Come abbiamo visto sciare non è uno sport pericoloso perché le probabilità di infortunio sono piuttosto basse. Tuttavia, queste possono essere ulteriomente abbassate (e di molto) seguendo importanti accorgimenti non contemplati dalla maggior parte degli sciatori.
I ricercatori da sempre hanno cercato di analizzare le cause di infortunio tra gli sciatori, sia tra quelli professionisti, che tra gli amatori, allo scopo di fornire indicazioni per la prevenzione degli infortuni. Tuttavia, molte questioni sono ancora irrisolte, e ogni anno escono nuovi studi per cercare di capire da cosa dipendano gli infortuni sugli sci.
Da questi studi si evince che le probabilità di infortunio aumentano:
Gli infortuni alle gambe rappresentano circa i due terzi del totale, e la rottura del legamento crociato del ginocchio è piuttosto frequente, con una incidenza che varia dal 10 al 33% rispetto a tutti gli infortuni sugli sci. La rottura del legamento crociato del ginocchio è più frequente nelle donne, negli sciatori più leggeri e in chi utilizza sci più lunghi in rapporto al proprio peso e alla propria altezza.
Vedi uno degli ultimi studi (2019) in merito agli infortuni nello sci.
La maggior parte degli infortuni, circa il 52% dei casi, avvengono a carico delle gambe; solo il 14% a carico della parte superiore del corpo, con una netta prevalenza degli infortuni del pollice e delle spalle. Gli infortuni alla testa e al collo hanno una frequenza del 13% circa, mentre gli infortuni alla schiena sono più rari, solo il 2-5% in media.
L'articolazione più coinvolta negli infortuni sulle piste da sci è il ginocchio, le strutture maggiormente coinvolte sono il legamento crociato anteriore e il legamento collaterale mediale. Le dinamiche che causano la rottura del legamento crociato sono principalmente tre: la più frequente è la rotazione esterna in valgismo, causata generalmente da una caduta in avanti dello sciatore, con lo sci che vi vincola alla neve con la lamina interna e causa la rotazione esterna e l'abduzione della tibia. La seconda causa è la caduta all'indietro col peso su una gamba sola, meccanismo chiamato in inglese "phantom foot". La terza causa è l'atterraggio da un salto con le code degli sci che toccano per prime il terreno, con la gamba completamente estesa. In quest'ultimo caso la parte posteriore dello scarpone genera una forza di taglio sul ginocchio che può essere in grado di lesionare il legamento crociato. La frequenza della rottura del legamento crociato del ginocchio nello sci è comparabile con quella del calcio o del football americano (circa 0,20 casi ogni 1000 giornate di sci).
Le fratture della tibia, causate spesso dalla non apertura degli attacchi durante la caduta, sono in calo negli ultimi anni.
Le fratture del piatto tibiale sono invece in aumento, e si pensa siano causate dall'aumento dell'età media degli sciatori, dalla capacità tecnica maggiore e dalla velocità più elevata dello sciatore.
Gli infortuni che mettono in pericolo la vita del praticante sono molto rari, si parla dello 0,01% dei casi.
Gli uomini si infortunano più delle donne (gli infortunati nel 78% circa dei casi sono uomini) e subiscono mediamente infortuni pià gravi, a causa della maggior propensione al rischio. L'età media degli adulti che si infortunano è di poco meno di 40 anni, la probabilità di infortunio generalmente aumenta con l'età.
Gli infortuni al ginocchio e alla spalla sono più frequenti negli adulti rispetto ai bambini, i quali hanno una incidenza di fratture alla gamba maggiore rispetto agli adulti. Le donne si infortunano al ginocchio più frequentemente rispetto agli uomini, soprattutto per quanto riguarda la rottura del legamento crociato anteriore.
Sebbene venga ritenuto da molti (me compreso) quasi scontato che una buona preparazione atletica riduca il tasso di infortuni, le ricerche in merito non hanno ancora dimostrato in modo inequivocabile che questo sia vero. Tuttavia mi sento assolutamente di sconsigliare di presentarsi sulle piste da sci da sedentari, e non solo per una questione di sicurezza.
