L'esame completo delle urine è un insieme di indagini utilizzato per monitorare la funzione e eventuali patologie del sistema urinario, ma anche alcune alterazioni a carico del resto dell'organismo.
È un esame diffusissimo perché è semplice, economico, non invasivo e dà molte informazioni.
Si compone di due fasi complementari e ben distinte tra loro: l'esame chimico-fisico delle urine e l'esame microscopico del sedimento urinario.
L'urina che viene utilizzata preferenzialmente per l'esame è quella della prima minzione mattutina (ovvero la prima urina prodotta la mattina al risveglio). Per rimuover il più possibile eventuali elementi contaminanti (impurità e batteri), si consiglia di detergere la cute intorno ai genitali e scartare la primissima urina espulsa. Si raccoglie dunque il mitto intermedio (cioè l'urina successiva alla primissima prodotta, evitando anche gli ultimi residui) in un piccolo recipiente di plastica sterile, fornito dal laboratorio nei giorni precedenti o acquistabile in farmacia.
Quindi il recipiente va chiuso e portato entro breve tempo (pena l'alterazione di alcuni parametri) al laboratorio analisi di riferimento.
In realtà, con questa modalità, si ottiene un campione ideale per l'esame chimico-fisico, ma sub-ottimale per l'esame microscopico, poiché le eventuali cellule presenti si rovinano se rimangono per tutta la notte nell'urina.
Comunque, in fin dei conti, il mitto intermedio delle prime urine del mattino è il compromesso migliore per accuratezza e semplicità logistica per l'esame completo delle urine.
Si compone a sua volta di 2 parti:
L'urina normalmente è limpida ma, in caso di alcune patologie, può risultare torbida (infezioni, sanguinamenti) o opalescente (se vi è un eccesso di grassi).
Il colore normale delle urine è giallo-paglierino. Tuttavia, le sfumature di giallo dipendono molto dalla concentrazione delle urine, che a sua volta è influenzata dal grado di idratazione (da quanta acqua si beve, essenzialmente).
Se le urine assumono una colorazione rossastra probabilmente significa che si è verificato un sanguinamento in qualche tratto del sistema urinario.
Inoltre, una lunga serie di farmaci e altre sostanze possono conferire all'urina colorazioni differenti, dal rosso, al marrone, al blu, al verde.
Si tratta più che altro di una curiosità e di storia della medicina, poiché tali caratteristiche non vengono più analizzate. In merito a ciò è possibile citare un aneddoto: nell'antichità il diabete mellito veniva diagnosticato grazie all'"assaggio" delle urine, le quali, a causa dell'aumento del tasso di glucosio, assumono un gusto dolciastro; da qui l'aggettivo "mellito", cioè dolci come il miele.
I valori normali sono compresi tra 1010 e 1030. Può essere un parametro utile per la diagnosi di diabete insipido, ma è un valore che risente molto delle variazioni nell'introito di acqua e può essere influenzato da vari farmaci.
Il pH urinario in condizioni di normalità è compreso tra 4,5 e 8 (va ricordato che pH basso corrisponde ad acidità; pH alto corrisponde a basicità/alcalinità).
Tale parametro è molto influenzato dall'alimentazione del paziente: diete ricche in verdura determineranno un pH alcalino; carne e proteine determinano un pH più acido.
Valori di pH molto alti, >8 (cioè molto basici), sono molto suggestivi di infezione batterica (o di contaminazione batterica del campione di urina) poiché alcuni batteri producono ammoniaca, che è una sostanza basica.
Normalmente non c'è glucosio nelle urine.
In caso di diabete mellito scompensato (glicemia >180 mg/dl) il rene non è più in grado di riassorbire il glucosio filtrato e lo ritroviamo nelle urine.
Normalmente sono assenti.
Valori abnormemente elevati si rilevano in caso di diabete mellito, soprattutto di tipo 1, cioè quello tipico dei giovani. Altre situazione in cui vi può essere un aumento sono: digiuno prolungato, diete poverissime di carboidrati o alcune forme di epatite cronica.
Di norma, le proteine non sono presenti nelle urine, se non in quantità molto bassa (< 150 mg al giorno). Infatti, le proteine più grandi non passano la barriera di filtrazione del glomerulo renale, mentre quelle più piccole la passano ma vengono riassorbite dal tubulo prossimale.
La presenza di proteine nell'urine, quindi, è indice di un'alterazione di uno di questi due meccanismi.
Le normali strisce reattive misurano solo l'albumina e non tutte le proteine. In più, il test è poco sensibile e quindi è necessario che vi sia una discreta quantità di albumina nelle urine, tipica di patologie come la sindrome nefrosica.
