La crosta lattea, meglio definita come dermatite seborroica, è un disturbo molto comune nella prima infanzia e a volte colpisce anche gli adolescenti.
È una patologia dovuta ad un'eccessiva secrezione di sebo e viene chiamata crosta lattea perché compare appunto nei lattanti.
Solitamente si manifesta in epoca precoce, già dalle prime settimane di vita e guarisce all'incirca intorno ai 3 mesi.
Questo in linea di massima, perché a volte può anche comparire molto più tardi, anche verso i 10 anni.
Le cause dell'insorgenza di questa malattia non sono ancora totalmente chiarite.
Si sa che può essere dovuta ad una eccessiva stimolazione delle ghiandole sebacee, che quindi produrrebbero troppo sebo dando così origine alla crosta lattea, ma non si sa il motivo di questa sovra stimolazione.
L'ipotesi più accreditata è che ci possano essere delle alterazioni degli ormoni materni, che influenzerebbero quindi le ghiandole del bambino stimolandole a produrre un'eccessiva quantità di sebo.
Inoltre, con molta probabilità, i meccanismi di turnover del ricambio cellulare non sono ancora totalmente efficienti nell'organismo del lattate e questo provoca l'accumulo di cellule morte, che rimangono attaccate alla cute quando invece dovrebbero essere eliminate staccandosi con l’arrivo delle cellule nuove.
Questo, sommato all'aumentata produzione di sebo, e alla presenza di particolari microrganismi presenti sul cuoio capelluto (Demodex folliculorum, Pityrosporum orbicolare) provocherebbero la formazione di questa crosta lattea, desquamante ed unta.
Va comunque ricordato che la patologia non è grave, non causa sofferenza o fastidio nel bambino e tende a autolimitarsi nel giro di qualche settimana. Il problema è solo prettamente estetico.
La crosta lattea, come dice anche la parola stessa, è caratterizzata da una desquamazione di consistenza grassa, giallastra, unta, molto simile alla forfora.
L'insorgenza di questa patologia coinvolge soprattutto il cuoio capelluto: le croste prima isolate, tendono a confluire arrivando anche a ricoprire totalmente il capo.
Spesso si può estendere ad altre zone, come i solchi retro auricolari, le guance, il mento, la fronte, la regione della glabella (tra le sopracciglia) le zone intorno al naso, i pilastri ascellari, il collo e la zona inguino-anale (forse anche per la irritazione da urine e feci alla quale può andare incontro il neonato nei suoi primi mesi).
Come già detto precedentemente, la crosta lattea tende a scomparire da sola, provocando solo un disagio estetico.
Tuttavia, la guarigione di questo disturbo può essere favorito sottoponendo il lattante ad alcuni accorgimenti.
Nelle situazioni in cui la patologia è molto lieve, si può trattare il cuoio capelluto con olio di mandorle o di oliva oppure con particolari soluzioni emollienti che vendono in farmacia che ammorbidiscano le squame favorendone il distacco. Si passa quindi una spazzola molto morbida, che porti via i detriti senza tuttavia traumatizzare il delicatissimo cuoio capelluto.
Ovviamente bisogna fare attenzione a non schiacciare troppo e a non staccare le croste con le unghie.
Se la patologia si verifica nei bambini più grandi, si può ricorrere a particolari prodotti detergenti che si trovano in farmacia.
Dopo che le squame sono state asportate, è utile applicare creme al cortisone 2-3 volte al giorno.
L'esame delle feci è una procedura diagnostica che consiste nella raccolta e nell'analisi di un campione di feci, al fine di individuare alcune eventuali condizioni patologiche.
Se è vero che invecchiare è un processo naturale e fisiologico, lo è anche che esistono differenze abissali tra l'età anagrafica e quella biologica di ognuno di noi.
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