Molti pensano che lo sci sia uno sport pericoloso, perché è uno sport di velocità e in alcuni casi può anche essere acrobatico (nel caso dei salti con lo snowboard o con gli sci).
In realtà, analizzando i dati statistici, si scopre che lo sci è probabilmente lo sport di velocità meno rischioso in assoluto ed è addirittura più sicuro di altri sport come la corsa o il calcio.
Secondo un modello matematico realizzato dall'Università di Salisburgo, che misura l'indice di rischio dei vari sport, in una scala da 0 a 100 il calcio si posiziona al primo posto con un indice di rischiosità pari a 41. Secondo posto per l'equitazione, a seguire il ciclismo. Con indice di rischiosità 12 si posizionano al quarto posto i giochi con il pallone, la mountain bike e lo snowboard. Con indice 9, al settimo posto c'è lo sci, seguito con indice 8 da sport come l'aerobica e l'attrezzistica.
In una rilevazione effettuata lo durante la stagione 2000-2001 sulle piste del Trentino, a fronte di 56 milioni di passaggi ai tornelli di funivie e seggiovie, e quindi di altrettante discese, sono stati registrati 4070 incidenti (non stiamo parlando di infurtuni, ma di incidenti, di diversa tipologia e nella maggioranza dei casi senza infortunati). Ponendo in relazione i due dati e considerando una media di 13 discese mediamente effettuate in una giornata, si evince che c’è stato un incidente ogni 1077 giornate sci.
Altre statistiche meno ottimistiche parlano di poco più di 2 infortuni per 1000 giornate sci, ma stiamo sempre parlando di probabilità molto basse. Un vero appassionato che scia 20 giorni l'anno, ha una probabilità di incorrere in un infortunio ogni 25-50 anni, a seconda delle statistiche!
Prendiamo un altro sport di velocità (ma non acrobatico), il ciclismo. Da una inchiesta pubblicata dall'Asaps emerge che ogni giorno in Italia un ciclista perde la vita e 40 sono ricoverati in ospedale. Le statistiche Istat registrano nel 2007: 15.713 incidenti, 352 ciclisti morti. Girare in bicicletta comporta un rischio di morte più che raddoppiato rispetto ad utilizzare un ciclomotore!
Prendiamo ora uno sport non di velocità, come la corsa: uno studio di Patricia Brill e Caroline Macera, ricercatori presso l’Università della Corolina, hanno stabilito che dal 30 al 65% delle persone che corrono per salute subisce un infortunio nel corso dell'anno e per ogni 1000 ore di corsa ci sono dai 2,5 ai 21 infortuni. Dunque, un runner che corre 3 ore la settimana (e cioè ben poco, il minimo per rendere la corsa un'attività benefica per la salute) avrà se va bene un infortunio ogni 3 anni, se va male 3 infortuni all'anno! Ovviamente gli infortuni nella corsa sono mediamente meno gravi rispetto agli sport di velocità, ma non per questo meno impattanti, a lungo termine. Quanti runner sono costretti a smettere di correre dopo qualche anno di attività, perché gli infortuni sommati tra loro determinano l'impossibilità di continuare?
I detrattori dello sci ritengono che gli infortuni in questo sport siano più gravi perché i traumi causati dalla velocità possono essere rilevanti.
Sicuramente un evento traumatico nello sci può essere più violento e impattante rispetto ad altri sport in cui la velocità è ridotta e gli urti sono meno probabili. Tutti gli sport di velocità includono questi rischi, inutile nasconderlo: lo sci è senz'altro tra gli sport di velocità meno rischiosi. Sciare è uno dei pochissimi sport di velocità in cui è lecito cadere senza traumi perché il fondo su cui si pratica lo consente. Ed è anche per questo che è uno sport così divertente, si può osare anche oltre il limite della stabilità senza conseguenze. La maggior parte degli sciatori cade una o più volte al giorno senza alcuna conseguenza, mentre un ciclista non può permettersi di cadere pena dolorose e spesso disastrose conseguenze.
