La relazione tra medico e paziente è il cardine su cui si basa il successo della terapia dell'obesità. La cronicità della malattia e le note difficoltà che esistono per la perdita di peso trasformano facilmente la relazione in una trappola, la trappola relazionale che porta all'Eclissi, ovvero all'interruzione della relazione stessa.
Per costruire una corretta relazione terapeutica e mantenerla per tutta la durata della terapia il professionista deve attivare tutti i processi psico-educativi possibili, in quanto si tratta di convincere l'obeso e i suoi familiari che l'obesità è una malattia cronica, che la terapia può durare parecchi anni e che bisogna mantenere attivo il Sistema di Controllo per tutta la vita per evitare ricadute, così come nel Diabete e nell'Ipertensione.
Questa fase iniziale informativa è indispensabile poichè il paziente, disorientato e disinformato a causa delle barriere sociali e cognitiva, non accetta facilmente le procedure educative, essendo abituato a considerare la terapia sotto forma di ricetta: tutto, subito, senza fatica e senza spendere troppo denaro.
Questa distorsione concettuale va immediatamente corretta poichè spinge il paziente ad entrare in Eclissi non appena cessa l'entusiasmo iniziale e iniziano i problemi.
Le informazioni da comunicare al paziente sottoforma di lezioni, manuali, esercitazioni individuali o di gruppo, devono convincerlo del fatto che l'obesità è una malattia complessa che non può essere curata come un'influenza, ma necessita di un percorso lungo e articolato ed egli dovrà mettere in campo notevoli risorse per guarire.
Di seguito riportiamo un esempio dei contenuti da comunicare in questa prima fase:
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Se è vero che invecchiare è un processo naturale e fisiologico, lo è anche che esistono differenze abissali tra l'età anagrafica e quella biologica di ognuno di noi.
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In questo articolo abbiamo deciso di raccogliere gli elementi principali da considerare quando ci si trova a prendersi cura di genitori anziani che vivono da soli.
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