La cataratta è una malattia dell'occhio che compromette notevolmente la vista del soggetto.
Consiste nell'opacizzazione del cristallino, la lente trasparente che si trova all'interno dell'occhio, dietro all'iride, la parte colorata dell'occhio.
Il cristallino è come una lente d'ingrandimento biconvessa che mette a fuoco sulla retina l'immagine visiva da inviare al cervello.
È una lente elastica che riesce ad appiattirsi e ispessirsi in base all'attività del muscolo ciliare in modo da modificare potere di messa a fuoco dell'occhio. Questo meccanismo si chiama accomodazione e consente di focalizzare continuamente le immagini che giungono dalle più svariate distanze.
La cataratta può colpire soggetti di qualsiasi età, ma la maggiore incidenza si rileva nell'età senile. Può infatti essere vista quasi come un normale processo fisiologico di invecchiamento.
La cataratta spesso evoluzione lentamente e quindi per molti anni non deteriora drasticamente la visione delle immagini.
La causa principale dell'opacamento del cristallino sono i fenomeni di ossidazione delle proteine che compongono la sua struttura.
Il cristallino infatti è formato da acqua e proteine, orientate in modo da mantenerlo trasparente e permettere il passaggio della luce in direzione della retina.
Quando il contenuto acquoso del cristallino si altera, come avviene appunto nella cataratta, si vengono a creare degli agglomerati di proteine che rendono la lente opaca.
Questo fenomeno non permette il corretto passaggio dei raggi luminosi che devono raggiungere la retina e quindi la visione delle immagini risulta confusa proprio perché non vengono messe bene a fuoco.
Purtroppo non sono ancora conosciute le cause di questa malattia, ma alcuni studi correlano l'aumento dell’incidenza della cataratta con fattori di rischio quali l'età avanzata, il fumo, l'alcol, l'obesità, l'assunzione di alcuni farmaci, l'esposizione ai raggi UVB e l'ipertensione.
Le cataratte si dividono in due categorie, le cataratte congenite e le acquisite.
Le congenite sono quelle già presenti alla nascita. Rappresentano il 10-40% delle cause di cecità nell'infanzia e sono dovute soprattutto a problemi durante la gravidanza: somministrazione di radiazioni o farmaci nel primo trimestre, malnutrizione, infezioni, malattie metaboliche ed ereditarietà.
È molto importante diagnosticarla subito per evitare che si instauri l'ambliopia e spesso si interviene chirurgicamente per correggere il difetto, anche se i risultati non sono spesso soddisfacenti.
Le cataratte acquisite, invece, sono le più diffuse e si suddividono in altre sottoclassi, in base all'età di insorgenza (giovanili o senili), alla disposizione dell'opacità dentro il cristallino (cataratta nucleare, cortico-nucleare, corticale a sottocoppa); allo stato di avanzamento delle opacità (incipiente, avanzata, ipermatura, ecc…).
Inoltre la cataratta, come già accennato in precedenza, può essere causata dall'assunzione di alcuni farmaci (soprattutto i cortisonici), da agenti fisici (come il calore e i raggi UVB).
Molto importante è sottolineare come alcune importanti malattie sistemiche possano favorire l'insorgenza della cataratta. Tra queste ricordiamo sicuramente il diabete, la galattosemia (intolleranza al galattosio), alcune malattie della pelle, l'ipocalcemia e alcune aberrazioni cromosomiche.
Per quanto invece riguarda le malattie dell'occhio, l'uveite e il glaucoma possono favorirne l'insorgenza.
I sintomi principali della cataratta consistono in una visione annebbiata e sfuocata, come se ci fosse la nebbia. A volte si ha la diplopia, cioè una visione doppia delle immagini, oppure una visione distorta dei colori.
Spesso i pazienti riferiscono di vedere aloni attorno alle luci o di essere abbagliati da forti luci soprattutto di notte, magari con i fari delle auto che si incrociano per strada.
A volte la cataratta può far recuperare la capacità di leggere senza gli occhiali, così come può ridurre l'ipermetropia.
Altre volte invece, soprattutto le cataratte corticali posteriori, possono far comparire una difficoltà nella lettura.
Va ricordato tuttavia che le cataratte allo stadio iniziale non provocano alcun sintomo e si instaurano lentamente portando alla progressiva alterazione della visione. Inoltre i sintomi di questa patologia possono essere gli stessi di altre malattie di pertinenza oculistica, quindi è sempre fortemente raccomandato rivolgersi all'oculista per una visita specialistica.
La diagnosi di cataratta viene fatta da un oculista durante una visita che prevede la determinazione del visus sia da vicino che da lontano e l'esame del cristallino con la lampada a fessura, tonometria ed esame della retina.
Purtroppo per il trattamento della cataratta attualmente non esistono rimedi farmacologici, ma si ricorre soprattutto all'intervento chirurgico.
Inizialmente si può prevedere di cambiare spesso gli occhiali o aumentare l'illuminazione dell'ambiente, ma quando questo accorgimento non basta più si ricorre alla chirurgia.
Questo dipende essenzialmente dal disagio che la cataratta causa nelle attività quotidiane del paziente e dall’indicazione dell'oculista.
L'intervento chirurgico consiste nella rimozione chirurgica del cristallino opaco che viene quindi sostituito da una lente artificiale di materiale sintetico trasparente.
Il metodo più usato attualmente è la facoemulsificazione, in cui si frantuma e si aspira il cristallino tramite una sonda ad ultrasuoni introdotta attraverso una piccola incisione sull'occhio. Sempre attraverso questa incisione viene posizionata la nuova lente, precedentemente scelta sulla base di misurazioni fatte in sede preoperatoria.
L'intervento viene effettuato in anestesia locale, iniettando l'anestetico in sede perioculare. In alcuni casi, con le tecniche moderne e in base all'abilità del chirurgo, si può addirittura effettuare l'intervento instillando solo un collirio anestetico.
La chirurgia della cataratta è una delle operazioni più e più del 90% dei pazienti operati ha una visione dopo l'intervento addirittura migliore della precedente.
L'esame delle feci è una procedura diagnostica che consiste nella raccolta e nell'analisi di un campione di feci, al fine di individuare alcune eventuali condizioni patologiche.
Se è vero che invecchiare è un processo naturale e fisiologico, lo è anche che esistono differenze abissali tra l'età anagrafica e quella biologica di ognuno di noi.
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