La vitamina B5, o acido pantotenico, è una molecola idrosolubile che fa parte delle vitamine del gruppo B. Chimicamente si chiama N-pantoil-beta-alanina e costituisce parte della molecola del coenzima A, composto importante per il metabolismo.
La vitamina B5 si trova in diversi alimenti, sia di origine animale che vegetale. Fra questi, ne hanno una grande quantità il fegato, il rene, la carne, il tuorlo d'uovo, ma anche lievito di birra e i vegetali freschi.
L'acido pantotenico è un fattore di crescita per microrganismi come lieviti e batteri, ma anche per Insetti e Vertebrati.
La vitamina B5 ha diverse proprietà. In quanto parte della molecola del coenzima A, questa molecola partecipa al metabolismo dei nutrienti, fra cui gli acidi grassi, i carboidrati e le proteine. Inoltre, è anche costituente di ormoni e sostanze attive sul sistema nervoso. Dal coenzima A, infatti, si formano il colesterolo, alcuni ormoni, gli acidi biliari ma anche neurotrasmettitori come l'acetilcolina.
Uno studio recente, ha riscontrato delle proprietà antimicrobiche di alcuni metaboliti della vitamina B5, precisamente le amidi dell'acido pantotenico. Fra i principali microrganismi contro cui questi composti hanno attività, ci sono lo S. aureus e il parassita della malaria. Questi composti sono normalmente idrolizzati da enzimi nell'organismo umano, motivo per cui si dovrà cercare di sintetizzare o ricavare i derivati della vitamina B5, impedendone l'idrolisi enzimatica.
Nel 2011, un gruppo di ricercatori hanno dimostrato l'efficacia di un precursore della vitamina B5 nel mantenere l'idratazione della pelle. Questa molecola è chiamata pantenolo, o pantotenolo, ed è la provitamina B5. In particolare, l'aggiunta di questa molecola a formulazioni applicate a soggetti sani, ha ridotto la perdita di acqua dalle loro pelle. La concentrazione dell'1% di pantenolo ai prodotti idratanti sembra essere quella più efficace.
La forma attiva del pantenolo, il D-pantenolo, ha rilevato importanti proprietà nella rigenerazione dello strato corneo della pelle e nell'accelerazione della rimarginazione delle ferite.
L'azione della vitamina B5 a favore dei capelli fini, in particolare per il loro ispessimento, non è stata ancora dimostrata scientificamente. Al contrario però, sembra che una carenza di vitamina B5 possa favorire invece la perdita dei capelli. Come abbiamo però detto nel corso di questo articolo, è una condizione che difficilmente si manifesta, vista la diversa tipologia di alimenti in cui possiamo trovare la vitamina B5.
Allo stesso modo, non è stata dimostrata nemmeno l'efficacia dell'uso della vitamina B5 per dimagrire.
Per la sua larga diffusione, è difficile riscontrare nell'uomo sindromi da carenza di vitamina B5. Sperimentalmente è stato visto che un deficit di acido pantotenico provoca l'arresto della crescita, alopecia, disturbi neurologici e altri sintomi connessi con la funzionalità di altri organi.
Altri sintomi da carenza possono essere un minor funzionamento del sistema immunitario.
Nonostante sia molto difficile assumere una quantità non sufficiente di vitamina B5, i LARN 2014 (Livelli di Assunzione di Riferimento per la popolazione italiana), fissano come assunzione adeguata di vitamina B5, una quantità pari a 5 mg al giorno per gli uomini e le donne adulte; in gravidanza e allattamento la dose è maggiore, 6 mg e 7 mg rispettivamente, mentre è leggermente inferiore per i bambini fino ai 10 anni.
Per l'acido pantotenico non sono stati stabiliti dei livelli di assunzione massima tollerabile, in quanto nessuna evidenza scientifica ha, finora, dimostrato meccanismi di tossicità dovuti al sovradosaggio.
L'uso di integratori di acido pantotenico è, in genere, non necessario nell'ambito di un'alimentazione varia ed equilibrata e in soggetti sani. In persone con abuso cronico di alcol o in tossicodipendenti, si potrebbe, invece, riscontrare una carenza.
L'acido pantotenico viene assorbito a livello intestinale e trasportato nei tessuti attraverso il sangue. Viene poi escreto per via renale.
La vitamina B5 è una molecola termolabile, pertanto viene distrutta da temperature elevate e da cotture prolungate.
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