Il Modello della speranza o di Kirschenbaum descrive gli stadi del cambiamento durante il processo della perdita di peso.
Questo modello è nato dalla sperimentazione di una squadra di psicologi durata tre anni su un campione di soggetti obesi sottoposti a una terapia prescrittiva tradizionale.
Sono stati studiati e descritti i pensieri, le sensazioni e i comportamenti di questi soggetti, individuando alcuni stadi ricorrenti che sono stati suddivisi in primari e secondari.
In questo stadio iniziale il paziente è molto motivato ed entusiasta. Sono caratteristici di questo stadio il piacere e il senso di soddisfazione per la capacità di tenere sotto controllo un difficile aspetto della propria vita, il conforto per la rapida perdita di peso, la puntualità delle visite di controllo, la completezza dei diari sui quali vengono registrate le assunzioni di cibo, l'accurata lettura del materiale educativo, la partecipazione ai programmi di esercizio fisico.
Questo stadio all'inizio interessa l'80% dei pazienti.
Esaurito tale stadio gli individui passano SEMPRE a quello della frustrazione.
La direzione, purtroppo, è a senso unico.
In questo stadio si passa dall'entusiasmo alla depressione.
Il soggetto si rende conto che il dimagrimento non continua alla velocità iniziale ma subisce delle battute d'arresto e che è difficile resistere alle tentazioni a lungo.
La grande speranza delle proprietà terapeutiche del nuovo programma è sostituita dalla sconfortante realtà. La domanda che caratterizza questa fase è 'perché capita a me?.
Sono caratteristici:
Questo stadio interessa praticamente tutti i pazienti (il 90%) nel primo e nel secondo anno, ed è molto delicato poichè il paziente che si trova in questa situazione può mantenere uno stato positivo di orientamento, entrando nello stadio del tentativo di accettazione, oppure entrare in Eclissi o in Disinibizione.
Entrare in Eclissi significa scomparire, nascondersi temporaneamente. È un meccanismo psicologico che viene attuato da chi soffre per essere in sovrappeso e non riesce più a mantenere la restrizione alimentare o che avendo l'impressione di mangiare poco, non riesce a perdere peso.
La reazione psicologica consenguente è quella di non misurare più il peso e di disdire le visite di controllo successive, interrompendo la relazione con il medico, per un senso di colpa o di soggezione. Durante questa fase il peso aumenta.
La Disinibizione è la perdita del controllo alimentare che tende a stimolare l'assunzione di una quantità di alimenti maggiore di quella necessaria. Essa trova la causa di origine dal senso di colpa che scaturisce dal modello morale: il senso di colpa crea un senso di malessere che trova sollievo negli effetti sedativi provocati dall'assunzione di cibo.
È la fase dell'atteggiamento più costruttivo, dove al posto delle emozioni negative può trovare posto la collaborazione e l'attitudine alla soluzione dei problemi.
Questa fase è caratterizzata da una condotta più 'umana', l'obeso segue il programma in modo corretto ma non perfetto, con fatica ma non con angoscia.
I diari vengono aggiornati con costanza ma con qualche interruzione, l'esercizio fisico viene svolto con regolarità anche se viene considerato un lavoro faticoso, le situazioni a rischio vengono affrontate con aggressività o vengono evitate.
Il 50% dei pazienti nel primo anno e il 70% nel secondo entrano in questa fase.
Purtroppo la probabilità di ricaduta è ancora elevata poiché la direzione non è univoca e il soggetto può rientrare nello stadio della frustrazione. Il compito dell'obesiologo è fondamentale per evitare di ricadere nello stadio della frustrazione.
Sono gli stadi che si presentano più raramente, nel 10% dei casi nel primo e secondo anno.
È simile a quello della frustrazione. È caratterizzato dal risentimento e dalla rabbia che porta ad avere reattività nei confronti del professionista e del programma scelto: l'interruzione del programma è quasi la regola.
Viene attuato dai pochi soggetti che utilizzano l'obesità come auto-protezione, per esempio nei confronti di molestie sessuali.
Questo stadio non è comune e si verifica in meno del 10% dei casi, ed è caratterizzato dal comportamento perfetto del paziente che segue il programma alla lettera. È inutile cercare di raggiungere questo stadio, visto che solo in pochissimi hanno la forza di volontà per arrivarci. Meglio puntare sullo stadio del tentativo di accettazione.
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