Diventare maestro di sci

Il maestro di sci è una professione regolamentata, tramite gli albi professionali regionali gestiti dalle regioni.

 

 

In questo articolo non tratterò in modo specifico le norme che regolamentano la professione del maestro di sci, ma cercherò di fornire indicazioni pratiche a chiunque aspiri a diventare maestro di sci.

Come si diventa maestro: le selezioni

Per diventare maestro di sci bisogna superare una selezione, organizzata dai collegi regionali. Alcuni collegi organizzano tutti gli anni la selezione (per esempio il Trentino), altri ogni due anni, in ogni caso non esiste una regola fissa e infatti esistono esempi di regioni che per diversi anni non hanno organizzato le selezioni. In linea di massima comunque, vengono organizzate con cadenza annuale o, più frequentemente, biennale.

Ogni anno si può comunque disporre di un'ampia scelta. Le selezioni vengono svolte nella maggior parte dei casi tra Marzo e Aprile. San Marino costituisce un'eccezione, perché le organizza ogni anno a Novembre.

Le selezioni sono costituite da:

  • una prova cronometrata di slalom gigante;
  • una prova in campo libero.

Lo stato di San Marino organizza tutti gli anni una selezione e il conseguente corso in modo simile ai collegi regionali. L'unica differenza riguarda la prova di slalom gigante, che nella selezione di San Marino non è cronometrata (almeno fino al 2016, anno di stesura di questo articolo).

 

 

La prova di slalom gigante

Ormai tutti i collegi regionali, da qualche anno, organizzano prove cronometrate "tipo eurotest". Si tratta di una prova del tutto simile ad un eurotest, ovvero ci sono due atleti parametrati (con i parametri utilizzati per le prove ufficiali eurotest) che scendono all'inizio e alla fine del gruppo di selezionandi, i loro risultati vengono utilizzati per definire un tempo che stabilisce il limite da non superare per passare la prova. Solitamente si prende il risultato migliore dei due atleti, fatto all'inzio e alla fine, e si fa la media (in questo la prova differisce dall'eurotest, dove viene presa la media delle medie dei tempi). A questo si aggiunge il 18% per i maschi, e il 24% per le femmine: quello è il crono da non superare per passare il test e avere accesso alle prove successive.

Non mi soffermo troppo sul calcolo del tempo, che ha un interesse relativo. Quello che un aspirante maestro dovrebbe capire è se il suo valore attuale è sufficiente per superare questo tipo di test. La mia esperienza sul campo che purtroppo non è minimale (ci ho messo 3 anni a superare il test), mi ha permesso di elaborare alcuni parametri per capire se un atleta ha buone probabilità di passarlo, oppure no. L'unico parametro oggettivo che possiamo usare sono i punti FIS, o i punti FISI. I primi potranno essere utilizzati dal giovane atleta che viene dall'agonismo, i secondi dall'atleta più maturo che ha deciso di diventare maestro di sci più avanti negli anni, e non si cimenta più da anni nelle gare FIS (o non ha semplicemente mai partecipato a queste gare).

Ebbene, per avere una buona probabilità di superare la prova "tipo eurotest" di una selezione bisogna avere, ovviamente in gigante:

  • meno di 80 punti FISI, oppure
  • meno di 130 punti FIS.

Ovviamente sto parlando di "buona probabilità di" passare, non di certo di sicurezza. Di certo i punti FIS (o FISI) sono l'unico parametro oggettivo utilizzabile, in mancanza di altro. E ovviamente molto dipende dalle gare: un conto è fare 80 punti in una gara master del centro Italia, un conto è farli in una gara giovani/senior del nord Italia. Insomma ci vuole buon senso e realismo. Devono essere punti fatti in gare giovani/senior, non in gare master. I punti FIS, invece, dovrebbero essere più veritieri e oggettivi: considerate che gli atleti che nei 5 anni precedenti hanno avuto meno di 100 punti FIS sono esonerati dalla prova Eurotest (quella ufficiale).

Altri metodi per capire se siete pronti a passare una prova eurotest sono:

  • il confronto con atleti che hanno già passato la prova;
  • il confronto con istruttori nazionali con parametro.

Molti istruttori nazionali allenano aspiranti maestri di sci, e negli allenamenti di solito si cimentano nelle prove di gigante per fissare il tempo parametrato, in modo tale da poter dare una indicazione precisa agli atleti riguardo al loro stato di forma e alla probabilità di passare il gigante delle selezioni.

Una volta stabilito il prorio valore, si può spannometricamente capire con quanta probabilità si può star dentro ad una prova di gigante delle selezioni. Se il ritardo, in proiezione, su una gara di 45''-1', è inferiore a 1-2'' al massimo, si può pensare di partecipare e, con un po' di fortuna, di passare. Se il gap è superiore ai 2'', la probabilità di passare diventa molto remota... E il mio consiglio è quello di investire i soldi di una selezione per allenarsi. Ormai il costo di iscrizione alle selezioni è intorno ai 400 euro (salvo rare eccezioni), più le spese di viaggio, alloggio, skipass... Si parla di almeno 600 euro per partecipare ad una selezione. E quindi ha poco senso investire tale somma con una probabilità di passare minima... Meglio investirli per fare una decina allenamenti di gigante con un buon allenatore (o istruttore).

