Gambe strette o gambe larghe? Sci uniti o sci larghi? In genere si tende a ritenere un difetto sciare a sci uniti, perché, si dice, è un modo "vecchio stile" di sciare, retaggio del passato quando gli sci erano "dritti" (non sciancrati) e si sciava per lo più di traverso, la conduzione sugli spigoli era possibile solo avendo a disposizione una tecnica di livello piuttosto alto.
Oggi la sciata sugli spigoli è accessibile alla maggior parte degli sciatori e si è diffusa la moda degli sci larghi... O meglio, quando si vede qualcuno che non scia benissimo, tra i consigli da bar il più gettonato è che "deve sciare con gli sci più larghi". Siccome a mio parere questo consiglio è spesso sbagliato, perché inutile o controproducente, in questo articolo voglio trattare l'argomento nel modo più dettagliato possibile, cercando innazitutto di rispondere alle seguenti domande:
No, non esiste. Semplicemente perché ad alto livello notiamo differenze anche abbastanza marcate nella larghezza degli sci (per esempio Stefano Gross, nella foto, contro l'omonimo Stefan Luitz). Di sicuro esiste una larghezza massima (nessuno scia con gli sci più larghi delle anche), mentre per quanto riguarda la larghezza minima non sembra che esista una distanza al di sotto della quale la prestazione viene compromessa, visto che Stefano Gross è da anni nella top 10 degli slalomisti di coppa del mondo, sciando con gli sci praticamente appiccicati.
In base a questo presupposto, possiamo dire che la larghezza massima da mantenere è quella pari alla larghezza delle anche, mentre non esiste, di fatto, una larghezza minima in assoluto. Questo non toglie che per alcuni possa essere un difetto, quello degli sci troppo uniti. Ma lo vedremo in seguito.
Tenere gli sci larghi consente di avere una base di appoggio maggiore, quindi un maggior equilibrio. Questo consente, per esempio, di sciare sugli spigoli, anche con inclinazioni notevoli, senza possedere particolari doti tecniche (in particolare di equilibrio). In queste due immagini (una, due) vediamo due esempi: gli sci sono più larghi delle anche (infatti generano il famigerato A-frame), ma si nota subito quale sia la funzione di questo assetto. Lo sci interno, cadendo non troppo lontano dal baricentro dello sciatore, aiuta tantissimo a rimanere in equilibrio. Lo scotto da pagare è quello di impedire una presa di spigolo (inclinazione) ancora maggiore. Inoltre, tenere gli sci larghi allontana, a parità di inclinazione, lo sci esterno dal baricentro dello sciatore, e uno sci esterno più lontano significa spesso uno sci meno carico, meno deformato, con tutti i problemi che questo comporta. E per concludere l'elenco dei problemi più gravi: lo sci interno non è sullo spigolo (non come l'esterno) e quindi non contribuisce all'efficienza della sciata, non essendo vincolato al terreno lo sciatore non può sfruttarlo per generare le forze che renderebbero ancor più dinamica la sciata. Viene solo usato per mantenere l'equilibrio.
In altre parole, se lo sciatore vuole evolvere deve stringere la base di appoggio, in questo modo riuscirà ad avere lo spazio per inclinarsi ancora di più, avvicinando al terreno le anche (e se è bravo, anche le spalle).
La base di appoggio più larga delle anche può aiutare la sciata sugli spigoli, ma impedisce di evolvere verso una sciata più performante.
Lo vediamo in queste immagini qui sopra, lo sciatore in alto tiene gli sci larghi e questo comporta, a parità di distanza degli sci dal baricentro (in giallo), una presa di spigolo (inclinazione) molto minore rispetto allo sciatore sotto (io sulla pista Paradiso del Tonale) che oltre ad un miglior parallelismo delle gambe, mostra anche un'inclinazione molto maggiore. Ovviamente l'inclinazione maggiore non dipende solo dalla larghezza delle gambe, ma da altri elementi tecnici ancora più importanti, tuttavia si nota molto bene come tenendo gli sci più larghi sarebbe piuttosto complicato, oltre che esteticamente peggiore, andare oltre determinate inclinazioni.
Ora non mi venite a dire: "ma i tuoi sci sono più distanti tra loro di quelli del tizio sopra". Quella è separazione verticale, che spiego tra due paragrafi... Dovete guardare la distanza tra le gambe, non la distanza tra gli sci.
Personalmente posso dire di essere riuscito a fare pieghe estreme (partendo dall'appoggiare la mano sulla neve, per arrivare a strisciare il sedere sulla neve) solo quando ho ridotto la distanza tra gli sci, che non era ottimale.
Come abbiamo visto sciare con gli sci uniti non comporta problemi di sorta, per chi possiede già una tecnica sufficientemente sviluppata ovvero se già è capace di sciare sugli spigoli. Un principiante o uno sciatore di medio livello, invece, ancora incapace di fare le curve sugli spigoli, può giovarsi del consiglio di allargare la base di appoggio, ma SOLO se tiene gli sci davvero molto vicini tra loro, e solo se questo è causa di impedimento del progresso tecnico. In ogni caso non si dovrebbe consigliare ad un soggetto che scia con gli sci larghi come le anche, di allargare ulteriormente la base di appoggio, se non per eseguire esercizi specifici.
Una sciata di alto livello (leggi: inclinazioni importanti) non si può fare con gli sci larghi, perché impediscono fisicamente al bacino e alle spalle di avvicinarsi al suolo. Chiunque tiri delle pieghe "estreme" ha gli sci vicini. Mi direte: non è vero, guarda quanta distanza tra gli sci (per esempio qui). In realtà la distanza tra gli sci è generata da uno spostamento in verticale, non orizzontale. Per ragioni puramente anatomiche, maggiore è la presa di spigolo (la "piega"), maggiore sarà la distanza tra i due sci, in verticale. Ma se notiamo, le gambe sono praticamente attaccate tra loro e non è raro (anzi diciamo pure che è certo), anche ad altissimo livello, che il ginocchio della gamba flessa tocchi, a volte, lo scarpone o addirittura lo sci della gamba estesa. Questo significa che lo sciatore ha gli sci piuttosto uniti... Quasi attaccati, direi.
Bisogna anche prendere in considerazione questo aspetto. A volte capita che uno sciatore avvicini gli sci in una fase di curva e li allontani in un'altra. Tipicamente avviene che lo sci interno venga avvicinato allo sci esterno all'inizio della curva. Questo è un errore, perché costringe lo sciatore ad addrizzarsi (riportando il baricentro sullo sci esterno) proprio nel momento in cui dovrebbe aumentare l'inclinazione. Lo sci interno va lasciato lì dov'è, preoccupandosi di fargli cambiare lo spigolo e successivamente di tenerlo leggero durante tutta la fase di curva. Possiamo anche sollevarlo leggermente a inizio curva (lo fanno anche in coppa del mondo), ma MAI avvicinarlo allo sci esterno. Difetto che hanno in tanti. In questo caso il consiglio di tenere gli sci larghi non deve essere generico, ma limitato a quella fase di sciata.
Andrea Tibaldi - Maestro di sci - SEGUIMI su YOUTUBE
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