L'India è molto più di uno stato, bensì è un vero e proprio sub-continente, dunque parlare di cucina indiana non ha molto senso, bisogna per forza di cose considerare la cucina delle diverse regioni indiane, perché le differenze sono sostanziali. In questo articolo cercherò di spiegare a grandi linee quali sono le caratteristiche della cucina delle varie regioni indiane, e vedremo anche quali sono gli step necessari per ottenere il visto per l'India, necessario per chi desidera recarsi in questo paese, anche solamente per turismo.
La cucina indiana del nord risente dell'influenza degli Stati confinanti, quelli dell'Asia Centrale. La cucina più importante in questa zona dell'India è sicuramente quella del Kashmir, caratterizzata dal riso e dal pane, che accompagnano la maggior parte dei piatti; dal ghee, il burro chiarificato nel quale si soffriggono le spezie e in particolare il peperoncino, tipico di questa regione; e per quanto riguarda le carni, dall'agnello. Il nord dell'India ospita la capitale Delhi, patria del famoso forno di argilla tandoor, utilizzato per cuocere il pane, ma non solo.
L'India occidentale è caratterizzata dal clima desertico, che influenza ovviamente tantissimo anche la cucina. In particolare, essendo difficile coltivare frutta e verdura freschi, in questa regione la popolazione si è specializzata nella produzione di conserve, e in particolare di sott'aceti (achar) e le chutney, le composte di frutta speziate. La cucina indiana più ricercata è quella di Bombay e in generale dello stato del Maharashtra, di cui Bombay è la capitale. Qui i piatti sono molto ricercati e preparati con tanti ingredienti, sono in genere poco speziati e hanno una tendenza dolce. Nella zona sud occidentale, quella di Goa, la cucina risente dell'influsso portoghese.
Nell’India orientale la fanno da padrone due stili di cucina: la Bengali e l'Assamese. La cucina Bengali propone principalmente piatti a base di riso e pesce, molto famosa è l'Hilsa, dove questi due ingredienti vengono arrotolati in una foglia di zucca, e poi cotti. Nell'India orientale sono molto famosi anche i piatti a base di tamarindo dello stato del Tamil Nadu.
I dolci di questa regione sono molto rinomati, e sono spesso a base di latte.
La cucina del sud è prevalentemente vegetariana, con lenticchie e riso farla da padrone, non si utilizza molto il ghee, preferendogli l'olio vegetale. In questa zona si trovano molti alberi da frutto, e anche tè e caffè. Anche il pesce è molto diffuso, soprattutto nella zona costiera e in particolar modo nella zona di Goa, e il cocco, col quale si produce il latte che viene poi utilizzato in tantissime pietanze, dolci e salate. In questa regione troviamo un singolare ingrediente chiamato Puttu: si tratta di polvere di riso collosa, che viene cotta al vapore in un germoglio di bambù, producendo una salda d'amido che assume la consistenza di un budino. Nello stato del Kerala sono presenti molti agnelli, che si cucina prevalentemente stufato.
Il visto per l'India può essere richiesto per turismo (eTurist) , per affari (eBusiness) o per necessità sanitarie (eMedical) e ha durata variabile da 30 giorni a 5 anni, a seconda delle esigenze. Ci sono limitazioni per chi arriva da paesi colpiti da febbre gialla, che devono essere vaccinati oppure possono essere messi in quarantena al loro arrivo. È anche possibile richiedere visti con ingressi multipli.
Oltre al passaporto sono richiesti altri moduli e documenti, la procedura non è complicata ma è sempre bene rivolgersi ad un'agenzia che sia in grado di evadere la richiesta in modo pratico, veloce e sicuro.
Il visto può essere richiesto interamente online, senza doversi recare in ambasciata o in altri luoghi fisici, tutta la pratica può essere evasa da remoto, e il visto viene inviato via email, ma solo se il periodo di soggiorno è limitato a 365 giorni, un periodo che è stato recentemente prolungato. È possibile effettuare un numero illimitato di viaggi durante questo periodo di tempo, le uniche limitazioni riguardano la durata di ogni singola permanenza, che non può superare i 90 giorni per i turisti, mentre chi viaggia per affari non può permanere più di 180 giorni in totale. Chi volesse permanere in India più a lungo dovrà registrarsi presso un particolare ufficio prima del 160esimo giorno di permanenza.
Esistono alcune restrizioni per quanto riguarda gli accessi al paese, per esempio esiste una lista di aeroporti e di porti di acesso, che vanno dichiarati all'atto della richiesta del visto e che comunque possono essere modificati anche in un secondo momento.
Il passaporto del richiedente deve avere una vita residua di almeno 6 mesi.
Il costo di un visto turistico per l'India è di poco più di 100 euro, tutto compreso.
Per ottenere il visto occorrono almeno 4 giorni, perché non è possibile ottenerlo in meno di 72 ore, ma ovviamente è sempre bene muoversi per tempo. Esiste anche la possibilità di fare una richiesta di visto urgente, per ottenerlo con tempistiche accelerate.
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