Pressione bassa

Si parla di pressione bassa quando i livelli pressori sono al di sotto dei valori medi riscontrati nella maggior parte delle persone sane: 110-120 mmHg (millimetri di mercurio) di pressione massima (sistolica) e 70-80 mmHg di pressione minima (diastolica).

 

 

Tuttavia, mentre valori alti di pressione sanguigna, superiori a 140/90, costituiscono un fattore di rischio cardiovascolare, il riscontro di pressione bassa, ad es. intorno a 100 di pressione sistolica, in assenza di malattie associate, non comporta conseguenze per la salute, anzi si associa ad una maggiore spettanza di vita.

Pressione bassa: quando è pericolosa

La pressione bassa non comporta problemi a lungo termine ma può essere pericolosa quando si verifica. Variazioni cospicue e improvvise verso il basso della pressione arteriosa sono responsabili di quadri clinici importanti quali la sincope (svenimento), preceduta o limitata alla sensazione di svenimento e giramento di testa (lipotimia).

I fattori fisiologici, la cui alterazione causa la pressione bassa, sono gli stessi che qualora alterati in senso inverso sono causa della pressione elevata:

  1. gittata cardiaca, cioè il volume di sangue che il cuore pompa in un minuto e che a sua volta dipende dalla forza di contrazione del cuore e dalla sua frequenza di pulsazione;
  2. volume di sangue circolante, che in un uomo di 70 kg ammonta a circa 5-6 litri;
  3. resistenze periferiche, ovvero lo stato di contrazione o dilatazione dei piccoli ma numerosissimi vasi sanguigni presenti nei tessuti, in particolare a livello dei muscoli.

 

 

La gittata cardiaca può diminuire e causare pressione bassa o a causa di deficit di forza contrattile del muscolo cardiaco, che può avere diverse origini ma prima fra tutte è la cardiopatia ischemica con l'infarto massivo del miocardio, o a causa di alterazioni del ritmo cardiaco (aritmie) con frequenze troppo basse (inferiori a 35-40 battiti/min) o talmente alte (superiori a 200 battiti/min) da non consentire un sufficiente riempimento del cuore tra un battito e l'altro con riduzione del sangue pompato.

La causa più evidente di riduzione della massa circolante è rappresentata dalle emorragie, siano esse interne (in una cavità naturale del corpo quali torace e addome o in sedi particolari, per es. in corrispondenza di fratture) o esterne. Esistono tuttavia numerose altre condizioni in grado di determinare una riduzione del volume plasmatico e, in particolare, la perdita di acqua e/o di sali, la quale può avvenire per via renale (malattia di Addison, diabete mellito, diabete insipido), gastroenterica (vomito e/o diarrea senza adeguata reintegrazione dei liquidi persi), cutanea (ustioni estese con perdita dell'acqua corporea per evaporazione). Anche copiosi versamenti non ematici che si raccolgono in cavità naturali, particolarmente nel peritoneo (ascite in corso di cirrosi epatica, di pancreatite) possono causare la pressione bassa.

Pressione bassa

Esistono soggetti in cui i fenomeni di pressione bassa, al passaggio dalla posizione sdraiata alla stazione eretta, sono importanti e tali da condizionare vertigini e, in alcune occasioni, sincope. In questi soggetti i meccanismi di controllo sono difettosi e si verifica la cosiddetta ipotensione ortostatica. Il disturbo può essere la conseguenza di alterazioni a carico del sistema autonomo vegetativo, sia centrali che periferiche, ma più spesso si tratta di alterazioni di origine aterosclerotica, cioè di placche ateromasiche a livello dell'arco aortico, la prima parte della grande arteria che origina dal cuore dove sono localizzati i sensori della pressione, i quali divengono così insensibili alle variazioni del flusso sanguigno. I pazienti hanno generalmente età avanzata, sono più spesso uomini, in cui i disturbi tendono a divenire progressivamente più seri. Invece, affezioni neurologiche e non, di diversa natura, tra le quali vanno incluse tutte quelle in grado di provocare, a qualsiasi livello, un'interruzione delle vie nervose deputate al controllo del tono vasomotore, possono manifestarsi a qualsiasi età, e in questo caso le caratteristiche cliniche delle diverse sindromi indirizzano alla diagnosi della malattia di base.

 

 

Da ultimo ricordiamo che la somministrazione di sostanze farmacologiche in grado di modulare le funzioni del sistema vegetativo può essere responsabile di ipotensione ortostatica, con quadri spesso conclamati, fino allo stato di shock.

Donne giovani e pressione bassa

Il tono delle arteriole periferiche, da cui dipendono le resistenze periferiche, è sotto il controllo del sistema autonomo vegetativo, in particolare del sistema nervoso simpatico (noradrenalina), che agendo sia sulle arteriose che sul cuore consente di mantenere adeguati livelli pressori in tutti i distretti del corpo, innanzitutto a livello cerebrale, in ogni postura.

In numerosi soggetti giovani, particolarmente di sesso femminile, esiste una tendenza ad avere valori di pressione costantemente bassi, con pressione sistolica compresa tra i 110 e i 90 mmHg: si tratta in genere di un modesto calo del tono vasomotore simpatico, di scarsa rilevanza clinica. Tali pazienti possono lamentare una certa sensazione di debolezza, sonnolenza, facile stancabilità, più spiccate al mattino.

Cosa fare per la pressione bassa

L'ipotensione può essere combattuta con alcune accortezze alimentari:

  • bere molta acqua (e non succhi di frutta o bevande zuccherate che apportano calorie inutili) per alzare la volemia (il volume del sangue e indirettamente la pressione);
  • prendere integratori di magnesio e potassio, soprattutto d'estate, quando sudando, perdiamo acqua e minerali;
  • integrare la propria dieta con il cloruro di sodio, (il classico sale da cucina) senza però abusarne, visto che un suo eccesso provoca vari effetti indesiderati, non soltanto legati alla pressione, ma anche alla ritenzione idrica e alle malattie cardiovascolari;
  • consumare un po' di liquirizia, facendo attenzione a non introdurne più di mezzo grammo al giorno, contiene infatti varie molecole che possono avere effetti collaterali.

 

 

 

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