Tuttavia, se consideriamo la tipologia degli infortuni, si scopre che quelli veramente gravi (fratture del capo, del tronco e della schiena, lesioni interne e del midollo) sono meno del 6% e la grande maggioranza sono semplici contusioni o lussazioni. Anche l'incidenza delle temute rotture dei legamenti del ginocchio è molto inferiore al 3% (perché accorpata agli incidenti al menisco).
Una percentuale di poco più dell'8% di infortuni gravi può essere considerata molto alta, ma non dobbiamo dimenticare che uno sciatore assiduo ha un infortunio ogni 25-50 anni e quindi nella maggioranza dei casi si infortunerà una volta o addirittura mai... Anche perché la probabilità di infortunio può essere diminuita, e di molto, imparando a cadere, utilizzando il casco e altre protezioni, e con una corretta preparazione atletica.
Dunque, affermare che lo sci è uno sport pericoloso è irrazionale, sarebbe come dire che l'aereo è un mezzo pericoloso rispetto all'automobile, perché se cade la probabilità di salvarsi è minima... Ma tutti sanno che l'aereo è il mezzo di trasporto più sicuro!
Bisogna altresì considerare che gli infortuni traumatici dello sci sono potenzialmente disabilitanti solo per i sedentari o quasi sedentari.
Un quasi-sedentario che si rompe il legamento del ginocchio sciando, è probabile che poi diventi un sedentario totale ed è probabile che non tornerà mai più come prima subendo anche uno scadimento della qualità di vita in generale. Cioè è più probabile che non abbia le risorse fisiche e psicologiche per recuperare.
Ma uno sportivo abituato a correre, pedalare, nuotare insomma a praticare attività sportive a livello medio-alto nella stragrande maggioranza dei casi si riprenderà molto bene anche da un infortunio grave sugli sci, come dimostrano tutti gli sportivi professionisti che tornano a gareggiare anche dopo infortuni gravissimi: Hermann Maier ha vinto la coppa del mondo dopo aver rischiato l'amputazione della gamba, Deborah Compagnoni ha vinto tantissime gare dopo aver subito svariati interventi al ginocchio, ecc.
Le statistiche parlano chiaro: gli infortuni si verificano più frequentemente in condizioni sfavorevoli del manto nevoso e del meteo (pista rovinate, ghiacciate, scarsa visilibità) e più frequentemente verso la fine della giornata sciistica.
È chiaro quindi come i tre fattori FONDAMENTALI per ridurre al minimo le probabilità di infortunarsi sono:
Presentarsi sulle piste senza un'adeguata preparazione atletica significa rischiare, e non poco, soprattutto per un sedentario totale. L'allenamento della forza e della resistenza rinforza i tendini e i legamenti e rende molto più difficile la loro rottura. Se non siete esperti sciatori, valutate attentamente lo stato delle piste e le condizioni meteo, evitando di trovarvi in situazioni di rischio e nel caso, abbiate la massima prudenza e non sentitevi "scarsi" scegliendo, se le condizioni sono brutte, di scendere con gli impianti, magari a fine giornata, quando siete stanchi e le piste sono in cattive condizioni.
Nello sci gli infortuni di tipo degenerativo, dovuti a microtraumi ripetuti, sono molto rari perché il gesto non comporta microtraumi e non viene ripetuto così tante volte come, per esempio, nella corsa, nel ciclismo, nel nuoto o negli sport di squadra. Conosco personalmente tantissimi anziani, anche over 75, che continuano a sciare senza problemi, anche 40 giorni l'anno, mentre hanno dovuto già smettere di correre o giocare a tennis, sport decisamente più impattanti sulle articolazioni.
Sto parladno ovviamente di una pratica dello sci a livello turistico, quindi con una frequenza bassa o media (10-40 giornate all'anno) e un'abilità media o medio-alta. I soggetti che praticano per più di 50-60 giorni durante la stagione invernale, ad alto livello, cercando la top performance, anche se non a livello agonistico (senza discese tra i pali), lo sci è piuttosto impattante sulle articolazioni, soprattutto della schiena, delle anche e delle ginocchia, e alla lunga causa sicuramente dei problemi a meno di non essere veramente delle rocce dal punto di vista articolare.
Andrea Tibaldi - Maestro di sci - Seguimi su YOUTUBE
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