Tuttavia, una quota anche notevole di proteine nelle urine può essere rinvenuta anche in situazioni parafisiologiche come l'esercizio fisico intenso, la febbre, la stazione eretta prolungata.
Inoltre, proteine più piccole dell'albumina, anche se in quantità elevate (come nel mieloma multiplo, ad esempio) non vengono detettate.
Quindi, per ricercare proteine diverse dall'albumina bisogna richiedere appositamente al laboratorio dei test più sofisticati. Per detettare delle quantità di albumina molto basse (tipiche della nefropatia diabetica in fase iniziale) si ricorre ad un esame specifico, detto microalbuminuria.
Normalmente, anch'essa è assente.
L'emoglobina è una proteina contenuta nei globuli rossi, dunque la sua presenza indica che ci sono dei globuli rossi (cioè del sangue) nelle urine.
È un indagine molto sensibile e può identificare una quantità di emoglobina molto bassa, corrispondente a circa 10 globuli rossi per microlitro di urina.
Questo sangue può provenire da vari livelli del sistema urinario, ma l'esame chimico-fisico non è in grado di stabilirlo, ci dice solo se c'è o no. Per capire da dove proviene ci si serve dell'esame microscopico.
Anch'essi sono, solitamente, assenti.
Come per i globuli rossi, si ottiene una stima dei globuli bianchi urinari grazie alla misura di una proteina contenuta al loro interno, la esterasi leucocitaria.
I globuli bianchi aumentano nelle urine in caso di infezione o infiammazione.
Sono presenti solo in caso di infezione batterica, poiché alcuni batteri sono in grado di convertire i nitrati assunti con l'alimentazione in nitriti. L'associazione di nitriti e globuli bianchi nelle urine è un indice quasi certo di infezione batterica.
La bilirubina è un metabolita dell'emoglobina e normalmente è assente nelle urine. Un suo aumento conferisce all'urina un colore scuro ed è un indice di ostruzione delle vie biliari.
È un prodotto di scarto della bilirubina e normalmente è assente nelle urine.
Un suo aumento si riscontra principalmente in seguito a patologie infiammatorie/infettive/cirrotiche del fegato o in corso di anemia emolitica.
In caso di ostruzione delle vie biliari, invece, l'urobilinogeno è addirittura diminuito nel sangue e quindi, a maggior ragione, assente nelle urine.
Consiste nella visualizzazione al microscopio del materiale che si deposita sul fondo della provetta in seguito a centrifugazione. Serve a contare e analizzare cellule, patogeni o aggregati particolari.
Come detto in precedenza, normalmente sono assenti o in numero limitatissimo nelle urine. Aumentano in seguito a patologie che possono colpire il sistema urinario a vari livelli e l'esame microscopico ci aiuta a fare questa distinzione, tra:
Sono un po' più difficili da osservare rispetto ai globuli rossi perché sono più fragili e tendono a rompersi facilmente.
Aumentano in seguito a infezioni (pielonefriti, cistiti, prostatiti, uretriti etc.) o infiammazioni del glomerulo (glomerulonefriti).
Di solito sono in numero molto elevato in caso di patologie acute; se il processo è cronico tendono a essere meno abbondanti.
Normalmente è possibile visualizzare un certo numero di cellule dovute al ricambio fisiologico dell'epitelio delle vie urinarie.
In alcuni casi si possono evidenziare delle cellule tumorali, derivanti da vari organi del sistema urinario (vescica, in particolare).
Nelle urine si possono osservare organismi patogeni come batteri e funghi (naturalmente non i virus!, che sono troppo piccoli per essere visualizzati al microscopio ottico).
I batteri, specie se in numero elevato e se associati ad un aumento dei globuli bianchi, sono un indice di infezione delle vie urinarie. Tuttavia, non di rado, capita che finiscano nell'urina batteri commensali della cute dei genitali o che dei batteri contaminino la provetta, dando dei quadri di falsa positività.
I funghi o miceti, in primis quelli del genere Candida, sono molto più rari dei batteri e si ritrovano soprattutto in soggetti con una compromissione del sistema immunitario e/o diabetici.
Sono degli aggregati di proteine e/o cellule che si formano in svariate condizioni di danno renale. Normalmente sono assenti.
Sono dei conglomerati di diverse sostanze chimiche e possono essere presenti anche in condizioni di normalità. Sono composti da vari sali inorganici come fosfati, ossalati e carbonati; oppure da acido urico o alcuni aminoacidi.
Si distinguono fra loro per forma, colore e dimensione e il loro significato può essere patologico o no a seconda della quantità e del contesto clinico.
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