Il termine vitamina E è utilizzato per indicare otto molecole, suddivise in due categorie: i tocoferoli e i tocotrienoli. Ognuna di queste categorie è suddivisa in quattro sottocategorie: alfa (α), beta (β), gamma (γ) e delta (δ). Tra questi, l'α-tocoferolo è il composto biologicamente più attivo e infatti con il termine vitamina E si indica abitualmente questo composto, mentre quando si vuole indicare uno degli altri, ci si riferisce al loro nome specifico.
Per quanto riguarda la funzione della vitamina E, le dosi minime raccomandate e altre informazioni generali, rimandiamo all'articolo sulla vitamina E.
La vitamina E è stata uno dei primi integratori antiossidanti ad essere commercializzato, insieme alla vitamina C che si piazza al secondo posto. Per questo motivo gli studi attendili sugli effetti della vitamina E, assunta come integratore, sono molti e consentono di disegnare un quadro abbastanza preciso riguardo l'opportunità di effettuare una integrazione di vitamina E.
Gli integratori di vitamine E sono quasi sempre costituiti al 100% da alfa-tocoferolo, e l'unità di misura utilizzata sono le Unità Internazionali (UI). Una UI corrisponde a 1 mg di alfa-tocoferolo.
L'unica controindicazione degli integratori di vitamina E riguarda la contemporeanea assunzione di farmaci anti-coagulanti, come il Warfarin (Coumadin), perché è noto che la vitamina E ne potenzia l'effetto, aumentando quindi il rischio di emorralgie.
Una integrazione fino a 150-200 UI al giorno non sembra avere alcun effetto negativo sulla salute.
Una integrazione superiore, di 400 UI o più elevata, causerebbe un aumento piccolo, ma significativo, del rischio di contrarre il cancro alla prostata, in soggetti sani, anziani. Un'assunzione di 400 UI al giorno causerebbe anche un aumento della probabilità di infarto, in persone già soggette ad eventi cardiovascolari precedenti.
Come abbiamo accennato in precedenza, esistono decine di studi sulla vitamina E, molti dei quali eseguiti su campioni significativi, in doppio cieco e placebo controllati. Questi studi hanno determinato che la vitamina E non apporta alcun beneficio in molti casi, in altri un beneficio modesto, in altri ancora addirittura dei danni alla salute. Riportiamo di seguito il risultato degli studi più significativi effettuati per valutare gli effetti dell'integrazione di vitamina E. Il bilancio generale, come vedremo, non è particolarmente positivo e non induce a pensare che una integrazione di vitamina E sia utile a tutti.
Ossidazione: una integrazione di 500 UI (o più) al giorno ha dimostrato di avere una modesta azione antiossidante nel plasma, ma solamente quando sussiste un livello di ossidazione più elevato del normale. Non sono stati osservati effetti in soggetti con normale stato di ossidazione, o a dosaggi inferiori.
Ossidazione dei lipidi: la vitamina E ha dimostrato di ridurre la perossidazione dei lipidi, ma solo nei soggetti con una ossidazione superiore al normale. Anche in questo caso, non si sono rilevate differenze in soggetti con una ossidazione dei lipidi a livelli normali.
Sistema immunitario: l'integrazione di vitamina E (50-200 UI) ha dimostrato di aumentare l'attività delle cellule T in soggetti anziani, aumentando così le difese immunitarie, non si sono rilevati effetti in persone giovani, con un'attività immunitaria non ancora compromessa dall'età.
Mortalità generale: gli studi hanno dimostrato modesti aumenti (33-34 decessi in più ogni 10000 persone) della mortalità in persone malate, con dosi maggiori di 400 UI al giorno, e modesti decrementi con dosi inferiori. Nessun dato è disponibile per soggetti sani.
Prostaglandina PGE2: alcuni studi hanno rilevato una riduzione dei livelli di questa prostaglandina pro-infiammatoria in seguito ad integrazione con vitamina E.
Ricrescita dei capelli: un solo studio ha evidenziato un aumento nella ricrescita dei capelli in soggetti affetti da alopecia androgenetica che assumevano 100 UI di vitamina E al giorno.
Salute del fegato: in soggetti affetti da steatosi epatica una integrazione di vitamina E può ridurre l'entità della steatosi, mentre nulla si può dire sull'effetto sulla salute del fegato in soggetti sani. Un miglioramento delle condizioni è stato riscontrato anche in soggetti affetti da cirrosi epatica e in soggetti affetti da danni del fegato causati da processi infiammatori. La vitamina E, assunta in dosi superiori a 300 UI, abbasserebbe i livelli delle transaminasi nel fegato nei soggetti che tenderebbero ad avere valori troppo alti, mentre anche in questo caso non si sarebbero riscontrati effetti nei soggetti sani.
Sintomi dell'Alzheimer: una integrazione in dosi molto elevate di vitamina E sembra ridurre il tasso di declino cognitivo nelle persone affette da Alzheimer che presentano un declino di tali facoltà da moderato a severo.
Salute della pelle: studi in vitro hanno dimostrato la capacità della vitamina E di proteggere la pelle dai danni dell'ossidazione, ma non esistono ancora studi in vivo.
Vantaggi per gli atleti: l'integrazione di vitamina E proteggerebbe dai danni causati ai muscoli dall'allenamento, e anche dall'ossidazione generale che per gli atleti che si allenano molto è sicuramente aumentata rispetto ai sedentari.
Le dosi consigliate variano tra i 200 e i 400 UI al giorno, salvo indicazioni differenti, dipendenti dal motivo per cui si integra la vitamina E.
Da quanto abbiamo visto, una integrazione di vitamina E sembra avere effetti benefici solamente nei soggetti affetti da specifiche malattie, come le malattie al fegato, il morbo di Alzheimer, o i soggetti che presentano un livello di ossidazione generale, o dei lipidi, al di sopra della norma. Tutti questi soggetti possono valutare una integrazione di vitamina E concordandola con il proprio medico, nell'ambito della terapia specifica per la propria patologia.
Un soggetto sano, invece, non sembra ottenere particolari vantaggi dall'assunzione di vitamina E come integratore, e se consideriamo che questa pratica non sarebbe esente da rischi, bisogna valutare con attenzione se e con quali modalità effettuare una integrazione a lungo termine di vitamina E.
Gli sportivi beneficerebbero dall'assunzione di quantità elevate di vitamina E (400 UI), ma solo nei periodi di allenamento più intensi, quando lo stress ossidativo è più elevato e le sollecitazioni sui muscoli sono maggiori.
In generale, un soggetto sano, che abbia superato i 35 anni, può assumere a lungo termine 150-200 UI di vitamina E al giorno, che alla luce degli attuali studi dovrebbero essere sicuri, ottenendo un vantaggio, verosimilmente modesto (ma sensibile), riguardo la protezione dall'ossidazione generale, dei lipidi, e dei danni che questa provoca alla pelle.
The relationship between dose of vitamin E and suppression of oxidative stress in humans
Vitamin E supplementation enhances cell-mediated immunity in healthy elderly subjects
Effects of vitamin E on lipid peroxidation in healthy persons
Effects of elevated d-alpha(RRR)-tocopherol dosage in man
Megavitamin E supplementation in man
Long-term (>=2 yr) efficacy of vitamin E for non-alcoholic steatohepatitis
Vitamin E and the risk of prostate cancer: the Selenium and Vitamin E Cancer Prevention Trial
alpha-Tocopherol supplementation in racing cyclists during extreme endurance training
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