L'Helicobacter pylori è un batterio che prende il nome dalla sua forma a spirale, e dal fatto che si sviluppa prevalentemente nel piloro, la porzione terminale dello stomaco, la cui funzione è quella di contenere o favorire il transito del contenuto dello stomaco nell'intestino tenue.
L'Helicobacter pylori è stato scoperto abbastanza recentemente, nel 1983, dagli scienziati australiani Barry Marshall e Robin Warren che vinsero, grazie a questa scoperta, il premio Nobel per la medicina nel 2005. Fino ad allora si pensava che l'ambiente fortemente acido dello stomaco non permettesse la vita di alcun microorganismo: i due scienziati non solo dimostrarono che questo assunto era falso, ma anche che alcune patologie, come la gastrite e l'ulcera, fossero causate proprio dall'infezione batterica da Helicobacter pylori.
L'Helicobacter pylori riesce a vivere nello stomaco grazie all'enzima ureasi, che produce in abbondanza, e che consente la produzione di ammoniaca, fortemente basica e quindi in grado di neutralizzare l'acidità dello stomaco che altrimenti non permetterebbe lo sviluppo di alcun organismo. Grazie alla sua forma a cavatappi, riesce a penetrare la barriera di muco che protegge la mucosa gastrica, ed è dotato di sostanze adesive che gli consentono di rimanere attaccato alle pareti dello stomaco anche durante i sui forti movimenti. Il nostro sistema immunitario non riesce a debellare l'Helicobacter pylori perché le cellule che dovrebbero distruggerlo non riescono a superare la barriera mucosa dello stomaco.
Per tutti questi motivi, l'infezione da Helicobacter pylori è molto diffusa: interessa infatti circa la metà della popolazione mondiale. Tuttavia, sebbene la prevalenza dell'infezione sia dal 30 al 65% degli adulti e dal 5 al 15% dei bambini, nella stragrande maggioranza dei casi essa rimane asintomatica e può anche persistere per tutta la vita.
L'Helicobacter pylori può causare un aumento cronico dell'acidità gastrica (gastrite da Helicobacter pylori) che comporta una serie di problemi potenzialmente gravi, come le cosiddette metaplasie duodenali ed esofagee, causate dal lento adattamento dei tessuti all'eccessiva acidità (o al reflusso gastroesofageo).
Il 10-20% dei soggetti colpiti dall'infezione possono sviluppare ulcere gastriche e duodenali.
L'infezione da Helicobacter concorre ad aumentare il rischio di sviluppare il tumore dello stomaco: statisticamente l'1-2% dei soggetti infetti sviluppa tale tipo di neoplasia. La correlazione tra il batterio e il cancro allo stomaco è particolarmene valida per alcuni tipi di tumore, come il linfoma gastrico primitivo MALT-associato e l'adenocarcinoma.
Bisogna comunque dire che la maggior parte dei soggetti infetti da Helicobacter pylori (80-85%) non presentano problemi di alcun genere oppure sintomi molto lievi che scompaiono velocemente.
Al contrario, nei soggetti sintomatici l'infiammazione dello stomaco diviene intensa, provoca bruciori e dolori, e altri sintomi come nausea, vomito, reflusso gastroesofageo, eruttazioni. Tali sintomi aumentano a stomaco vuoto e vengono attenuati mangiando o assumendo antiacidi.
Esistono diversi tipi di test per indivuduare l'infezione da Helicobacter.
I test non invasivi ricercano la presenza del batterio nelle feci o nel respiro (breath test), quest'ultimo test prevede di bere un liquido diagnostico e respirare in due provette.
La gastroscopia è un metodo decisamente più invasivo, ma consente di vedere anche eventuali gastriti o lesioni della mucosa.
Per eliminare il batterio si assumono antibiotici e un inibitore di pompa protonica che instaura nello stomaco un ambiente meno acido e dunque meno favorevole alla vita del batterio.
In genere si assumono due antibiotici (scelti tra amoxicillina, claritromicina, tinidazolo, tetraciclina, metronidazolo) e un inibitore di pompa (scelti tra omeprazolo, lansoprazolo, ramitidina e esomeprazolo) per 7-10 giorni, quindi si attende qualche settimana e si verifica con un nuovo esame se l'Hlicobacter è ancora presente o è stato sconfitto.
Attualmente sono in fase di sperimentazione dei vaccini, risultati efficaci sugli animali e, nei primi test, anche sugli uomini.
L'esame delle feci è una procedura diagnostica che consiste nella raccolta e nell'analisi di un campione di feci, al fine di individuare alcune eventuali condizioni patologiche.
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