Con il termine arteriosclerosi si intende un generico indurimento e perdita di elasticità delle pareti delle arterie.
L'aterosclerosi è una forma particolare di arteriosclerosi, che consiste nella formazione sulle pareti delle arterie di placche, dette ateromi o placche aterosclerotiche.
Queste placche vanno incontro a una lenta evoluzione: dapprima sono costituite solamente da lipidi, tra cui il colesterolo, con il tempo le placche diventano sempre più grandi e sviluppano una loro "struttura di sostegno", composta da sostanze fibrose e cellule connettivali, da ultimo calcificano e degenerano andando incontro a necrosi.
Come è stato dimostrato dalle autopsie effettuate sui soldati americani caduti nella guerra in Corea, l'aterosclerosi inizia a manifestarsi fin dalla giovane età (20-30 anni).
L'aterosclerosi è una malattia subdola: si sviluppa nel corso dei decenni in silenzio, senza dare alcun sintomo. Purtroppo quando compaiono i primi sintomi, tra i 40 e i 60 anni, la situazione delle arterie è già compromessa e il rischio di cadere vittima delle complicanze, che spesso portano alla morte, diventa altissimo: ictus cerebrale e infarto del miocardio sono senz'altro le più gravi.
Ad oggi non sono ancora note le reali cause dell'aterosclerosi.
Sicuramente esistono soggetti predisposti geneticamente allo sviluppo della malattia, come coloro che presentano dislipidemie congenite o ereditarie, o i soggetti con ipercoagulabilità ematica. Queste forme ereditarie, sebbene piuttosto frequenti, sono responsabili solo di una minoranza dei casi.
Esitono poi fattori non modificabili, come l'età, il sesso e la razza. Infatti, salvo rari casi, l'aterosclerosi (o meglio, le sue complicanze) colpisce i soggetti in età avanzata, e soprattutto gli uomini, poiché gli ormoni femminili proteggono le donne, almeno fino alla menopausa. I neri sono meno colpiti rispetto ai bianchi.
È però indubbio che le cause modificabili, ovvero lo stile di vita, siano quelle che più influiscono sullo sviluppo della malattia e la comparsa delle complicanze. Non a caso, l'aterosclerosi è considerata la malattia del benessere per antonomasia.
È la prima causa di morte in quasi tutti i paesi industrializzati.
In Italia, durante il ventennio dal 1950 al 1970 (ovvero durante il boom economico), si è verificato un aumento dei morti per cardiopatie ischemiche del 461%.
Di fronte a questi numeri, è evidente che l'aterosclerosi sia legata ad alcuni comportamenti tipici delle civiltà industrializzate.
Sono stati identificati ormai con certezza alcuni fattori di rischio modificabili, che riportiamo in ordine di importanza:
Da notare come i soggetti obesi siano tremendamente a rischio, poiché spesso sono contemporaneamente ipertesi, diabetici e abbiano colesterolo e trigliceridi alti.
L'aterosclerosi diventa un problema quando le placche ostruiscono un vaso sanguigno, determinando la necrosi per mancanza di ossigenazione dei tessuti a valle dell'ostruzione.
Questo accade quando:
Se l'occlusione avviene in una arteria del braccio o della gamba, si andrà incontro a una perdita di funzionalità dell'arto colpito. Ma se, come spesso accade, riguarda le arterie coronarie o quelle del cervello i danni sono molto più seri.
L'aterosclerosi si cura chirurgicamente quando la dimensione delle placche, o il loro stato, determinano un rischio molto alto di incorrere in patologie mortali come ictus e infarto, oppure quando si è già verificata una di queste patologie e c'è il rischio di recidive.
L'intervento è atto al ripristino del lume del vaso occluso, riportando la portata sanguigna a livelli di sicurezza.
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