Diventare maestro di sci

Considerate che la prova di gigante viene passata in media da un aspirante maestro su 3, e raramente questa regola viene violata. In parole povere, se non siete abbastanza veloci, starete fuori, i miracoli in gigante sono rari. Se dal punto di vista del crono non siete ancora pronti, ma avete una buona figura, valutate le selezioni con San Marino, dove la prova di gigante non è ancora cronometrata. Non vi regalano nulla neppure lì, ma se siete forti in campo libero, avrete comunque discrete probabilità di essere selezionati.

Può essere anche interessante capire quanto tempo può volerci per ridurre un gap di TOT secondi, in funzione del superamento della prova di gigante delle selezioni. Io ci ho messo 3 anni, limando circa 1'' all'anno, e allenandomi tanto, in media 30 allenamenti di slalom gigante ogni inverno. Ma già il primo anno ero rimasto fuori di soli 2 decimi di secondo. Quindi significa che non ero molto lontano fin dall'inizio, ma ci ho comunque messo tanto perché ogni prova fa storia a sé, molto probabilmente la prima selezione che feci era "facile", vuoi per la pista, vuoi per la neve, vuoi per i parametristi. Fatto sta che l'anno successivo sono stato fuori di 1''. Se non siete sciatori giovani, appena usciti dall'agonismo, e quindi con una buona esperienza pregressa in fatto di gare e allenamenti tra i pali, dovete mettere in conto di allenarvi tanto in slalom gigante, e di fare anche qualche gara ogni tanto, per accumulare esperienza, perché tra i pali non vi regala niente nessuno e al cancelletto della selezione l'emozione vi farà partire con un fardello di qualche decimo (o peggio) sul groppone.

 

 

Ultima cosa: in campo libero la tecnica acquisita la si mantiene anche allenandosi poco. Ma in gigante non funziona così: smettendo di allenarsi, le prestazioni crollano. Quindi non fate l'errore di presentarvi alle selezioni senza aver fatto un buon numero di allenamenti a ridosso delle stesse. A meno che non siate davvero forti.

La prova di gigante non è secca: ci sono due possibilità, se non passate alla prima. E l'estrazione del pettorale avviene o con il criterio random (ogni estrazione è casuarle) oppure si estrae una lettera dell'alfabeto a caso e si parte da lì in ordine alfabetico. Triste eccezione è rappresentata dalla Regione Veneto, dove (almeno fino al 2014) si parte in rigoroso ordine alfabetico dalla A alla Z (per non penalizzare nessuno, dicono gli organizzatori, ai quali evidentemente andrebbe fatto un corso accelerato di logica elementare). Sempre in Veneto, se tagli il traguardo non puoi rifare la prova (geniale!) a prescindere dal risultato, puoi rifarla solo se non arrivi in fondo. Insomma andate in Veneto solo se vi chiamate Adinolfi o Brambilla e avete quindi la garanzia di partire con i primi numeri (ammesso che nel frattempo non abbiano fatto il famoso corso di logica elementare).

Le prove in campo libero

Superato il gigante, dove, come accennato, in genere passa il 30% dei selezionandi, ci sono le prove in campo libero, costituite solitamente dai tre archi di curva: corto raggio, arco medio e arco ampio, da eseguire a livello oro. Dico solitamente, perché in realtà le prove sono a discrezione della commissione, salvo nei casi in cui siano esplicitamente indicate nel bando.

In alcune regioni storicamente le prove sono diverse, per esempio in Veneto c'è la prova su pista non battuta e in Friuli la prova sulle gobbe. Bisogna saperlo ed eventualmente allenarsi perché se non siete freerider incalliti rischiate di beccarvi un bel 4 e di buttare alle ortiche la vostra prova.

A volte può essere prevista la "prova libera", che in sostanza è una prova nella quale bisogna inserire un po' tutti gli archi di curva, dimostrando di avere una sciata di alto livello, che trasmetta sicurezza e disinvoltura.

Se siete in grado di passare agevolmente la prova di gigante, con un minimo di allenamento passerete anche quella in campo libero. Si tratta solo di imparare a puntare il bastone, e di assumere una postura corretta durante la sciata. Un istruttore capisce benissimo se avete buoni piedi e tendenzialmente tenderà a premiare un atleta che ce li ha buoni, anche se un po' acerbo dal punto di vista stilistico. Ma non esagerate... Non trascurate la prova in campo libero solo perché siete dei mostri in gigante.

Solitamente le prove più indicative per giudicare l'abilità dello sciatore ci sono sempre: sto parlando dell'arco medio e del corto raggio. Preparatevi soprattutto su quelle. L'arco ampio è più semplice, non va trascurato ma se sapete fare bene il medio, basterà fare qualche prova di ampio, giusto per sistemare i dettagli.

