La diarrea del viaggiatore consiste in episodi di diarrea molto frequenti che possono essere accompagnati da crampi addominali, nausea, febbre, sangue nelle feci e senso di malessere generale.
Viene definita diarrea del viaggiatore perché colpisce soprattutto le persone che viaggiano nei paesi in via di sviluppo dove esistono condizioni igienico-sanitarie carenti e climi caldo-umidi che favoriscono il proliferare di diversi microrganismi. Si calcola che circa il 20-60% di coloro che si reca nelle zone a rischio manifesti al ritorno questo tipo di diarrea.
Per questo è molto importante che prima di partire, le persone si informino su questa problematica in quanto la terapia è principalmente preventiva: basta infatti rispettare e seguire qualche semplice consiglio e accorgimento per evitare di farsi rovinare il soggiorno da questa spiacevole malattia.
Il principale fattore di rischio è sicuramente la zona destinazione del viaggio.
Le zone a rischio elevato (anche fino al 60%) di contrarre la diarrea del viaggiatore sono Asia, Africa (esclusa la zona meridionale), America Latina e Messico.
Le zone a rischio intermedio (20% circa) sono l'Europa Mediterranea, il Medio Oriente, il Sud Africa, i Caraibi, l'ex Unione Sovietica e il Giappone.
Il rischio risulta essere limitato (sotto il 7%) per i viaggi in Europa, Australia, Nuova Zelanda, USA e Canada.
Oltre alla destinazione del viaggio, ci sono altri fattori da tenere in considerazione.
Riassumendo quindi nei Paesi caldi e umidi e nei Paesi in cui il livello igienico è più scarso il rischio di contrarre la diarrea del viaggiatore è più alto. In questi luoghi, la scarsità di acqua e l'insufficienza della depurazione e dello smaltimento delle acque di scarico, nonché lo stretto contatto tra uomini e animali, sono tra le prime cause dell'aumento del rischio di contagio.
In linea di massima, sono soprattutto i batteri responsabili di circa l’80-90% delle diarree del viaggiatore. Seguono i protozoi (10%) e infine i virus (5-8%).
Il più comune agente patogeno è l'Escherichia Coli enterotossigeno (ETEC) seguito da Campylobacter Jejuni, Shigella e Salmonella.
Altri Escherichia coli (enteroadesiva-EAEC, enteroinvasiva-EIEC, enteroemorragica-EHEC) sono frequente causa di diarrea batterica.
La diarrea di origine virale può essere sostenuta da Rotavirus, Norovirus e Astrovirus.
La Giardia è il protozoo più frequentemente in causa nella diarrea del viaggiatore.
In una parte dei casi (anche il 40%) non si riesce ad identificare il microrganismo responsabile della diarrea.
La diarrea del viaggiatore non va tuttavia confusa con le intossicazioni alimentari. Queste, come dice la parola stessa, sono dovute a delle tossine che alcuni batteri formano negli alimenti che contaminano e che entrano nel nostro sistema gastrointestinale appunto tramite gli alimenti.
Provocano diarrea anche loro, con vomito e nausea ma i sintomi si risolvono prima rispetto alla diarrea del viaggiatore, in genere nel giro di 12 ore.
Gli agenti patogeni responsabili della sintomatologia diarroica vengono trasmessi all'uomo per via oro-fecale, attraverso principalmente il consumo di acqua e alimenti contaminati, la balneazione soprattutto in acque dolci.
Il contagio da uomo a uomo, attraverso le mani sporche è difficile ma non da escludere.
Il periodo di incubazione e la contagiosità della diarrea sono strettamente dipendenti dall'agente patogeno. Solitamente, il periodo di incubazione varia da qualche ora a pochi giorni.
La diarrea del viaggiatore, come dice la parola stessa, si manifesta come una sindrome diarroica che solitamente si verifica dopo il rientro da un viaggio, caratterizzata da almeno 3 scariche giornaliere di feci non formate, liquide, accompagnate solitamente da febbre, nausea, vomito, crampi addominali, sangue nelle feci.
La sintomatologia può essere considerata lieve quando si verificano fino a 3 scariche di feci acquose senza importanti segni o sintomi di accompagnamento. Viene invece considerata moderata quando le scariche sono circa 4-10 accompagnate da scarsi sintomi o segni (febbre, vomito, nausea, ecc), grave quando invece le scariche sono più di 10 o anche meno, ma accompagnate da sintomi e segni importanti come febbre superiore a 38°C o sangue nelle feci.
La prognosi è normalmente benigna. La diarrea del viaggiatore generalmente si risolve da sola in circa una settimana, ma anche meno. Tendenzialmente però le diarree batteriche, se non trattate, si risolvono in 3-5 giorni, mentre quelle virali sono più veloci nel guarire, circa 2-3 giorni.
Discorso a parte per le diarree causate dai protozoi, che possono persistere anche per settimane o mesi.
In alcuni pazienti a rischio, come gli anziani, coloro che hanno patologie croniche, o bambini molto piccoli, possono verificarsi complicanze a volte anche gravi.
Prevenire la diarrea del viaggiatore non è così difficile, basta fare attenzione e seguire alcuni accorgimenti molto semplici.
La prevenzione alimentare, quando intrapresa in maniera corretta, è indubbiamente quella più efficace.
Ecco 10 regole per prevenire la diarrea del viaggiatore.
La terapia si basa su tre presidi fondamentali, ovvero le soluzioni reidratanti, gli antidiarroici e gli antibiotici.
In prima istanza bisogna provvedere al reintegro di acqua ed elettroliti che vengono persi in grande quantità con la diarrea profusa.
La disidratazione è molto pericolosa per la vita e quindi è necessario somministrare soluzioni saline e glucosate per ristabilire il normale equilibrio idro-elettrolitico.
Passando invece in rassegna i farmaci da usare, si fa uso principalmente di antidiarroici e antibiotici (per le forme batteriche).
Tra i farmaci antidiarroici, si fa largo uso della loperamide, che inibisce la motilità dell'intestino. Solitamente va assunta da sola o in associazione agli antibiotici, dopo ogni scarica diarroica. Nel caso in cui le feci siano ematiche e ci sia febbre elevata è meglio evitare di somministrarla.
Per quanto invece riguarda la somministrazione di antibiotici, essi vengono dati solo quando si sospetta l'eziologia batterica (la grande maggioranza). Si utilizzano soprattutto i fluorochinoloni, altamente efficaci per la maggior parte dei batteri che causano la diarrea del viaggiatore, escludendo alcuni ceppi di Campylobacter che sono resistenti. La ciprofloxacina è quello a più ampio spettro per questo genere di malattia ed è somministrabile ogni 12 ore al dosaggio di 500 mg.
Dopo 24 ore è necessaria una rivalutazione clinica e nei casi più gravi, può essere protratta per altri 3 giorni con le stesse modalità di somministrazione.
L'esame delle feci è una procedura diagnostica che consiste nella raccolta e nell'analisi di un campione di feci, al fine di individuare alcune eventuali condizioni patologiche.
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