La maggior parte delle malattie a trasmissione alimentare sono di origine batterica, oppure derivano da problemi di contaminazione chimica, di vario tipo, degli alimenti.
Esistono però alcune malattie che si possono trasmettere con gli alimenti che hanno un origine diversa, ad esempio quella virale: tra queste patologie troviamo i Norovirus, virus che colpiscono solamente l'uomo (quindi non altri animali, che potrebbero trasmetterli a noi) e che sono altamente infettivi, quindi bastano pochissime particelle virali per poter essere infettati.
I Norovirus sono un gruppo di virus appartenenti alla famiglia dei Caliciviridae, di cui fa parte anche il virus dell'epatite E e una serie di altri virus che colpiscono gli animali (come il calicivirus del gatto, una malattia che colpisce il suo intestino).
Nell'uomo, l'esponente più famoso dei Norovirus è il virus di Norwalk, un virus che causò un'epidemia in questa città nel 1968. Si tratta di un virus che spesso causa delle epidemie perché è particolarmente resistente nell'ambiente esterno, e anche se ci sono dei metodi per neutralizzarlo (per esempio la cottura) è abbastanza facile prenderlo per contatto con superfici su cui si trova del materiale contenente il virus.
Non è una patologia diffusissima, ma di tanto in tanto, specialmente in ambienti confinati (piccole comunità, navi da crociera ma anche le mense) si hanno delle infezioni di massa delle persone.
Il virus si assume per via orale, il che non significa necessariamente tramite alimenti ma anche per contaminazioni (ad esempio, mettendosi le mani in bocca). Bastano pochissime particelle virali per infettarsi, anche solo 10 (che sono pochissime, se consideriamo i quantitativi infettanti di altri virus), che devono entrare nella bocca e raggiunge l'intestino poiché riesce a sopravvivere all'acidità gastrica.
Il periodo di incubazione del Norovirus è di 12-48 ore, un tempo relativamente breve in cui non si manifesta alcun sintomo, ma nel quale il virus è in attiva moltiplicazione. Quando le particelle virali inizieranno a portare danni concreti si manifesteranno i sintomi, che sono comuni alla maggior parte delle gastroenteriti e sono i seguenti:
Ci può essere anche la febbre, ma non è frequente in corso di questa patologia. Quando il Norovirus infetta una persona la cosa più importante è reintegrare i liquidi che sono stati persi con la diarrea e con il vomito. Il sistema immunitario di solito riesce a risolvere il problema in tempi relativamente brevi, per cui dai 2 ai 4 giorni dalla comparsa dei sintomi questi spariscono completamente. Le manifestazioni peggiori della patologia avvengono invece in conseguenza della crescita dei batteri opportunisti, che possono peggiorare profondamente i sintomi della norovirosi.
Nonostante la permanenza piuttosto breve dei sintomi, però, è importante ricordare come al momento non esista una terapia specifica per questo virus e nemmeno un vaccino. O, meglio, il vaccino esiste ma è poco utile in quanto l'immunità copre solamente per due o tre mesi, dopo i quali la stessa persona può infettarsi nuovamente con il Norovirus.
Gli alimenti a rischio sono tantissimi, soprattutto perché le epidemie di Norovirus sono causate soprattutto dalle contaminazioni, e non da una replicazione diretta del virus all'interno dell'alimento (come avviene, per esempio, nei batteri che crescono prevalentemente su alcuni alimenti specifici).
Le particelle virali sono presenti di solito sulle mani delle persone che non si sono lavate dopo essere andate in bagno; da notare che l'uso della carta igienica per la pulizia (che ci permette di non toccare le feci) non evita totalmente il contagio, vista la bassissima quantità di virus necessaria alla trasmissione della malattia.
Le epidemie in passato sono state associate prevalentemente a:
L'acqua infatti può avere i norovirus perché semplicemente si tratta di acqua di scarico in cui possono essere finite le feci, ricche di particelle virali, di altre persone. L'acqua di scarico viene depurata, e questo processo permette di eliminare il virus e rendere così nuovamente potabile quell'acqua.
Tuttavia, l'acqua potrebbe finire nei fiumi e anche nel mare, e da questi corsi d'acqua (dai fiumi, in particolare) potrebbe essere estratta non per fini alimentari, ma per finalità agricole, per innaffiare le piante.
Così potrebbero essere contaminati da Norovirus:
In mancanza di un vaccino, l'unico modo efficace per prevenire il Norovirus è quello di attuare le corrette pratiche igienico-sanitarie soprattutto per la manipolazione dei cibi. Dal punto di vista del consumatore si possono osservare delle "buone prassi igieniche", fermo restando che non è mai certo di aver evitato l'infezione, in quanto questa potrebbe verificarsi anche da prodotti su cui non possiamo agire (pensiamo ad un panino contaminato dalle mani di chi lo ha preparato).
Il virus, abbiamo visto, è resistente nell'ambiente esterno, anche in presenza di cloro (uno dei disinfettanti più comuni), ma non alle temperature troppo alte, purché superino i 70 gradi. Le persone infette, inoltre, continuano ad espellere virus per circa 72 ore dalla fine dei sintomi, diventando quindi in questo periodo di tempo dei "portatori sani" a tutti gli effetti.
Le prassi igieniche da seguire per evitare l'infezione per chi manipola gli alimenti sono:
Per attuare la prevenzione in ambiente domestico, invece, è opportuno:
Le misure, come si può notare, sono comuni alla maggior parte delle infezioni alimentari, per cui seguire le normali regole di prassi igienica permette di scongiurare l'infezione anche proveniente dai Norovirus.
I problemi più gravi relativi ai Norovirus sono nei bambini e nelle persone immunodepresse (malati di HIV, ma anche che stanno seguendo delle chemioterapie); in questi casi, vista l'assenza di una terapia specifica per questa infezione, è ancora più importante seguire le misure di corretta prassi igienica per essere sicuri di poter evitare l'infezione da parte di questo patogeno.
L'esame delle feci è una procedura diagnostica che consiste nella raccolta e nell'analisi di un campione di feci, al fine di individuare alcune eventuali condizioni patologiche.
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