La sindrome metabolica è una patologia causata nella stragrande maggioranza dei casi da un cattivo stile di vita alimentare e sportivo. Alla base di questa patologia vi è infatti il sovrappeso, causa principale di tutte le alterazioni che caratterizzano la sindrome metabolica, di fatto è costituita dalla presenza contemporanea di diversi disturbi metabolici, che hanno tutti quanti una causa comune.
La sindrome metabolica "esiste" fin dal 1950, quando Vague si accorse che un numero sempre maggiore di persone presentava simultaneamente insulino-resistenza, iperinsulinemia, intolleranza ai glucidi o diabete, dislipidemia, obesità e ipertensione arteriosa. Egli chiamò tale associazione di patologie "sindrome X"; successivamente venne chiamata sindrome metabolica cardiovascolare, poi sindrome da insulino resistenza e solo in seguito sindrome metabolica.
La definizione di sindrome metabolica può essere utilizzata quando in uno stesso soggetto sono presenti 3 o più dei fattori di rischio cardiovascolare, tra:
Il Third report of the National Cholesterol Education Export Panel on Detection, Evaluation and Treatment of Hight Blood Cholesterol in Adults ha proposto una semplice serie di criteri diagnostici, basati su comuni misure cliniche, per valutare la presenza di sindrome metabolica.
La presenza di alterazioni in 3 di queste 5 misurazioni costituisce una diagnosi di sindrome metabolica:
La prevalenza della sindrome metabolica tra la popolazione italiana è impressionante, visto che si parla del 24% degli individui sopra i 20 anni e del 30% sopra i 50 anni.
La prevalenza della sindrome è presente in circa il 90% dei pazienti con diabete mellito di tipo 2.
Questo tipo di patologia è ad elevato rischio cardiovascolare, da qui la necessità di interventi precoci, in primis la riduzione del peso corporeo.
Se consideriamo che il sovrappeso e ancor più l'obesità sono responsabili diretti dell'aumento dei trigliceridi nel sangue, dell'aumento della pressione arteriosa e della glicemia a digiuno (3 delle 5 alterazioni che comportano la diagnosi della sindrome metabolica), capiamo bene che per sconfiggere la sindrome metabolica nella maggioranza dei casi è sufficiente perdere peso e rientrare in peso forma. Questo comporta un cambiamento nello stile di vita drastico, con un aumento dell'attività fisica e una modifica delle abitudini alimentari che consenta un taglio netto delle calorie per sempre. Per fare questo il soggetto dovrebbe acquisire una coscienza alimentare che gli consenta di capire quanto e cosa mangiare, altrimenti sarà costretto a seguire una dieta "da ospedale" per dimagrire, la classica dieta a base di pasta al pomodoro, verdure condite con olio, carni e pesci magri che alla lunga stanca e che in pochi sono disposti a seguire a lungo termine. Inoltre troppa enfasi si pone nei confronti della qualità del cibo (per esempio, si consiglia di condire solo con olio extravergine di oliva e di eliminare cibi contenenti grassi saturi e colesterolo), trascurando il fattore fondamentale, quello delle calorie in eccesso, la vera causa del sovrappeso.
Il risultato di questo approccio è che la sindrome metabolica è in continuo aumento e lo sarà finché non si prenderanno provvedimenti seri contro l'aumento dell'obesità infantile e a favore dell'educazione alimentare nelle scuole e tra gli adulti.
L'esame delle feci è una procedura diagnostica che consiste nella raccolta e nell'analisi di un campione di feci, al fine di individuare alcune eventuali condizioni patologiche.
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