Raffreddore

Il raffreddore, conosciuto anche col termine "coriza", è una comunissima patologia infiammatoria acuta delle vie aeree superiori, causata da virus e, di solito, non grave.

 

 

Gli organi più colpiti sono il naso e la gola, mentre sono più rari i sintomi generali e la febbre è generalmente bassa o assente.

Epidemiologia e impatto sociale

Il raffreddore è probabilmente la malattia più diffusa al mondo.

Colpisce ogni zona del globo e tutte le fasce d'età, anche se è più frequente nei bambini/adolescenti (in essi, sono piuttosto comuni fino a 10 episodi all'anno).

Gli adulti si ammalano meno, mediamente fra le due e le cinque volte all'anno, probabilmente perché le infezioni pregresse conferiscono un certo grado di immunità.

Dal punto di vista sociale ed economico, il raffreddore è la malattia che causa il maggior numero di giornate di lavoro perse, per malattia propria o per poter accudire i propri figli.

Causa

Il raffreddore è dovuto, nella stragrande maggioranza dei casi, a un'infezione da parte di una famiglia di virus, detti rinovirus. Più raramente, può essere causato da altre famiglie di virus, come gli adenovirus, i coronavirus, i virus parainfluenzali e il virus respiratorio sinciziale.

In tutto, le specie virali in grado di scatenare il raffreddore sono circa 200 e, non di rado, capita che l'infezione sia sostenuta da più di una specie contemporaneamente.

 

 

Modalità di trasmissione

Nonostante il raffreddore sia così frequente, la comunità scientifica non è ancora stata in grado di stabilire con precisione come avvenga il contagio e/o il motivo preciso per cui sembrano esserci delle condizioni predisponenti.

Le teorie più accreditate ritengono che i virus possano essere trasmessi da un soggetto all'altro tramite due modalità principali:

  • per via aerea, cioè attraverso microscopiche particelle di saliva che vengono emesse quando si parla o, semplicemente, anche col respiro. Le microparticelle dei soggetti già infettati possono contenere i virus, i quali, dopo essere andati a finire nelle vie aeree di un altro soggetto, possono attecchire e innescare la patologia;
  • per contatto, ovvero toccando con le proprie mani le mani di soggetti infetti o oggetti toccati da questi ultimi. Dato che i virus del raffreddore sono in grado di resistere piuttosto a lungo nell'ambiente esterno, è facile che, prima o poi, il soggetto sano finisca per portare la mano "galeotta" a contatto con le vie aeree, autoinoculandosi l'infezione.

Inoltre, come il termine stesso "raffreddore" suggerisce, è noto a tutti che questa patologia sia più comune nei periodi più freddi.

Al di là di alcune credenze popolari fortemente radicate (tipico il caso della nonna/zia che recrimina contro il nipote, cercando di individuare il momento preciso in cui il piccolo abbia "preso" il raffreddore), gli studiosi hanno elaborato alcune teorie che giustificherebbero l'associazione tra freddo e raffreddore:

  • le basse temperature rendono l'aria inalata meno umida, più secca, andando ad interferire con i sistemi di difesa meccanica, come il muco e il movimento vibratile delle cellule;
  • l'aria fredda inalata potrebbe provocare un deficit specifico del sistema immunitario presente a livello delle vie aeree alte, facilitando il compito ai virus;
  • secondo altri studiosi, l'associazione non sarebbe tanto di tipo causa-effetto, ma, semplicemente, dovuta al fatto che, in inverno, i giovani in età scolare sono molto più soggetti al contagio, a causa dell'elevata probabilità di trasmissione in un luogo relativamente piccolo e affollato, come la scuola; al contrario, d'estate, le scuole sono chiuse e i bambini tendono a stare in gruppi più piccoli e in spazi maggiori.

Meccanismo patogenetico

Al contrario di ciò che molti pensano, non è tanto il virus a provocare la sintomatologia del raffreddore, ma la risposta immunitaria da esso evocata. Infatti, sono proprio le nostre cellule immuni a rilasciare una serie di sostanze (dette citochine) che provocano infiammazione e scatenano i sintomi del raffreddore.

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Sintomatologia

Un tipico attacco di raffreddore si caratterizza per la presenza di tosse, mal di gola, congestione nasale, starnuti e eccessiva produzione di muco.

I sintomi di interessamento generale come febbre alta, mal di testa, dolori muscolari, stanchezza e disturbi gastrointestinali sono rari nel raffreddore, mentre caratterizzano l'influenza, una patologia a sé stante, che va distinta dal raffreddore per cause (anche l'influenza è causata da virus, ma appartenenti ad un'altra famiglia), manifestazioni cliniche e potenziale gravità.

 

 

Inoltre, non di rado, il raffreddore si può presentare in forme molto lievi o quasi asintomatiche.

La febbre, sempre se presente, è bassa (solitamente < 38° C).

L'espettorato non è molto abbondante ed è di colore chiaro (a differenza delle infezioni batteriche, nelle quali tende a essere verdastro o bruno).

L'esame della cavità faringea (ovvero quando il medico ispeziona l'interno della gola con abbassalingua e lampadina) può rivelare un arrossamento, ma non un essudato purulento (le cosiddette "placche"), a differenza delle faringiti batteriche.

La sintomatologia raggiunge l'apice della gravità circa un paio di giorni dopo la comparsa e regredisce completamente in 7-10 giorni.

Diagnosi

Non esiste alcun asuilio diagnostico specifico e, vista la frequenza e la non gravità della patologia, i pazienti spesso se la autodiagnosticano.

Un consulto medico è indicato nei casi di pazienti con disfunzioni del sistema immunitario o con molte copatolgie, per il rischio di sviluppare complicanze (otite, bronchite, polmonite), che sono rarissime nei soggetti altrimenti sani.

Terapia

Alla luce di quanto appreso riguardo il meccanismo patogenetico e la natura molto lieve di questa patologia, è facile intuire che non vi sia necessità di una terapia antivirale specifica.

Il trattamento si basa invece sul controllo della sintomatologia. I farmaci più impiegati sono:

  • dei comuni antiinfiammatori non steroidei, come aspirina, ibuprofene, ketoprofene, nimesulide, diclofenac etc. È opportuno ricordare che che l'aspirina è controindicata nei bambini (al di sotto dei 18 è fortemente consigliato usare altri antiinfiammatori) per il rischio di sindrome di Reye (una malattia molto rara, tipica dei bambini e potenzialmente fatale, la cui causa non è nota; tuttavia la maggior parte dei casi avviene quando un bambino affetto da infezione virale viene trattato con aspirina).
  • Antipiretici/antidolorifici, come il paracetamolo.
  • Decongestionanti, come alcuni antiistaminici e/o simpaticomimentici. Celeberrimo l'utilizzo di creme da spalmare sul torace (Vicks® e simili), per alleviare la sintomatologia.

Inoltre, sono piuttosto diffusi diversi rimedi caserecci, come miele, zinco, vitamina C e/o D, aglio, echinacea, ma la loro reale utilità è controversa.

 

 

 

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