La marconiterapia fa parte delle termoterapie endogene (insieme all'ipertermia e alla radarterapia) in cui viene utilizzato calore a scopi terapeutici. Nella marconiterapia vengono utilizzati campi elettromagnetici aventi frequenze pari a 27 MHz e lunghezze d'onda che oscillano dai 3 agli 11 metri (onde corte).
Il trattamento viene generalmente eseguito mediante due elettrodi contrapposti montati su supporti rigidi e snodati che cingono la parte da trattare ma senza che ci sia un contatto diretto.
Viene generalmente utilizzata per il trattamento di forme reumatiche e atropatie di tipo degenerativo, nel trattamento sintomatico in fase sub acuta o cronica delle lombalgie e delle lombosciatalgie, delle contratture muscolari e delle mialgie di tipo non infiammatorio.
Nella marconiterapia viene utilizzata la banda HF, avente frequenza di 27 MHz e lunghezza d'onda di 11 metri.
I generatori HF sono costituiti da un condensatore a bassa resistenza (oscillatore), che lavora alla frequenza desiderata. La corrente generata, per induzione elettromagnetica, produce una seconda corrente ad alta frequenza che viene erogata al paziente.
Alle frequenze adoperate nella marconiterapia (27 MHz) non si assiste a eccitabilità neuromuscolare, ma vi è un effetto Joule (effetto termico di trasferimento di energia cinetica nell’organismo, sotto forma di calore) marcato che produce effetti biologici sia locali che sistemici.
La potenza di erogazione varia fino a un massimo di 400 W in erogazione continua a un massimo di 1000 W in erogazione pulsata.
La durata del trattamento è di 20 minuti, suddivisa in due minicicli consecutivi di 10 minuti ciascuno, mentre la regolazione della potenza viene basata più sulla sensazione di calore avvertita dal paziente che sulla potenza oggettiva; generalmente si parte con potenze di 10-20 W.
Esistono due diverse modalità di utilizzo: la modalità induttiva e quella capacitativa.
Nella modalità induttiva, chiamata anche mono-elettrodo, viene utilizzato un solo elettrodo, che può essere applicato in due modalità differenti:
In questa modalità viene adoperata una coppia di elettrodi contrapposti, in modo che il tessuto da trattare sia posto fra i due elettrodi, diventando parte del circuito, andando a rappresentare la resistenza al passaggio di energia.
Il risultato del trattamento è influenzato dal posizionamento degli elettrodi e dal tessuto da trattare; l'aumento di temperatura è maggiore quanto minore è la grandezza del tessuto corporeo attraversato.
Anche la modalità capacitativa può essere applicata in diversi modi:
La marconiterapia viene utilizzata per trattare i seguenti disturbi:
Le condizioni in cui l'utilizzo della marconiterapia è controindicato includono:
Gli effetti collaterali della marconiterapia comprendono la vertigine e l'ustione.
La vertigine è un effetto occasionale, causato da un'alterazione dell'omeostasi all'interno dei canali semicircolari dell'orecchio (responsabili del mantenimento dell'equilibrio).
L'ustione rappresenta un pericolo concreto e generalmente si manifesta come una macchia di colore biancastro circondata da un alone rosso-violaceo. Può essere molto profonda ed è favorita da potenze elevate, tessuti a bassa impedenza e mezzi di sintesi (soprattutto se l'asse longitudinale è posto lungo le linee del campo elettromagnetico).
Dal punto di vista dell'esposizione professionale, va considerato che la potenza erogata dal generatore varia a seconda della tipologia di trattamento e della dimensione della zona da trattare; tipicamente vengono utilizzate potenze variabili da alcune decine a qualche centinaio di Watt.
Il campo elettromagnetico prodotto dagli elettrodi non rimane confinato nella zona sede del trattamento, ma una parte dell'energia viene dispersa nell'ambiente circostante provocando una esposizione indebita del personale addetto; gli studi fino ad ora effettuati non hanno dimostrato un aumento di patologie professionali causate dall'utilizzo della marconiterapia.
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