La termoterapia esogena è una terapia fisica che comporta l'applicazione di calore di provenienza esterna al corpo per finalità terapeutiche. Le forme di energia utilizzate nella termoterapia esogena sono: i raggi infrarossi, i raggi ultravioletti e la paraffina (paraffinoterapia).
I raggi infrarossi sono onde elettromagnetiche con bande di frequenza dello spettro elettromagnetico inferiore a quella della luce visibile, ma maggiore delle onde radio, con una lunghezza d'onda compresa tra 700 Å e 1 Å (banda infrarossa).
Data la vastità dello spettro infrarosso e i molteplici utilizzi delle radiazioni collocate in vari punti al suo interno, è stata sviluppata una classificazione che suddivide le bande di frequenza in tre categorie:
Lunghezze d'onda diverse vengono assorbite in modo differente; fra i 7700 Å e i 12000 Å i raggi infrarossi vengono assorbiti dal derma e dal tessuto sottocutaneo, mentre lunghezze d'onda maggiori di 12000 Å vengono assorbite dagli strati superficiali dell'epidermide.
Il calore generato dagli infrarossi viene trasportato ai tessuti profondi per conduzione e convenzione (tramite la circolazione sanguigna).
Esistono diversi generatori di raggi infrarossi, questi possono essere:
La termoterapia esogena con raggi infrarossi produce i seguenti effetti locali:
Oltre agli effetti locali i raggi infrarossi agiscono anche a livello sistemico causando:
Le applicazioni della termoterapia esogena con raggi infrarossi sono locali e hanno una durata che varia dai 10 ai 30 minuti.
La densità dell'erogazione varia in base all'area da irradiare e alla distanza della sorgente; ad esempio per localizzazioni a livello della schiena si utilizzano potenze di 600 W a una distanza di 50 cm per 30 minuti.
La distanza dell'applicazione è proporzionale alla potenza del generatore (più distante per potenze maggiori e viceversa) ma, in ogni caso, la distanza minima è di 20-25 cm.
Molto importante è evitare di puntare i raggi infrarossi a livello del viso e soprattutto a livello oculare, in quanto è elevato il rischio di causare una pseudo-cataratta.
Prima dell'applicazione è necessaria la rimozione dei vestiti dall'area bersaglio e la sorgente deve essere perpendicolare all'area da irradiare, questo per evitare di applicare i raggi infrarossi con una densità disomogenea.
Durante l'applicazione bisogna valutare la tolleranza del paziente al calore e impostare di conseguenza la migliore potenza di erogazione; in particolare bisogna porre maggiore attenzione ai pazienti diabetici, i quali presentano una compromissione della sensibilità al dolore.
Le patologie che traggono beneficio dall'utilizzo dei raggi infrarossi sono:
È controindicato applicare i raggi infrarossi in corso di flogosi acute, scompenso cardiaco e ipotensione. Bisogna invece porre particolare attenzione ai soggetti affetti da patologie che alterano la sensibilità dolorifica (es. diabete).
Se i raggi infrarossi vengono rivolti al volto o agli occhi è possibile che compaiano diversi effetti collaterali fra cui: ustione cutanea, danni retinici, pseudo-cataratta (per opacizzazione della cornea), congestione delle meningi.
I raggi ultravioletti vengono utilizzati solo per patologie dermatologiche, in particolare nella psoriasi. Il tempo di esposizione ai raggi ultravioletti varia durando dai 2 a 3 minuti nelle sedute iniziali fino a 7-8 minuti alla fine della cura.
La paraffinoterapia fu introdotta nel 1915 da De Sandfort e Joly e si basa sull'utilizzo della paraffina. La paraffina è una sostanza di colore bianco, formata da idrocarburi solidi ricavati dalla distillazione del petrolio.
Si presenta solida a temperatura ambiente e fonde a temperature superiori a 50 °C. Nonostante oggi venga utilizzata raramente, a favore di più recenti scoperte elettromedicali, i risultati ottenuti su selezionate patologie la rendono ancora attuale.
Per l’applicazione terapeutica viene mescolata alla vaselina per due motivi: facilitare la pulitura cutanea e ridurre al minimo le possibilità di surriscaldamento cutaneo.
Dal punto di vista biologico la paraffinoterapia ha diversi effetti, fra cui:
Una volta sciolta la paraffina, mescolata alla vaselina, può essere applicata al paziente nei seguenti modi:
La parte da trattare verrà poi ricoperta da una pellicola impermeabile e un panno, poi mantenuta in sede per 20-30 minuti, fino a completo raffreddamento.
L’applicazione d’elezione della paraffinoterapia sono le articolazioni (es. delle mani, piedi, ginocchio, gomito).
Quindi le indicazioni terapeutiche comprendono:
Le controindicazioni sono quelle classiche della terapia esogena locale, quindi infezioni, ferite aperte, tumefazioni acute locali e generali, stati febbrili e ipersensibilità cutanea.
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