Per non sottovalutare la prova, non bisogna lasciare nulla al caso: usare uno sci adeguato, ben preparato, e allenarsi con qualcuno che sappia esattamente cosa vuole vedere la commissione, insomma con qualcuno che vi sappia giudicare obiettivamente e sappia dirvi se siete da 5, da 5,5 o da 6 (con un instruttore nazionale andate sul sicuro, ma ci sono anche tanti bravi allenatori che sanno benissimo come preparare gli atleti per le selezioni). Potete ritenervi relativamente al sicuro se, in allenamento, fate bene 3/4 prove su 5. Se ne imbroccate 1/2 su 5 sappiate che alla selezione l'emozione farà sì che la vostra prova sia molto probabilmente una delle 3/4 che non imbroccate.

Se siete ex agonisti forti in gigante, non trascurate le prove in campo libero, qualche allenamento per aggiustare la postura è necessario.

Per passare la prova in campo libero, sfruttate le vostre sciate "libere", cioè non durante gli allenamenti con l'allenatore. Fate tante prove, fatevi fare dei video, concentratevi sulla forma e cercate di coniugare sempre prestazione (sciata "aggressiva") e scioltezza, facilità di sciata. Dovete dimostrare alla commissione che siete in grado di esprimere una sciata di alto livello, e che questo vi risulta "facile".

Il mio allenatore mi ripeteva sempre la frase che avrei dovuto avere in mente prima di partire per le prove in campo libero: "mo' tè faccio vedè". Dovete essere sicuri di voi stessi, sciare come quando sciate per divertirvi. Quindi dovete prendervi anche qualche rischio.

Quale regione scegliere?

Sulle selezioni se ne dicono di tutti i colori. Favoritismi, giudizi imparziali, e chi più ne ha più ne metta. Queste cose esistono? Eccome, io ne ho esperienza diretta, ma in genere riguardano pochissimi selezionandi: gli altri sono messi nelle condizioni di passare, se hanno i numeri.

C'è differenza tra una selezione e l'altra? Senz'altro. Quindi è importante scegliere bene. Se siete molto bravi, e quindi avete ottime probabilità di passare, scegliete la regione che più vi fa comodo, valutando i costi e le modalità di svolgimento del corso.

Se invece siete al limite, cioè avete discrete probabilità di passare, allora è meglio scegliere una regione del centro o del sud. E questo non perché sia più semplice passare: il livello minimo più o meno è quello, nel senso che se non siete in grado di prendere la sufficienza, state a casa, le commissioni non fanno sconti a nessuno. La differenza è la concorrenza, cioè il livello medio dei partecipanti. Se in Veneto, in Lombardia o in Trentino vi troverete a competere con decine di atleti con meno di 100 punti FIS, cioè con ottimi sciatori, nelle regioni del sud in genere si presentano sciatori di livello più umano.

Questo significa che nelle regioni del nord possono permettersi di selezionare solo sciatori che stanno abbondantemente entro la sufficienza, perché non si troveranno mai nella situazione di non poter far partire un corso per scarsità di idonei (il corso Lombardia del 2015 contava più di 60 aspiranti maestri). Nelle regioni del centro-sud ormai non si presentano più di 100-120 aspiranti e alle prove di campo libero rimangono in 30-40 al massimo. Essere tra i 15-20 che alla fine passeranno non è impossibile: basta essere tra i più bravi.

Quanto costa

Il corso maestri costa 4-5000 euro ormai nella maggioranza delle regioni, resistono il Veneto e l'Emilia Romagna, con costi intorno ai 2000 euro, ma chissà ancora per quanti anni. A questi vanno aggiunti i cosi di trasferta, di alloggio, e di skipass. Si parla di un minimo di 10000 euro, fino ad un massimo di 20000, mediamente e fatte salve le eccezioni di cui sopra. E 90 giorni "persi", che per chi per esempio frequenta l'università significa svariati esami non dati, per non parlare di chi lavora.

Valutate bene l'importanza di queste cifre e del tempo necessario. La maggior parte dei neo maestri di sci praticherà solo per qualche anno, mentre studia all'università, durante le vacanze di Natale e di Pasqua, rientrando a malapena dei soldi investiti. Diventare avvocati o ingegneri è incompatibile con la pratica del maestro di sci: se quella è la vostra aspirazione sappiate che da grandi non farete mai i maestri di sci. Dunque, ne vale la pena? Boh, io durante l'università sotto Natale studiavo per gli esami di Gennaio, e nel tempo libero mi divertivo con gli amici, di lavorare 8 ore al giorno, francamente, ne avrei fatto volentieri a meno.

Certo, essere maestri di sci è motivo di orgoglio, una soddisfazione personale, ed è un brevetto che dura per sempre. Ma è pure sempre uno "sfizio" che costa, e non poco. Per un lavoro che, purtroppo, non è più quel remunerativo lavoro stagionale che era un tempo e che, ripeto, la maggior parte dei neo maestri alla fine non farà per niente, o farà solamente per un breve periodo della vita. Insomma pensateci bene. E in bocca al lupo!

Andrea Tibaldi  - Maestro di sci - Seguimi su YOUTUBE - Il sito dello Ski Bum

 

 

 

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