La preparazione atletica è la più grande differenza tra uno sciatore sportivo e uno ricreativo. Sciare è un'attività anaerobica (e spesso nemmeno tanto...) che non richiede una forma fisica particolare per essere praticata... Salvo il caso in cui la si voglia praticare al meglio, sfruttando al massimo le proprie capacità tecniche e soprattutto in sicurezza. I problemi nello sci si presentano quando le gambe non rispondono più come si vorrebbe e questo avviene quando manca una base aerobica e una buona resistenza alla forza.
In genere si consiglia una ginnastica presciistica, e in generale l'allenamento della forza, soprattutto delle gambe, è quello migliore in assoluto; tuttavia per evitare di arrivare a fine giornata troppo stanchi è spesso sufficiente la corsa o ancora meglio il ciclismo. Un soggetto in grado di superare il fit-test nella corsa o nel ciclismo ha una preparazione aerobica e una resistenza alla forza più che sufficiente per sciare in sicurezza. La preparazione speciale verrà sciando, l'importante è non forzare da subito ma dedicare le prime giornate al condizionamento fisico specifico che può essere realizzato solo sciando.
Ottimo anche il nuoto, che allena la parte superiore e i muscoli del tronco, ma solo se associato alla corsa, al ciclismo o alla palestra, necessari per allenare le gambe.
Ovviamente chi si vuole preparare al meglio potrà dedicarsi ad esercizi specifici di potenziamento dei principali muscoli coinvolti come abbiamo indicato nell'articolo sulla preparazione atletica per lo sci.
Nello sci cadere è normale, anche se uno sciatore esperto può cadere molto poco, per esempio un paio di volte in una settimana bianca. C'è modo e modo di cadere: forse non tutti sanno che seguendo alcune semplici istruzioni è possibile diminuire del 65% le probabilità di infortunio al legamento crociato del ginocchio. Abbiamo trattato l'argomento in un articolo specifico: come cadere nello sci.
Una curiosità: prendere frequentemente il maestro, a quanto pare, non diminuisce la probabilità di infortunio.
Fortunatamente lo sci non è stato contagiato dalla mania acrobatica, al contrario dello snowboard per cui hanno allestito snow park (obbligatori!) praticamente ovunque. Non a caso gli incidenti con lo snowboard hanno una frequenza molto più elevata rispetto a quelli con lo sci.
Saltare è un gesto atletico molto complesso e che presenta molti più rischi del semplice sciare. Il mio consiglio è quello di fare i salti solo se ci si rende conto di essere naturalmente portati per le acrobazie, e di puntare sempre su salti bassi, morbidi, con rampe dolci, con denti poco pronunciati, con la zona di atterraggio ben visibile e possibilmente con atterraggio su neve morbida.
Il problema dei salti è il fatto che i tentativi fatti quando si è ancora inesperti comportano un grande rischio di cadere in fase di atterraggio e questo è molto pericoloso. In genere i bravi saltatori hanno imparato in giovane età quando le cadute sono meno traumatiche sulle articolazioni: se questo non è il vostro caso, lasciate perdere i salti e dedicatevi con passione solo alle curve!
Le statistiche parlano chiaro: i candidati all'infortunio sono gli sciatori meno bravi, di età media o avanzata, e/o che amano il rischio, ovvero ricercano in un'attività come lo sci le emozioni legate ad un'attività avventurosa o addirittura rischiosa, che produca forti rilasci di adrenalina. Se vi ritrovate in una o più di queste caratteristiche, sappiate che avete una probabilità di infortunarvi molto superiore alla media.
Ovviamente non sarà questa consapevolezza a farvi cambiare personalità, a farvi diventare esperti se siete principianti, o a farvi ringiovanire se siete over 40.
Tuttavia qualcosa si può fare: per esempio un soggetto in là con gli anni potrà mantenersi in forma con un'adeguata preparazione fisica che lo farà ringiovanire dal punto di vista biologico. Chi è ancora principiante o intermedio potrà adottare una strategia conservativa, evitando per quanto possibile situazioni di potenziale pericolo, investendo tempo e risorse per migliorare dal punto di vista tecnico.
Chi ha una personalità "spericolata" dovrà cercare di trovare motivazioni diverse dalla semplice adrenalina sprigionata a seguito della adozione di comportamenti rischiosi.
Ultima cosa: a quanto pare il consumo di alcol, oltre alla adozione di comportamenti rischiosi, è un fattore di rischio indipendente per gli infortuni.
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