Si può definire con il termine "birra artigianale" la birra prodotta dai cosiddetti microbirrifici, stabilimenti con impianti di piccole dimensioni. I piccoli birrifici indipendenti sono così descritti dalla legge del febbraio 2016 (la prima legge italiana in materia di birra artigianale): "un birrificio che sia legalmente ed economicamente indipendente da qualsiasi altro birrificio, che utilizzi impianti fisicamente distinti da quelli di qualsiasi altro birrificio, che non operi sotto licenza e la cui produzione annua non superi i 200.000 ettolitri".
In Italia il fenomeno dei microbirrifici è nato solo recentemente mentre in altri paesi dove questa bevanda è molto più diffusa la birra artigianale viene prodotta da microbirrifici presenti ad ogni angolo di strada o quasi.
In Italia si può cominciare a parlare di un vero e proprio boom della birra artigianale solo intorno alla metà degli anni '90. I primi microbirrifici nascono nel 1996, principalmente in Lombardia e in Piemonte: la Centrale della Birra di Cremona, il Birrificio Italiano, il Birrificio Lambrate di Milano, Le Baladin a Piozzo, Beba di Villar Perosa sono tra i pionieri della birra artigianale in Italia.
Oggi possiamo contare su quasi 200 produttori sparsi su tutto il territorio, isole comprese.
Secondo la legge del febbraio 2016 in materia di produzione della birra artigianale: "si definisce birra artigianale la birra prodotta da piccoli birrifici indipendenti e non sottoposta, durante la fase di produzione, a processi di pastorizzazione e microfiltrazione".
La birra artigianale è un prodotto che si differenzia dalla birra industriale innanzitutto per il fatto di non essere pastorizzata, il che la rende meno durevole, ma più ricca di aromi in quanto la pastorizzazione rimuove gran parte delle sostanze aromatiche della birra.
Inoltre, la birra artigianale viene prodotta per un pubblico di intenditori e quindi ha caratteristiche di gusto e aroma non commerciali, molto più marcate ed esprime in genere la personalità e il gusto del birraio che la produce. Dunque, troviamo moltissime varietà di birre artigianali con sapori e aromi molto diversi tra loro mentre le birre industriali tendono ad essere molto più piatte e ad uniformarsi sui gusti della popolazione che beve birra senza particolare attenzione alle caratteristiche organolettiche e che predilige un gusto standardizzato e senza sorprese.
Le piccole produzioni di qualità hanno sempre un costo maggiore di quelle grosse. Tuttavia, la birra artigianale italiana ha ancora un costo molto più alto di analoghe produzioni belghe, tedesche o inglesi. Il prezzo di una birra artigianale italiana (bottiglia da 33 cm) varia da 3,50 a 5 euro al litro mentre una birra inglese o tedesca si acquista a un prezzo di 3-4 euro compresi i costi di importazione!
Il motivo principale di questi costi elevati è che in Italia si beve ancora poca birra artigianale. Chi produce birra da vendere in fusti o in bottiglia ai dettaglianti o ai rivenditori, deve arrivare a circa 3.000 ettolitri/anno di produzione per offrire birra di qualità ed in varietà a prezzi congrui con il mercato: nessuno dei microbirrifici italiani che produce birra artigianale è ancora arrivato a quel volume di produzione e per questo il costo della birra è mediamente molto alto.
Produrre birra artigianale in Italia è piuttosto rischioso: gli investimenti richiesti sono ingenti, gli impianti sono ancora giovani e ancora da ammortizzare, le norme igieniche in Italia sono rigidissime e tali da rendere improponibili la maggior parte degli impianti operanti all'estero. Inoltre, le tasse sulla birra in Italia sono molto più alte che all'estero.
Dunque il problema del costo della birra artigianale in Italia esiste ma non è dovuto, se non in minima parte, al desiderio di arricchirsi dei birrai, che tuttavia devono perseguire nel tempo una politica di adeguamento dei prezzi per rendere la birra quello che è: una bevanda popolare.
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