La colite, o Sindrome dell'Intestino Irritabile (SIL), o sindrome del colon irritabile, è una patolgia che interessa l'ultimo tratto dell'intestino, detto colon.
Viene comunemente chiamata colite, termine generico per indicare una infiammazione del colon.
La SIL è il tipo di colite più diffusa ed è in fortissimo aumento, si calcola infatti che i malati siano più del doppio rispetto a 15 anni fa.
Ad oggi non sono ancora del tutto chiare le cause che possono provocare la sindrome dell'intestino irritabile, anche se dai risultati di molte ricerche scientifiche sembra ormai certa una correlazione diretta tra la malattia e il ripetersi nel tempo di condizioni di stress psicologico, di ansia e di agitazione. Queste condizioni psicologiche agirebbero più facilmente in un contesto di sedentarietà, alimentazione disordinata e povera di fibre, situazioni molto comuni nella società moderna.
Tra i sintomi, molto vari, della SIL dominano i fastidi addominali come il meteorismo (sensazione di gonfiore per presenza di aria nell'intestino), la flatulenza e la tensione addominale, spesso associati a nausea, cefalea, depressione, ansia, stanchezza, difficoltà nella concentrazione o nello svolgimento delle normali attività quotidiane.
È sempre presente la frequenza variabile dell'attività intestinale con alterazione nella consistenza delle feci, dalla stitichezza ostinata, alla diarrea alternata a stitichezza e alla diarrea cronica.
Proprio in base ai sintomi avvertiti, si distinguono grossolanamente due tipi di sindrome: quella definita da colon spastico e quella da diarrea non dolorosa.
Nella sindrome del colon spastico si hanno movimenti intestinali molto variabili. Di solito i soggetti colpiti avvertono un forte dolore alternato a remissione, associato a stitichezza o a periodi di forte diarrea.
Il dolore, in genere, si risolve con l'evacuazione e molte volte viene innescato dall'ingestione di particolari cibi variabili da paziente a paziente.
Nella forma chiamata diarrea non dolorosa si presenta una diarrea "urgente", che nella gran parte dei casi si verifica durante o appena dopo i pasti. Nelle forme più gravi e persistenti può presentarsi anche incontinenza fecale e, raramente, anche diarrea notturna.
Come accade per molte malattie i cui sintomi possono essere molto diversi da persona a persona, anche nella colite la diagnosi non è sempre facile.
Gli stessi sintomi, infatti, potrebbero essere presenti, oltre che nella SIL, in altre malattie infiammatorie quali il Morbo di Crohn, la colite ulcerosa, la diverticolite.
Tutte queste sono pure malattie infiammatorie intestinali, ma ben diverse dalla sindrome dell'intestino irritabile, non fosse altro perché vi si riscontrano lesioni intestinali caratteristiche che non si presentano nella SIL.
Tuttavia, il primo passo da fare per chi soffre di questi sintomi è uguale per tutti: con l'aiuto del proprio medico di famiglia occorre recarsi dal gastroenterologo, che tramite vari esami potrà fare una diagnosi corretta del disturbo.
Il trattamento della sindrome dell'intestino irritabile è volta al miglioramento dei sintomi.
L'arma più efficace è il miglioramento delle condizioni psicologiche, con una riduzione dello stress e la conduzione di una vita più tranquilla e rilassata.
Per quanto riguarda la dieta per la colite, in genere questa patologia è aggravata o innescata da particolari alimenti che possono essere molto diversi da paziente a paziente: le indicazioni generali spesso non funzionano ed è il paziente stesso, con l'aiuto del medico, che deve capire quali alimenti evitare e quali preferire.
Gli alimenti a rischio sono il latte, i formaggi stagionati, gli insaccati, i cibi molto grassi ed elaborati, la frutta secca, alcuni tipi di frutta (kiwi, melone, ciliegie, ribes, frutti di bosco, fichi, prugne fresche, banane, albicocche, uva, agrumi, anguria) e verdura (radicchio, indivia, sedano, funghi, peperoni, fave, melanzane, prezzemolo, porri, aglio, carciofi, asparagi, zucca, cipolla) fresca, bibite gassate e alimenti contenenti caffeina.
I farmaci (antispastici, antidiarroici e agenti che aumentano la massa fecale) vanno usati il meno possibile e non devono mai essere usati troppo a lungo poiché causano assuefazione (soprattutto i lassativi).
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