a fattori ambientali.
Sulla base delle caratteristiche della dieta degli abitanti di Okinawa, è stato anche proposto un metodo di dimagrimento, con il nome di dieta di Okinawa (Okinawa Diet).
La dieta tradizionale degli abitanti di Okinawa apportava il 20% di calorie in meno rispetto alla media giapponese e conteneva il 300% in più di verdura di colore giallo e verde. A Okinawa il riso era da sempre consumato in modiche quantità, a favore della patata dolce, l'alimentazione degli isolani conteneva solo il 25% dello zucchero e il 75% dei cereali rispetto alla media giapponese. La dieta tradizionale comprendeva inoltre una quantità abbastanza ridotta di pesce (meno di mezza porzione al giorno) e una quantità un po' maggiore di legumi.
Il maiale era consumato con regolarità, ma solo durante i giorni di festa, mentre la dieta quotidiana era composta prevalentemente da vegetali, basti pensare che nel 1979 il consumo di carne di maiale pro-capite era di appena 7,9 kg. Per cucinare veniva utilizzato spesso lo strutto mentre i prodotti a base di latte erano praticamente inutilizzati.
La dieta tradizionale di Okinawa era composta grossomodo dall'85% di carboidrati, dal 9% di proteine e dal 6% di grassi.
Gli isolani sono noti anche per la loro bassa mortalità per malattie cardiovascolari e alcuni tipi di tumori. Uno studio di Willcox del 2007 ha dimostrato che nel 1995 la mortalità di un abitante di Okinawa rispetto ad un americano della stessa età è stata in media 8 volte inferiore per malattia coronarica, 7 volte per il cancro alla prostata, 6,5 volte per il cancro al seno, e 2,5 volte per il cancro al colon.
La dieta tradizionale di Okinawa è stata praticata sulle isole fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Da allora, le pratiche alimentari si sono spostate verso i modelli occidentali e giapponesi: forse non a caso la longevità degli abitanti delle isole sta tornando nella media.
La dieta di Okinawa per dimagrire è un regime alimentare equilibrato, che focalizza l'attenzione sui seguenti punti:
Dunque, la dieta Okinawa è molto interessante perché afferma cose condivisibili, soprattutto il discorso che io porto avanti fin dal 2004, quello dell'importanza della densità calorica dei cibi che compongono la nostra alimentazione, cosa che spiego bene nell'articolo sulla teoria del set point, che ho sviluppato e integrato con altre strategie per il controllo del peso nella mia dieta ideale.
La densità calorica dei cibi è stata studiata nella dieta degli abitanti di Okinawa, arrivando alla conclusione che le persone più longeve mangiavano cibi che contenevano mediamente 1 kcal per grammo, cioè 100 kcal/hg, che guardacaso corrisponde alla densità calorica dei primi e dei secondi piatti della cucina Sì!
Gli studi sull'alimentazione degli isolani dimostrano sostanzialmente che l'aspetto quantitativo è molto più importante di quello qualitativo, cioè se si assumono poche calorie, si vive più a lungo. Chi assume poche calorie deve puntare su cibi più sazianti e cioè cibi a bassa densità calorica e questo è quello che puntualmente avveniva a Okinawa. Scelte come eliminare i grassi saturi hanno poco senso (gli abitanti di Okinawa mangiavano maiale e usavano lo strutto), se il consumo di grassi continua ad essere eccessivo, l'importante è mangiare pochi grassi!
Di certo non è possibile, a meno di non essere degli asceti, mangiare come gli abitanti di Okinawa 100 anni fa, ma sicuramente è possibile cercare di mantenere il peso forma e ridurre la densità calorica media dei cibi che compongono la nostra alimentazione.
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