I raggi X sono radiazioni ionizzanti, in quanto interagendo con la materia producono ioni e dissociano molecole.
Si utilizzano sia nella radiologia tradizionale per effettuare radiografie, che nella TC, ma anche nella radiologia interventistica.
Al contrario di altre discipline mediche, la radiologia ha una data di nascita precisa: 8/11/1895, giorno in cui Roentgen scopre l'esistenza dei raggi X prodotti da un tubo di Crookes (tubo a raggi catodici).
Mentre faceva esperimenti sulla formazione degli elettroni da parte di gas all'interno del tubo di Crookes, vide che nel suo laboratorio avvenivano degli strani fenomeni, non imputabili ai suoi studi. Comprese che c'era un tipo di radiazione che lui non conosceva, per quello li chiamò raggi X.
Intuì anche che queste radiazioni potevano attraversare il corpo e potevano essere frenati dai metalli pesanti. Quindi mise la mano di sua moglie tra la sorgente di questi raggi e una pellicola fotografica e ottenne la prima radiografia.
Il 10/1/1896 Roentgen tenne una conferenza stampa per illustrare i suoi risultati: il mondo scoprì l'esistenza dei raggi X.
I raggi X si producono mediante un tubo radiogeno che presenta alle estremità un catodo e un anodo (polo positivo e polo negativo) tra cui esiste una differenza di potenziale.
Un fascio di elettroni viene emesso dal catodo verso l'anodo e sono frenati in corrispondenza di una placca di metallo pesante che ha dei nuclei molto grossi in grado di frenare gli elettroni. Quindi più sono grandi i nuclei (quindi maggiore è il numero atomico) più si fermano gli elettroni.
Il 99% di questi elettroni produce calore, mentre un 1% dà origine ai raggi X che si propagano a 360°.
Per andare a colpire il paziente è necessario un raggio lineare, che uscirà dal fuoco della macchina che produce i raggi.
Per avere dei raggi più energetici, occorre aumentare la differenza di potenziale tra catodo e anodo (aumenterà così l'accelerazione con cui vengono emessi gli elettroni).
Per avere dei raggi più intensi, si aumenterà l'intensità di corrente tra i due poli del tubo.
Un fascio di raggi X che attraversa un corpo si porta con sé una immagine latente, in funzione della quantità di raggi assorbita durante il suo percorso e contiene informazioni riguardo le strutture attraversate.
Questa immagine ''latente'' deve essere trasformata in una immagine reale. Questo si attua grazie alle emulsioni radiografiche, cioè le pellicole radiografiche, che colpite dai raggi X si anneriscono.
A seconda delle sostanze (e del loro numero atomico) che costituiscono i tessuti del corpo umano si avrà maggiore o minore attenuazione della radiazione. Per esempio il polmone, che contiene aria, attenua poco i raggi X e apparirà scuro, mentre l'osso, molto ricco di calcio, attenuerà molto i raggi X, apparendo così bianco.
L'emulsione radiografica si impressiona in misura maggiore (quindi diventa tanto più scura) più è stata esposta ai raggi X e quindi tanto più sono radiotrasparenti le strutture corporee attraversate.
Concludendo: saranno bianche le strutture radiopache (che hanno assorbito tante radiazioni) tipo l'osso, mentre saranno nere le strutture radiotrasparenti (che hanno assorbito poche radiazioni). In mezzo c'è tutta una scala di grigi.
La radiografia viene usata principalmente per diagnosticare patologie delle ossa, in quanto queste strutture sono molto ben visibili all'RX, essendo radiopache e quindi bianche sulla lastra.
In questo modo sono ben valutabili le fratture ossee, i processi artrosici, le neoformazioni dell'osso, i cedimenti vertebrali, l'osteoporosi, le metastasi e in generale qualsiasi patologia che colpisca lo scheletro e le articolazioni.
Ovviamente per la diagnosi di alcune patologie è sufficiente la radiografia (es. le fratture), per altre invece con la radiografia si ha un sospetto diagnostico che richiede un ulteriore accertamento con altre metodiche diagnostiche come la TC o la risonanza magnetica .
Per quanto riguarda invece gli organi addominali, l'RX non è un esame utile, in quanto sono organi che appaiono troppo scuri sulla radiografia quindi non dà molte informazioni riguardo eventuali patologie.
