La dieta Carb Lovers, tradotta in italiano come "dieta dei carboidrati" è un modello alimentare sviluppato nel 2013 da Ellen Kunes e Frances Lagerman-Roth, autrici del famoso giornale "Health".
Si tratta di una dieta con già qualche anno sulle spalle, ma è tornata alla ribalta nel 2019 quando Altroconsumo l'ha promossa come migliore dieta. A volte mi chiedo perché Altroconsumo debba valutare proprio tutto... Pure le diete. Ma va be', soprassediamo, e cerchiamo di capire perché anche questa ennesima dieta sia sostanzialmente da ignorare.
Il fatto di santificare i carboidrati è ovviamente un claim molto efficace, soprattutto per quelle donne che in questi anni sono dimagrite seguendo le classiche diete iperproteiche come la Dukan, la Tisanoreica, ecc. Ovviamente non bastava santificare i carboidrati (altrimenti sarebbe diventata una "banale" dieta mediterranea, ed ecco il colpo di genio delle due autrici: l'amido resistente. Qualcosa di ancora poco noto alla grande massa, che possiamo spacciare come il segreto di questa dieta.
Detto questo, veniamo al dunque: si tratta di una dieta equilibrata dal punto di vista dei macronutrienti, con una ripartizione abbastanza "mediterranea", la prima settimana è composta da 1200 kcal, le altre tre si mangia un po' di più (circa 1600 kcal). Quindi si dimagrisce? La prima settimana di sicuro, si parla di 2 kg o più, il che è vero ma solo se il soggetto non ha un metabolismo particolarmente basso, poi nelle altre tre settimane il dimagrimento non è assolutamente garantito, perché molte donne consumeranno circa 1600 kcal, soprattutto se sedentarie.
Insomma, si dimagrisce perché si assumono poche calorie, non per il potere taumaturgico degli amidi resistenti.
L'amido resistente (vedi l'articolo del sito e il video sul canale Youtube) può essere considerato il terzo tipo di fibra, dopo quella solubile e insolubile: si tratta di carboidrati che il nostro intestino non riesce a digerire, e che quindi non apportano calorie (o meglio, ne apportano meno). Come abbiamo visto nell'articolo dedicato, un'alimentazione sana già contiene una quantità rilevante di amidi resistenti, che non può essere aumentata più di tanto a meno di non rendere la propria dieta un po' monotona, dunque assumere tanti amidi resistenti in pratica non apporta alcun vantaggio dal punto di vista calorico.
Nel 2014 è stata pubblicata una review con lo scopo di studiare l'impatto degli amidi resistenti sul bilancio energetico. Ebbene, gli studi fin'ora pubblicati non hanno dimostrato un'effettiva riduzione delle calorie assunte, grazie al consumo di cibi ricchi di amidi resistenti, tale da comportare un beneficio nei confronti del controllo del peso.
Chi segue una dieta squilibrata, perché per esempio consuma poca frutta, pochi legumi e pochi cereali, ovviamente otterrà un grande beneficio seguendo questa dieta, ma non perché inizierà ad assumere tanti amidi resistenti, ma semplicemente perché renderà più sensata e sana la sua dieta, introducendo quei cibi che tutti sanno essere più salutari, come appunto i legumi, la frutta, alcuni tuberi e i cereali.
Come sempre, l'assunzione di cibi o sostanze "miracolose", è sempre una diretta conseguenza del mangiare bene, ovvero del seguire una dieta sana. Ma il viceversa non sempre funziona: una dieta sana automaticamente ci garantisce l'assunzione di praticamente tutte le sostanze che "fanno bene", ma non necessariamente funziona il contrario.
Quindi, se volete dimagrire, costruitevi una solida coscienza alimentare, imparate a modificare la vostra dieta per renderla equilibrata, imparate ad agire sulla sazietà riducendo la densità calorica dei cibi, e non cercate scorciatoie... Perché purtroppo non esistono.
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