L'ipertermia è una terapia fisica innovativa che consiste nell'imporre a una determinata parte del corpo un ciclo termico costante e specifico per quella parte e per quel tipo di patologia, a scopo terapeutico.
Il sistema è il risultato di anni di studio le cui radici derivano dall'ipertermia utilizzata in ambito oncologico. Pur essendo una macchina semplificata rispetto a quelle oncologiche, rappresenta la soluzione per una vasta gamma di applicazioni. Si avvale di diversi elementi che sono: una sorgente di calore endogeno costituita da un generatore di onde elettromagnetiche, una sorgente di termoregolazione esogena costituita da un modulo ad acqua circolante termostata, un applicatore in grado di trasferire entrambi i tipi di energia (endogena per la radiazione elettromagnetica ed esogena per conduzione e convezione termica) sulla zona desiderata e un controller per gestire i parametri della seduta in base alle rivelazioni termometriche.
Imporre un ciclo termico accurato significa eseguire una termoterapia avendo il controllo di tutte le variabili esistenti che comprendono:
Al fine di comprendere i fenomeni correlati all’incremento tissutale della temperatura, tenendo conto delle variabili sopracitate, è convenzione dividere il trattamento in tre tempi: incremento termico, stabilizzazione termica e decremento termico, creando così il "ciclo ipertermico".
L'ipertermia permette di ottenere un'ottima profondità di penetrazione e di evitare il surriscaldamento indesiderato di punti interni o superficiali non previsti. La massima deposizione di energia si ha infatti in superficie e su un'area nota e prevedibile, perciò il surriscaldamento è facilmente eliminato dal contatto con l'acqua circolante termostata (sorgente esogena) che stabilizza la temperatura. Quindi dosando opportunamente le due sorgenti endogena ed esogena sulla base di misure termometriche, il controller, programmato dall'operatore, permette di raggiungere il livello ipertermico desiderato ai tessuti e lo mantiene, compensando anche il naturale tentativo di riportare la temperatura a livelli normali attraverso un aumento di perfusione.
Gli effetti biologici si riscontrano in diversi tessuti dell'organismo e comprendono:
Nella pratica clinica il ciclo ipertermico viene utilizzato ad una potenza che varia dai 15 a 70 W, il bersaglio terapeutico deve avere un volume di massimo 200 cm³ e la temperatura oscilla fra i 37,5°C e i 39°C, teoricamente è possibile arrivare fino a 41,5°C ma tale temperatura non viene utilizzata in clinica, tutti i tessuti sopportano temperature fino ai 40°C (temperatura para-fisiologica) ma oltre i 40°C il tessuto si danneggia tanto più rapidamente quanto meno è vascolarizzato (per una minore possibilità di disperdere il calore).
La durata del trattamento varia a seconda del tipo del tessuto bersaglio, dalla temperatura e dalla vascolarizzazione del distretto. Generalmente varia da 20 a 30 minuti per un totale di 8-10 applicazioni.
Le principali indicazioni sono rappresentate da patologie a carico dei muscoli scheletrici, tendinopatie e capsuliti e per il trattamento di artrosi, borsiti, lombosciatalgia e sindromi canalicolari.
L'utilizzo dell'ipertermia è controindicato nelle seguenti condizioni:
Gli effetti collaterali sono rari e derivano da uso incauto o inesperto o da macchine danneggiate e sono legati al calore elevato (si verificano principalmente ustioni).
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