Al massimo si può evidenziare una perforazione intestinale (si vede aria nel peritoneo) oppure si può valutare l'esofago. Solitamente se si vede un'ombra mediastinica allargata possiam essere di fronte a un mega-esofago, se si vede invece aria del mediastino siamo di fronte a una perforazione esofagea.
Per la patologia dell'esofago si usa solitamente o la radiografia con doppio contrasto (con solfato di bario) oppure, molto meglio, la esofagogastroduodenoscopia (EGDS).
La radiografia con doppio contrasto può essere usata anche per indagare il colon (è più usata però la colonscopia).
Per quanto riguarda l'uso dell’RX al cranio, non è molto utile, se non per individuare eventuali fratture della teca cranica, lesioni ipofisarie, calcificazioni o malformazioni cranioencefaliche, malformazioni dovute a sinusiti. Non serve a nulla invece per individuare ischemie, emorragie, tumori cranici o malattie degenerative.
Stesso discorso per le patologie della regione testa-collo: l'RX serve per evidenziali fratture maxillo-facciali, ma non per altre patologie dei tessuti molli (muscoli, nervi, vasi sanguigni, connettivo, ecc…).
Un altro uso molto utile della radiografia è la mammografia (MX). Questo esame viene usato per individuare possibili tumori nella mammella, soprattutto nelle donne più anziane, in cui, oltre ad aumentare l'incidenza di tumore, sono più visibili a causa dell'abbondante tessuto adiposo all'interno della mammella. Infatti la mammografia è più efficace nei riguardi di una donna anziana che non in una donna più giovane, con una mammella più trofica e ricca di tessuto ghiandolare. In caso di sospetto tumore in una donna giovane, si ricorre all'ecografia e non alla mammografia.
Un'applicazione molto utile dell’RX è quella di indagare i polmoni e il torace.
Le proiezioni del torace fondamentali sono l'antero-posteriore, per visualizzare il parenchima polmonare e le due laterali, per visualizzare le aree retrosternali e retro cardiache.
La radiografia del torace è quella che maggiormente viene effettuata nella clinica, in quanto permette di visualizzare non solo il polmone, ma anche il cuore, il mediastino e alcune strutture scheletriche come le coste e le vertebre.
È un esame eseguibile da qualsiasi paziente, in ogni condizione clinica. Può anche essere effettuata al letto del paziente, nel caso in cui non riesca a stare in piedi (posizione ortostatica).
Generalmente è richiesta in caso di trauma o dolore toracico, febbre e tosse persistente, difficoltà a respirare (dispnea), problemi cardiaci, neoplasie.
Viene anche usata però per controllare un paziente in condizioni critiche o prima di un'anestesia, ma anche per controllare il corretto posizionamento di cateteri venosi centrali (CVC), drenaggi o pacemaker.
Un elemento che va sottolineato è che la radiografia dovrebbe sempre essere richiesta con una indicazione clinica precisa, in modo che anche il radiologo possa regolarsi in merito e ottenere quindi una radiografia maggiormente dettagliata riguardo al quesito clinico.
Ecco un breve elenco delle principali patologie polmonari come vengono viste all'RX.
Sostanzialmente non esistono delle vere e proprie controindicazioni all'esecuzione della radiografia.
Ovviamente, facendo uso di radiazioni ionizzanti, se ne deve limitare l'esposizione solo ai casi di vera necessità.
Esistono infatti due principi che regolarizzano l'uso delle radiazioni: il principio di giustificazione, secondo il quale deve sempre esistere una specifica indicazione clinica per eseguire una radiografia o una TC (entrambe infatti usano raggi X) e il principio di ottimizzazione, secondo il quale bisogna esporre il paziente alla dose minima indispensabile per ottenere una radiografia utile dal punto di vista morfologico per la diagnosi.
Inoltre esistono i livelli diagnostici di riferimento (LDR) che quantificano l'esposizione che si ritiene ottimale per evitare grosse differenze tra i diversi centri diagnostici in termini di dose somministrata al paziente.
Ovviamente si tende ad usare altre metodiche diagnostiche nel caso in cui l'RX non sia fondamentale e, nei casi non evitabili, si possono usare dei metodi di protezione soprattutto per le strutture più sensibili al danno da radiazione: le gonadi (ovaie e testicoli) e la tiroide.
In caso di gravidanza, se l'RX è indispensabile, si utilizzano dei particolari dispositivi di protezione per il feto.
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