Il formadi frant più che un formaggio vero e proprio è un metodo di riutilizzo di altri formaggi difettosi o impossibilitati a completare il ciclo di stagionatura, i quali vengono sminuzzati e poi amalgamati insieme con l'aggiunta di latte, panna, sale e pepe.
La ricetta del formadi frant nasce in Carnia, la zona montana a nord-ovest del Friuli Venezia Giulia, una terra tradizionalmente povera dove da sempre vige l'esigenza di non sprecare nulla e dove non ci si poteva permettere il lusso di buttare quelle forme di cacio venute male o difettose per un qualsiasi motivo, magari per una spaccatura sulla crosta o per la presenza di bolle d'aria.
In origine, quindi, il formadi frant era un prodotto da consumare in casa, non adatto alla commercializzazione, almeno fino a quando Slow Food non ha istituito un presidio a tutela del formadi frant, mirando a farlo uscire dalla sua relegazione ad uso casalingo. Quello che rende questo formaggio così interessante è soprattutto il fatto che i formaggi assemblati in esso vengono tutti prodotti con latte di prima qualità, munto dalle vacche negli alpeggi delle Dolomiti Friulane. Inoltre, non esiste un formadi frant uguale all'altro, non è una produzione standardizzata, bensì una vera e propria arte che cambia da produttore a produttore, di volta in volta, in base ai formaggi utilizzati, alla loro stagionatura, al quantitativo di panna aggiunto, al grado di maturazione raggiunto etc...
Il formadi frant si presenta con forma circolare, di 30-40 cm di diametro, scalzo di 10 cm, crosta ruvida e di colore grigiastro e pasta di colore giallo, dalla consistenza compatta e più o meno morbida a seconda della stagionatura, che normalmente dura 40 giorni. Al gusto ha un sapore molto marcato, tra il dolce e il piccante, che varia a seconda del produttore, più nello specifico a seconda del quantitativo di panna aggiunto, che conferirà più morbidezza e rotondità al palato, e del tipo di stagionatura raggiunta dai formaggi assemblati, che influirà sulla piccantezza del formadi frant.
Di solito, in Carnia viene conservato dentro barattoli di vetro e viene consumato da solo, oppure usato per arricchire risotti, polente, patate o gelatina di vino e pere. Con il vino l'abbinamento migliore è con un Verduzzo friulano.
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