Ebola è una malattia molto grave e potenzialmente fatale causata da un virus appartenente alla famiglia delle Filoviridae.
Si tratta di una malattia acuta febbrile, ad elevatissima mortalità caratterizzata da un coinvolgimento sistemico che esordisce bruscamente con cefalea, mialgie e febbre e che evolve verso uno stato di prostrazione associato ad esantema, shock e frequenti manifestazioni emorragiche (febbre emorragica).
La famiglia delle Filoviridae include 2 virus distinti sia dal punto di vista antigenico che genetico: il virus Marburg e quello Ebola.
Il virus Ebola è suddivisibile, a sua volta, in 4 sottotipi denominanti in base alla sede della loro prima identificazione: Zaire, Sudan, Costa d’Avorio e Reston.
Dal punto di vista strutturale, il virus appare di forma sottile e filamentosa (da qui deriva il nome Filovirus), contenente una copia lineare a singola elica di RNA di senso negativo sistemata all'interno del nucleo capside di forma elicoidale.
Il virus appare sensibile ai solventi dei lipidi, ai comuni detergenti e sono ampiamente distrutti dal calore (60°C per almeno 30 minuti) e dal pH acido, anche se possono persistere a lungo (anche più di una settimana) a temperatura ambiente.
Una grave epidemia di Ebola si registrò nel 1976 in Zaire e in Sudan, dove la diffusione epidemica avvenne attraverso contatti interumani e l'uso di aghi e siringhe non sterili, pratiche comuni nei paesi in via di sviluppo.
Le epidemie, infatti, hanno in genere inizio da un singolo caso di malattia a partire da un serbatoio di infezione non noto e la diffusione avverrebbe attraverso contatti stretti con persone malate o con i loro secreti corporei.
Ad eccezione del Reston, tutti i Filovirus sono africani e responsabili, nell'uomo, di una grave malattia a evoluzione frequentemente fatale.
Dopo un periodo di incubazione di 7-10 giorni, i soggetti colpiti sviluppano improvvisa febbre di tipo continuo, cefalea, malessere generale, dolori muscolari (mialgie), nausea e vomito.
Alla febbre spesso si aggiungono successivamente grave diarrea, dolore toracico accompagnato da tosse, prostrazione e depressione dello stato mentale.
Nei soggetti con pelle chiara possono rendersi evidenti anche un rash maculo-papulare con desquamazione dopo circa 5-7 giorni dall'infezione.
In questa fase della malattia si hanno le famose manifestazioni emorragiche a carico sia delle mucose del corpo che della cute.
Altri segni clinici includono edema facciale, del collo e dello scroto, epatomegalia (fegato ingrossato), arrossamento e faringite.
A 10-12 giorni dall'esordio, può scomparire la febbre con miglioramento e guarigione, ma se la febbre riprende a salire può essere dovuto a infezioni batteriche secondarie o dalla persistenza circoscritta del virus.
La diagnosi si basa principalmente sui segni clinici e su tecniche di laboratorio.
Ad un semplice esame del sangue, viene riscontrata precocemente una leucopenia (diminuzione dei globuli bianchi), mentre tardivamente si riscontra una neutrofilia.
La conta piastrinica scende al di sotto delle 50.000 piastrine/microlitro a causa delle emorragie e i livelli sierici degli enzimi epatici AST e ALT (soprattutto ALT) aumentano progressivamente e a volte può comparire ittero (colorazione gialla della cute).
Può essere presente aumento dell'amilasi pancreatica che, associata a dolore addominale, può suggerire lo sviluppo di una pancreatite. Comune è anche la proteinuria (perdita di proteine con le urine) e l'interessamento renale, con possibile comparsa di insufficienza renale con il peggioramento delle condizioni cliniche.
La maggior parte dei pazienti affetti da Ebola in fase acuta presenta elevate concentrazioni di virus nel sangue e il test immunoenzimatico (ELISA), che ricerca gli antigeni del virus, è spesso sensibile e affidabile per la diagnosi di certezza.
Anche l'isolamento del virus e la PCR sono metodiche altrettanto valide per la diagnosi e in alcuni casi addirittura più sensibili.
In fase di guarigione, i soggetti colpiti sviluppano anticorpi IgM e IgG (visualizzabili con test ELISA o di immunofluorescenza). La biopsia cutanea è importantissima nella diagnosi post-mortem per Ebola.
Non è disponibile alcun trattamento specifico per questo genere di virus, ci si basa su una terapia di supporto per lo shock, con supporto alla volemia e all'equilibrio acido-base.
Inoltre, visti i gravi sanguinamenti, spesso si rendono necessarie trasfusione di sangue, plasma o piastrine.
Non sono disponibili attualmente vaccini o farmaci antivirali, ci si base semplicemente su precauzioni igieniche di barriera negli ospedali africani che possono ridurre notevolmente la diffusione del virus.
L'esame delle feci è una procedura diagnostica che consiste nella raccolta e nell'analisi di un campione di feci, al fine di individuare alcune eventuali condizioni patologiche.
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