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Buongiorno, se possibile vorrei chiedervi un'informazione o meglio un chiarimento, su delle raccomandazioni che leggo sul vostro sito a questa pagina Leggo che "100 g di salmone, sgombro freschi o in scatola al naturale" apportano una significativa quantita di omega3, ma non mi è ben chiaro quella dicitura "al naturale". Cosa vuol dire? Che se consumo sgombro in scatola conservato in olio di oliva la cosa non è valida? E salmone affumicato o cotto in altra maniera? Grazie di tutto.
Gentile visitatore,
l'importanza dei grassi omega 3 è sempre più percepita dalla popolazione, anche grazie al fatto che i nutrizionisti nostrani ne lodano le caratteristiche sempre più spesso. Purtroppo non sempre le informazioni sono corrette: come sempre l'incapacità di fornire informazioni quantitativamente corrette fa scadere di molto la qualità dell'informazione stessa. Abbiamo già parlato diverse volte di come non tutti i pesci contengano quantità significative di grassi (e quindi anche di grassi omega 3) e quindi non siano efficaci per una corretta assunzione. Il consiglio di mangiare pesce senza specificare quanto e quale non consente di soddosfare i bisogni dall'organismo.
Nell'articolo (che ho modificato) non si spiegavano le cose in maniera approfondita. Il problema sta nella lavorazione del pesce: il grasso del pesce è localizzato in alcune zone (soprattutto quella sottocutanea), rimuovendo quella il pesce si impoverisce di grassi totali, quindi se originariamente ne aveva il 10%, dopo si può scendere all'1-2%, e la quantità di omega 3 diventa quasi trascurabile.
Lo sgombro in scatola si trova quasi sempre sottoforma di filetti: la zona sottocutanea è rimossa in maniera più o meno importante, quindi a seconda delle marche avremo un prodotto più o meno grasso e quindi più o meno ricco di omega 3.
Se lo sgombro è al naturale basta verificare in etichetta che i grassi totali siano attorno al 10%, oppure scegliere quelli che riportano anche la quantità di omega 3. Se lo sgombro è sott'olio la quantità di grassi totali è fortemente influenzata dalla presenza dell'olio, dunque non è possibile risalire al grasso contenuto nel pesce. In questo caso è necessario trovare in etichetta la quantità di omega 3, altrimenti si compra un prodotto al buio.
Per il salmone affumicato vale esattamente lo stesso principio, solo che il salmone possiede una buona percentuale di grasso intramuscolare (quelle sottili striature bianche intervallate dal rosa della parte magra) e quindi contiene comunque una quantità significativa di omega 3, anche se notevolmente inferiore rispetto a quello intero. Anche qui molto dipende dalla varietà: conviene leggere in etichetta e scegliere quello con la quantità maggiore di grasso. In ogni caso, il salmone affumicato è un prodotto che difficilmente rientra nella alimentazione quotidiana, dunque è difficile considerarlo una buona fonte di omega 3, anche perché contiene parecchio sodio. 100 g di salmone apportano solo 5 g di grassi (1 g di omega 3) e il 60% della quantità massima teorica del sodio consentita ogni giorno.
Come tutti i pesci contenenti omega 3, il salmone andrebbe cotto a temperature non eccessive (al vapore o stufato in padella) per non degradare i grassi stessi.
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