La dieta istintiva, o Instinct diet, è stata ideata da Susan Roberts, PhD e professore di nutrizione presso la Tufts University. Secondo la Roberts, per dimagrire bisogna educare il cervello a scegliere i cibi giusti, e "disintossicarlo" da quello sbagliati. In questo modo, una volta educato il cervello, la scelta cadrà automaticamente sui cibi giusti, mentre i cibi che fanno ingrassare verranno automaticamente scartati.
Queste convinzioni della Roberts scaturiscono da uno studio pubblicato sulla rivista Nutrition & Diabetes a settembre del 2014. Nello studio i ricercatori hanno diviso 13 persone obese in due gruppi, uno dei quali è stato sottoposto ad una dieta ipocalorica, ricca di proteine e fibre, che ha portato alla perdita di 6 kg, in media. Dopo sei mesi, tutti i soggetti sono stati sottoposti a una risonanza magnetica del cervello, per valutare la risposta alla vista di immagini raffiguranti cibi del loro cervello alla vista di foto raffiguranti immagini di sandwich e patatine fritte. Studi precedenti hanno dimostrato che immagini di cibi ricchi calorie, grassi e zuccheri semplici stimolano i ricettori del piacere del cervello. I soggetti del gruppo che non aveva seguito la dieta reagiva in questo modo, mentre nei soggetti che avevano seguito la dieta per sei mesi, accadeva il contrario: i ricettori del piacere si attivavano alla vista di cibi sani.
Secondo la Roberts, la reazione di piacere verso i cibi poco sani non sarebbe innata nell’individuo, ma rappresenta solo la conseguenza dell'abitudine di mangiare tali cibi.
La Roberts promette che con la sua dieta si perdono, in media, 15 kg in sei mesi, il che corrisponde a un dimagrimento naturale e sano, anche un po' lento se vogliamo (solo 2,5 kg al mese), ottenibile con qualunque dieta equilibrata e giustamente ipocalorica. Ovviamente questi dati fanno riferimento a soggetti decisamente in sovrappeso, se non obesi, perché per perdere 15 kg bisogna essere in sovrappeso come minimo di 15 kg, e cioè di parecchi chili.
La dieta istintiva prevede di "non contare le calorie", il che è un vero e proprio must per una dieta "moderna"... Tuttavia, questo claim è SEMPRE un bluff. Per seguire una dieta ipocalorica non è necessario calcolare le calorie, basta una qualunque altre forma di controllo delle quantità. Nella dieta istintiva non si mangia a sazietà, ma le quantità sono controllate... E quindi anche le calorie lo sono. D'altronde, non si dimagrisce se non con una dieta ipocalorica.
La dieta istintiva prevede una fase di due settimane basata su una dieta ipocalorica che prevede cibi ricchi di proteine, fibre e a bassa densità calorica. Questa fase servirebbe per "disintossicare" il cervello dai cibi ad alta densità calorica e ricchi di zuccheri e grassi. Nella seconda fase si possono reintrodurre, gradualmente e con quantità controllate, anche i cibi vietati.
La Roberts insegna a gestire i vari aspetti della dieta (la fame, la varietà, la densità calorica, la familiarità e la disponibilità) dal punto di vista psicologico e pratico.
Ci sono diversi modi per seguire la dieta: tramite corsi di gruppo, consulenza online, o tramite i libri scritti dalla Roberts.
Che il controllo del peso abbia una forte componente psicologica, e che gli alimenti, in base al contenuto calorico, di grassi e carboidrati, possano influenzare i meccanismi di sazietà e appetibilità e quindi la quantità di cibo assunta quotidianamente, è uno dei punti su cui abbiamo da sempre focalizzato l'attenzione (si vedano per esempio gli articoli sull'appetibilità, sulla sazietà, sulla opportunità di calcolare o meno le calorie e sul fatto che esistano gusti innati e acquisiti. Insomma tutte le cose che dice la Roberts noi le diciamo da sempre sul sito e quindi non possiamo che essere soddisfatti del fatto che per l'ennesima volta esse vengano dimostrate scientificamente ed utilizzate da altri autori.
Tuttavia, vorrei mettere in guardia dal fatto di pensare che basti disintossicarsi dal cibo ipercalorico per alcune settimane o mesi, per poi avere la garanzia di non ricaderci più. Infatti, come ho ripetuto molte volte, la "dipendenza da cibo" è molto diversa dalle altre dipendenze. Se un ex alcolizzato non può più toccare alcol, altrimenti molto facilmente tornerà nel tunnel della dipendenza, lo stesso non si può dire di un ex obeso: egli non smetterà di mangiare, e verosimilmente non smetterà di mangiare cibi calorici. Mi piacerebbe per esempio sapere se gli stessi soggetti dello studio, dopo aver ripreso un consumo moderato e salutisticamente accettabile di cibo calorico e ricco di grassi e zuccheri, mantengano le stesse reazioni nei confronti di esso, o se invece non ritornassero, come in precedenza, a bramarlo (come è abbastanza normale che sia).
Quello che voglio dire, in altri termini, è che sicuramente bisogna raggiungere un equilibrio, cioè bisogna sapere quando possiamo permetterci determinati cibi, e in quale quantità, ed essere in grado di non cedere alle tentazioni se non possiamo gestirle, ma di certo non si può basare il successo di una dieta solo su questo aspetto, né possiamo sperare di riuscire ad ottenere questo risultato semplicemente dopo una "disintossicazione" di settimane (o mesi).
La dieta istintiva, per esempio, non considera l'importanza dell'attività fisica, e questa è una grave pecca: non esiste programma alimentare di successo (a lungo termine), che non preveda lo svolgimento di un'attività fisica sufficientemente intensa e frequente.
Concludendo: la dieta istintiva propone sicuramente un approccio interessante, ma probabilmente un po' parziale, che dà troppa importanza all'aspetto psicologico, e poco agli altri aspetti (quello sociale, quello metabolico e quello relativo all'attività fisica), ugualmente importanti in una dieta.
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