L'azotemia è un parametro che esprime la concentrazione di azoto non proteico nel sangue. È importante controllare spesso il valore dell'azotemia soprattutto per verificare il corretto funzionamento dei reni.
Una delle principali funzioni dei reni è quella di eliminare i prodotti metabilici di scarto derivanti dalla demolizione delle proteine, che avviene soprattutto a scopo energetico (gluconeogenesi).
Il principale prodotto del catabolismo delle proteine ad opera del fegato è l'urea.
La maggior parte dell'urea prodotta viene eliminata con le urine, solo una piccola quota viene riassorbita dai reni.
Quando i reni non funzionano correttamente, l'organismo non riesce ad eliminare dal sangue le scorie azotate, che si accumulano nel circolo sanguigno e comportano l'iperazotemia, ovvero un aumento dell'azotemia.
L'azotemia nell'adulto sano varia nell'intervallo 20-50 mg/dl e i valori possono dipendere dal tipo di analisi effettuata dal laboratorio. Per esempio, alcuni laboratori si riferiscono alla concentrazione dell'azoto ureico (BUN), che costituisce circa la metà della molecola di urea. In tal caso i valori fisiologici dell'azotemia variano da 10,3 a 21,4 mg/dl.
Un elevata azotemia non è necessariamente indice di ridotta funzionalità renale.
Per esempio, chi segue una dieta iperproteica o chetogenica spesso presenta livelli di azotemia vicini o superiori al valore massimo ritenuto normale, soprattutto se l'apporto di liquidi non è abbondante. Infatti una elevata assunzione di liquidi è in grado di abbassare l'azotemia, determinando il rischio di falsi negativi.
Anche un'attività fisica molto intensa e prolungata, che determina un elevato catabolismo proteico, può determinare un aumento dell'azotemia anche se i reni funzionano perfettamente.
Dunque, per verificare l'effettiva presenza di un problema a livello renale, si ricorre in genere alla contemporanea analisi di altri valori, come la creatinina e l'uricemia: se questi valori sono normali, è improbabile che l'azotemia sia elevata per cause di origine renale.
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