Un vaccino è una sostanza biologica usata per indurre o migliorare la risposta immunitaria verso una determinata malattia.
I vaccini sono un esempio di immunizzazione attiva artificiale:
Il contributo più decisivo alla scoperta del vaccino fu dato dal medico britannico Edward Jenner, il quale, alla fine del XVIII secolo, osservò che le massaie che si ammalavano di vaiolo delle vacche (una forma di malattia molto più lieve rispetto al vaiolo umano), in seguito erano immuni (cioè protette, non si ammalavano) al vaiolo umano. Sulla scorta di ciò, Jenner allestì un primo abbozzo di vaccino, utilizzando del materiale prelevato da una pustola di vaiolo delle vacche e iniettandolo in un altro soggetto, il quale in seguito non si ammalò di vaiolo umano, pur essendo esposto al contagio.
Sulla scia di Jenner, soprattutto nel XX secolo, la scienza e la tecnologia hanno compiuto enormi progressi nel campo delle vaccinazioni e le hanno consacrate come una delle conquiste più importanti della medicina.
A dispetto di alcune recenti "campagne di disinformazione", insieme agli antibiotici e ai farmaci per le malattie cardiovascolari, i vaccini sono i presidi medicinali che hanno contribuito in misura maggiore all'allungamento della vita media, debellando alcune malattie devastanti (come il vaiolo) e riducendo l'incidenza di altre (poliomelite, morbillo, difetrite etc.).
A seconda del tipo di microrganismo e del tipo di risposta immunitaria che si intende stimolare, esistono diverse formulazioni:
Le vaccinazioni più importanti sono quelle incluse nel calendario vaccinale e somministrate ai bambini piccoli. Esse si suddividono in vaccinazioni obbligatorie e vaccinazioni raccomandate.
Le vaccinazioni obbligatorie sono:
Tutte le vaccinazioni obbligatorie sono efficaci e assolutamente sicure, anche nel bambino piccolissimo. Il calendario vaccinale prevede tre somministrazioni: a 3 mesi; a 5 mesi; a 10 mesi. Per l'anti-DTP sono inoltre previsti dei richiami ogni 5 anni.
Le vaccinazioni raccomandate sono:
Le tre precedenti sono solitamente raggruppate in un unico preparato, detto vaccino anti-MPR. Dato che si tratta di vaccini a virus vivo, seppure attenuato, è necessario che il sistema immunitario sia già abbastanza competente e quindi, a differenza dell'anti-DTP, l'anti-MPR si esegue nel bambino un po' più grandicello, intorno ai 12-15 mesi, con dei richiami dopo 5 e 10 anni. Inoltre, l'anti-MPR non può essere effettuato in bambini con difetti del sistema immunitario.
Altre vaccinazioni raccomandate nel bambino, ma di minore importanza rispetto alle precedenti, sono:
Ulteriori vaccini degni di nota sono:
Come detto in precedenza, i vaccini sono dei provvedimenti profilattici sostanzialmente molto sicuri, ma, come tutti gli atti medici, presentano dei potenziali effetti collaterali, seppure raramente.
Uno dei rischi principali sono le reazioni allergiche, in particolare, dovute al fatto che molti vaccini sono coltivati in uovo. Oppure si possono verificare reazioni allergiche contro alcuni degli eccipienti presenti nel preparato. Perciò, per prudenza, si invitano i pazienti a sostare nell'ambulatorio medico per almeno 15 minuti dopo la somministrazione, in modo da intercettare precocemente eventuali manifestazioni allergiche e intervenire prontamente.
Delle complicanze lievi, come arrossamento e dolore nella zona dell'iniezione o una leggera sindrome simil-influenzale, dovuta all'allestimento della risposta immunitaria contro il vaccino, sono abbastanza frequenti ma non hanno alcuna rilevanza clinica.
Invece, i vaccini a virus vivo attenuato possono provocare delle complicanze più gravi, sebbene rarissime. Ad esempio, la vaccinazione anti-morbillo può provocare un'encefalite (grave patologia caratterizzata da infiammazione dell'encefalo) in 1 caso su 10.000 (ma si tratta di un rischio calcolato, tenendo conto che l'infezione vera e propria provoca un'encefalite in 1 caso su 100).
Una eventualità ancora più remota (stimata in meno di 1 caso su 10.000) è che il virus attenuato possa ritrasformarsi nella sua forma originaria e provocare la patologia corrispondente.
Accanto ai rischi appena menzionati, rari ma concreti, ogni tanto, ci vengono propinate delle campagne mediatiche assolutamente mendaci (e spesso frutto di mala fede e dettate da interessi economici), che portano alla ribalta delle teorie secondo le quali i vaccini sono la causa delle più svariate patologie (ultimamente ci sono state delle class-action e delle cause giudiziarie milionarie intentate da chi sostiene che i vaccini provochino l'autismo). Fino ad oggi, ognuna di queste teorie complottistiche è stata smentita.
In ogni caso, va rimarcato fortemente il concetto che le vaccinazioni comportano un rapporto rischio-beneficio estremamente favorevole e, sebbene esse (come qualsiasi atto medico) non siano scevre da effetti collaterali, sono una delle conquiste più importanti della medicina e un presidio fondamentale per la salvaguardia della salute individuale e collettiva.
La somministrazione del vaccino deve essere rinviata in caso di paziente con gravi malattie infettive in atto, poiché il sistema immunitario è "già indaffarato" e potrebbe non essere in grado di sviluppare una reazione immunitaria adeguata al vaccino. In caso di infezioni banali delle prime vie aeree, come il comune raffreddore, si può procedere tranquillamente alla somministrazione del vaccino.
Infine, il rischio di complicanze da vaccino a virus vivo attenuato è molto maggiore nei soggetti con disfunzione grave disfunzione del sistema immunitario perciò, in questi soggetti, l'utilizzo di vaccini a virus vivo attenuato è fortemente controindicato.
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